Per il secondo anno a Firenze, nella meravigliosa cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, è stato eseguito il Requiem in re minore per soli, coro ed orchestra, K 626, di Mozart .
Sebbene il Requiem sia un’opera incompiuta di Mozart, completata dopo la sua morte principalmente da Franz Xaver Süssmayr, allievo prediletto del Maestro, essa è una delle opere più famose del compositore salisburghese. Ma è forse l’aura di mistero che circonda questa opera, la sua committenza, la sua composizione, il suo completamento che ne hanno decretato il successo.

L’opera fu commissionata a Mozart da un conte, aspirante compositore, che voleva onorare la moglie defunta, con l’intento di far passare per sua la composizione. Mozart, probabilmente per rinforzare la sua situazione finanziaria, accettò, anche se quest’idea di non poter proclamare sua l’opera, gli fece procrastinare e lasciare indietro questo lavoro. Compose alcune parti, ne accennò altre ma varie attività ed altre vicende ebbero il sopravvento fino a che la morte lo colse prima che fosse riuscito a completare il tutto.
Leggende poi si sono costruite intorno alla vicenda, leggende sulla sua morte, sull’origine dell’opera e su molti aspetti del geniale compositore austriaco. Certo è che la moglie, trovate fra le sue carte gli spartiti e gli appunti del Requiem, assegnò agli allievi del Maestro, ed in particolare all’allievo prediletto, il compito di terminarlo. Probabilmente Süssmayr aveva ascoltato e suonato con Mozart le parti che via via venivano composte e nel completarlo cercò di seguire il pensiero del suo Maestro, ma certo non sapremo mai come Mozart avrebbe concluso questo suo capolavoro.

Il Romanticismo che si affermò poi in Europa nei decenni successivi, ritrovò nel tema sacro del Requiem, nel suo misticismo, nella sua invocazione, tragicità ed emozione, temi propri e ne decretò il successo che perdura intatto anche ai giorni nostri.
Ed è per questo che, in occasione dell’anniversario della morte di Mozart, avvenuta nel dicembre del 1791, Firenze ha deciso di aprire le porte di Palazzo Vecchio al suo Requiem.

L’onore di riportare fra le mura dello splendido salone le note solenni, è stato dell’Orchestra da Camera Fiorentina e del Coro Harmonia Cantata (da notare che questi ultimi son quasi tutti non professionisti che dedicano il loro tempo libero a questa arte) a con la partecipazione straordinaria del direttore Peter Tiboris, proveniente dalla direzione delle più note formazioni internazionali sia sinfoniche che liriche.
Maestro del coro è Raffaele Puccianti, e il soprano Eliana Lappalainen, il mezzo soprano Patrizia Scivoletto, il tenore Giampaolo Franconi e il baritono Paolo Pecchioli sono state le voci soliste.
Magnifica l’esecuzione. Brividi e brividi son scivolati come onde sul pubblico, che per un attimo si è trovato confuso fra le brume del tempo, non più presente, non più passato… le artistiche torsioni e colori delle statue, degli affreschi, degli arazzi, degli stucchi dorati, tutto sì è colmato di quelle note fino alla perfezione di un momento senza più tempo.

Gli scatti di questo fotoreportage:
Foto 1 – Il coro Harmonia Cantata, l’Orchesta da Camera Fiorentina e i solisti durante l’esibizione;
Foto 2 – Piazza della Signoria con Palazzo Vecchio, dove si è svolto il concerto. L’ingresso era gratuito e poco dopo questa piazza si è riempita di un serpente di persone ordinatamente in coda per accedere al Salone dei Cinquecento. Purtroppo non tutti sono riusciti ad entrare;
Foto 3 – Il pubblico che è riuscito a prendere posto;
Foto 4 – Il “palco” predisposto per l’orchestra e il coro;
Foto 5 – Una delle finestre del Salone dei Cinquecento, da cui si può ammirare la Cupola del Duomo;
Foto 6 – Viene presentato al pubblico il concerto;
Foto 7, 8, 9, 10 – Vari momenti del concerto.

 
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