I migliori fotoreportage di ottobre
Chi frequenta ogni mese questa rubrica certamente ricorderà che non è la prima volta (e a dirla tutta, neanche la seconda) che ci occupiamo dell’astronauta Luca Parmitano, fresco reduce da un’appassionante missione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Ma fa sempre piacere prendere atto che le sue apparizioni continuino ad essere seguite e apprezzate, sia dai nostri fotoreporter che da una generazione di followers in costante aumento. Questa volta il luogo dell’appuntamento è stato il teatro Odeon di Firenze. Immaginate l’incanto che può aver suscitato su studenti di scuole elementari e medie il nostro “uomo che è stato nello spazio”! Un uomo che ha studiato tanto, che si è allenato duramente per una missione che unisce progresso, spirito romantico e un pizzico di mistero “cosmico”. Che racconta la sua esperienza, con umiltà e piglio positivo, ad una platea traboccante di piccoli sognatori. Che dona un sorriso ed un messaggio importante: la possibilità di veder realizzati i propri sogni attraverso l’impegno, lo studio, la costanza e la tenacia. Ora che più abbiamo bisogno di eccellenze di riferimento. Ora che anche Samantha Cristoforetti è sbarcata sull’ISS e le “favole” italiane che diventano esempi in carne, ossa e cervello sono due. Spazio ai giovani quindi, e chissà se il seme piantato germoglierà su Marte… o ancora più lontano!
Parallela all’astronomia ufficiale, c’è tutto un filone pseudoscientifico (sfruttato dalle arti narrative con notevoli risultati) che ipotizza la colonizzazione della Terra da parte di civiltà extraterrestri e interpreta i grandi monumenti di epoche remote come segno di quel passaggio (le piramidi d’Egitto su tutte). Che sia avvenuto qualcosa di simile anche dalle nostre parti? Certo, sentir parlare del “popolo di Kamars” è molto suggestivo in questo senso. Fuori di fantascienza, il riferimento è all’affascinante popolo degli Etruschi e della sua leggendaria capitale. A Gonfienti, nel territorio di Prato, è stato riaperto dopo due anni lo straordinario sito archeologico che, messo in relazione con altri vicini insediamenti etruschi, si suppone possa essere proprio l’antica Kamars. Data la ricchezza di reperti estratti in zona, potrebbe trattarsi della più grande città etrusca mai scoperta; degna capitale di una civiltà splendida ed evoluta come quella etrusca, che ha avuto l’unica fatale sfortuna di dover competere militarmente con l’esercito di Roma, che non ne ha lasciata pietra su pietra.
Napoli, invece, è un ammasso di storia. È una città su più livelli, che si sviluppa lungo le 4 dimensioni: in altezza, in ampiezza, in profondità e in un tempo eternamente presente. Vi sembra complicato? E cosa non è sorprendentemente complicato a Napoli?
Provate a chiederlo a chi ha partecipato alla FaiMarathon 2014. Equipaggiati di zainetti, reflex e buone gambe, un nutrito gruppo di FaiMarathoneti è partito da Piazza del Plebiscito infilando una meraviglia partenopea dopo l’altra: il Liceo Boccioni-Palizzi, la chiesa greca di Santa Maria Egiziaca, Palazzo Carafa la Spina e i suoi “ranocchioni”, lo scalone monumentale di Palazzo Serra di Cassano… ascendendo Pizzofalcone sopra Santa Lucia, tra i resti della villa classica di Lucullo e quelli della gotica Villa Ebe, seguendo il punto di fuga di Castel dell’Ovo fino ad abbracciare con lo sguardo la mezzaluna del golfo per venir rapiti da uno dei panorami più belli del mondo. A recintare una metropoli che, nel suo pur difficile presente, collassa di glorie passate.
Sulla sponda parallela, la città che guarda a levante accoglie un nuovo intreccio con l’Oriente d’Europa. Al fortino di Sant’Antonio a Bari l’Università, l’Accademia e il Comune incrociano gli stendardi con la Transilvania, in nome dell’amor latino. “Latin Love” è infatti il nome dell’esposizione di pittura che il capoluogo pugliese allestisce in gemellaggio con la romena Cluj-Napoca. La promozione della mobilità internazionale e il favorire l’incontro tra popoli appartenenti a culture diverse sono iniziative mai abbastanza benemerite per i tempi che corrono. Risultato: una declinazione artistica che alterna dolcezze mediterranee a spigolosità mitteleuropee… e una grande festa per tutti!
A ciascuno il suo! Proseguendo verso nord lungo la costa adriatica, Venezia ospita nell’ambito della Biennale di Architettura una singolare mostra a cura dello studio “GMP – architeckten”. “On Old Fundations” si interroga sulle costruzioni, storiche o contemporanee, edificate a partire da vecchie fondamenta. La città lagunare stessa sorge sull’acqua grazie a milioni di pali di quercia che reggono i suoi splendidi edifici, come Palazzo Michiel del Brusà, dove ha sede la mostra. Nomen omen: il palazzo fu davvero distrutto da un incendio, nel Settecento, e poi completamente ricostruito.
Passiamo da un palazzo “nuovo” al Palazzo Vecchio per antonomasia: quello di Firenze, per chiudere il cerchio da cui siamo partiti. Se l’idea di passare una serata come spettatori di una messa funebre può farvi storcere la bocca… informatevi prima sulle credenziali dell’autore. Nella superba Sala dei Cinquecento, l’Orchestra da Camera Fiorentina diretta dal maestro Peter Tiboris, assieme al Coro Harmonia Cantata, ha eseguito il Requiem in re minore per soli, coro ed orchestra, K 626, opera ultima e incompiuta di un tale… W. A. Mozart! Note da brividi, appunto: brividi di commozione! E la risposta convinta del pubblico che premeva per entrare dimostra di quanto la gente sia affamata di Cultura e di Bellezza e non di vuoti simulacri. Se è stato detto, sciaguratamente, che con la Cultura “non si mangia”, è certo che senza di essa non si vive.
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peiro:
Bel reportage Diana, grande partecipazione di Donne. Saluti...
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bel reportage, grande partecipazione di donne, ciao Diana...
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Diana Cocco:
Carro Vincitore 2024: "Rewaind" - foto nn. 1 e 10...
Commenti (2)
Diana Cocco (Senior) scrive:
come sempre bravissimo –
Luciano Salvati (Redazione) scrive:
Grazie mille Diana!