I migliori fotoreportage di dicembre
Dicembre. L’autunno si accartoccia per lasciare che si espanda l’inverno. La luce si attenua e il giorno si contrae. Ci svegliamo che è ancora buio e rincasiamo che è già buio. Ed è in quel buio “di stagione” che l’Italia si illumina di più della nostra presenza. Le città sembrano più grandi, colline e montagne risplendono di piccoli presepi incastonati, le ampie pianure sembrano il riflesso capovolto del cielo. A Bari invece si accendono ad una ad una decine di fiaccole per accogliere l’ospite più gradito del capoluogo pugliese che guarda a Levante: San Nicola. Per la tradizionale fiaccolata nicolaiana una moltitudine di festosi (e atletici) partecipanti, provenienti da tre associazioni, si sono radunati di buon’ora alla Pineta San Francesco, al Parco 2 Giugno e alla Chiesa di San Francesco in via Merloni. Hanno poi percorso diverse strade cittadine per riunirsi al Castello Svevo e tirare insieme fino al piazzale della Basilica di San Nicola. Ogni tedoforo portava ben alta la sua fiaccola come luce di pace ”dedicata alle vittime innocenti delle stragi; è un segno di devozione a San Nicola, Santo della Pace dei Popoli. La violenza non si combatte con le bombe ma con i ponti del dialogo”.
Un’altra luce, dal potente significato simbolico, è stata accesa nel luogo che vide nascere un umile servo di Dio e che con le sue parole e azioni rinnovò il concetto universale della pace, ed il suo sussurro ebbe la forza di un uragano. Nella piazza davanti la Basilica Inferiore di San Francesco ad Assisi, è stato illuminato il bellissimo albero di Natale per i migranti. A premere il pulsante d’accensione è stato Papa Bergoglio, in videocollegamento diretto dalle sue stanze in Vaticano. Una menzione particolare merita il presepe, benedetto dal Prefetto della Casa Pontificia monsignor Georg Gaenswein: è stato allestito in una barca di sette metri che, nel marzo del 2014, ha viaggiato nel canale di Sicilia trasportando nove tunisini fino all’isola di Lampedusa. Un segno toccante e inequivocabile sull’attenzione dedicata dal Santo Padre alla tragedia umanitaria che da anni si va consumando al largo delle coste continentali, resa tanto più intollerabile dall’inettitudine di un’Europa politica che guarda al Mediterraneo solo per lavarsene le mani.
Ma il Mare Nostrum non ha mai avuto una sola sponda e secoli di progresso culturale e civile ci hanno insegnato che il problema di un popolo è il problema di tutti i popoli, che l’umanità è responsabile di se stessa in tutto e che chiusure e indifferenze non spostano i problemi: i nodi verranno inevitabilmente al pettine. Siamo nell’anno giubilare 2016, o della Misericordia, anche questo opera di Papa Francesco. I segnali del pontefice venuto dalla fine del mondo arrivano fino alla fine dell’Italia a Ugento, uno degli spigoli della nazione. Qui monsignor Vito Angiuli, vescovo della diocesi Ugento-Santa Maria di Leuca, aprendo la porta santa della cattedrale ha solennemente dato inizio al Giubileo della Misericordia, ripetendo il giorno dopo lo stesso rito presso la basilica pontificia minore “De Finibus Terrae” di Santa Maria di Leuca. Il messaggio di Misericordia è capillare, investe tutti gli uomini. La parabola del buon samaritano è sigillata dall’esortazione finale: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
Altre luci, decisamente più gaie e sorprendenti, uniscono con creatività e originalità due città profondamente diverse e geograficamente distanti tra loro. Un evento imperdibile, quello delle luci d’artista, che scalda il cuore dei passanti con quell’atmosfera natalizia di cui tutti abbiamo bisogno, soprattutto quando il clima nonc i aiuta (eh sì, stiamo frequentando inverni parecchio “tiepidi”). A Salerno, città di mare con vista sulla costiera amalfitana, le scintillanti luminarie attirano legioni di turisti (anche internazionali) saturando le strutture ricettive con mesi d’anticipo. Suggestive le passeggiate in Via dei Mercanti nel centro storico e sul lungomare, a pochi passi. Uno dei luoghi più gettonati resta la villa comunale e il suo delizioso giardino incantato.
Alla velocità della luce, compiamo un balzo dalla cornice dei Monti Lattari a quella delle Alpi. A Torino l’evento è ormai giunto alla diciottesima edizione ed è stato l’ispiratore di quello salernitano: a chi ha avuto modo di viverlo in entrambe le città non sarà sfuggito che molte attrazioni luminose siano le stesse, in un riuscito scambio culturali. Qui il pezzo forte è il gigantesco albero di Natale di Piazza Castello, alto 18 metri, che con i suoi colori, giochi di luci e suoni stupisce i visitatori che si fermano ad ammirarlo.
Riuniamoci infine a Brisighella, sull’appenino tosco-romagnolo per menarsi piacevolmente tra le strade di questo intatto borgo medievale, coronato da tre pittoreschi colli. L’occasione per scendere in piazza ce la dà la sagra dell’ulivo e dell’olio, giusta quadratura del cerchio dei succulenti sapori di Romagna dopo le sagre dedicate alle carni del suino, ai frutti dimenticati e il tartufo. La cittadina ravennate vanta oli di eccellenza come l’extravergine “Brisighello” e al Nobil Drupa. La nobiltà dei prodotti della terra, lavorati con sapienza, rinfranca il corpo e lo spirito. La natura riflette la nostra generosità e ce la ripaga con gli interessi: condiamo i cibi, dunque, e tocchiamo i calici! È il 2016 e i nostri occhi hanno visto ancora il sole risplendere su quella meraviglia del creato che è l’Italia.
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peiro:
Bel reportage Diana, grande partecipazione di Donne. Saluti...
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peiro:
bel reportage, grande partecipazione di donne, ciao Diana...
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Diana Cocco:
Carro Vincitore 2024: "Rewaind" - foto nn. 1 e 10...
Commenti (6)
marivodo (Senior) scrive:
E bravo Luciano! Dunque da ora parte la nuova “legge” 2 mesi di Reportage prima di votare, gennaio e febbraio insieme k:
Diana Cocco (Senior) scrive:
Bravissimo come sempre
Luciano Salvati (Redazione) scrive:
@Marivodo: Esatto, a marzo si voterà il primo bimestre con la nuova formula. Grazie Dominique!
@Diana Cocco: Grazie princess
Diana Cocco (Senior) scrive:
:flower:
peiro scrive:
come sempre spettacolare didascalia. grazie
Luciano Salvati (Redazione) scrive:
Grazie Giovanni