I migliori fotoreportage di marzo e aprile
Le città spalancano porte, balconi e piazze alla nuova stagione, dopo un inverno che, per la sua mitezza, non è mai sembrato tale. Ma è primavera per la mente, per gli occhi, per i sensi. Lo sentite questo profumo nell’aria? Meraviglia della fioritura e delle sue essenze, primi vagiti della natura che si risveglia. Gelsomini, siepi di lauro, agrumi… e affacciata sullo specchio del Garda, il lago più grande d’Italia, Gargnano svela alla gente le sue antiche limonaie. Attive già dal XIV secolo, hanno prodotto ed esportato agrumi in tutta Europa fino ai primi decenni del secolo scorso. Una mostra allestita presso il Chiostro di San Francesco ne recupera la memoria, con fotografie ed esposizione di attrezzi agricoli. Si riscopre l’intenso rapporto con la propria terra, fatto di lavoro e cura, generatore di una “vicendevole gentilezza” che da un lato si incarna delle doti umane degli abitanti del comune bresciano, dall’altro prende la forma di alberelli carichi di limoni lucenti, di eccezionale qualità.
La primavera inoltre… mette di buon umore! Non vien voglia di cantare? Fuori da scontati stereotipi, a Napoli è risaputo che, quando si tratta di emozioni, si esagera sempre per “troppa passione”. Passione a stento contenuta dall’abbraccio del colonnato di Piazza del Plebiscito, che ha avvolto il coro polifonico più grande d’Europa! 13000 voci hanno cantato e incantato i presenti con un repertorio che andava da Mozart a Verdi, Handel, Charpentier, Paul McCartney, John Lennon, Eduardo di Capua, Goffredo Mameli. Un’unica voce composta da maestri di canto, cori professionisti e amatoriali giunti all’ombra del Vesuvio da 63 province di 17 regioni diverse. La piazza si mostrava come un mosaico multicolore: un popolo “d’amore”, come ben teorizzava il celebre professor Bellavista, che ha trovato nella città partenopea il suo palcoscenico più congeniale.
Una valida alternativa (soprattutto al divano e all’indifferenza) è lo sport, meglio se fatto in gruppo, meglio ancora se come obbiettivo ha uno scopo sociale condiviso. A Triggiano, nel barese, si è tenuta la seconda edizione di una corsa non competitiva organizzata dall’associazione “L’altra via”. “Triggiano in corsa” ha come fine ultimo la raccolta fondi per la costruzione di Bimbiland, un parco inclusivo. Dove “inclusivo” sta per un appropriato accesso alle attrazioni da parte dei bambini più sfortunati, affetti da disabilità. Una dimostrazione di quanto sia bello stare tutti insieme è data dalla corsa stessa, che ha visto ai nastri di partenza il sorriso indistinto dei suoi partecipanti, disabili e non, fino a tagliare il traguardo sotto il gonfiabile blu dopo 7 km percorsi nel centro cittadino.
Rimaniamo in Puglia, in estasi di fronte ai riti della Settimana Santa nella Città Bella. Senza false modestie, la “città bella” in questione è Gallipoli, arcinoto comune salentino. Nel Venerdì più doloroso del calendario cattolico per le strade del centro antico avanza solenne l’urnia, la statua del Gesù morto curata dalla confraternita del Santissimo Crocifisso, con al seguito la statua dell’Addolorata che segue il figlio morto custodita dalla Confraternita di Santa Maria degli Angeli. Le lunghe vesti colorate e i cappucci dei membri delle confraternite, unite a quelle bianche spettrali dei penitenti, rimanda alle processioni dei Nazarenos spagnoli. Straziati dal suono della trozzula o gravati dal fardello di unapisara, i pellegrini troveranno conforto sul piazzale antistante la Chiesa della Purità con il momento più toccante della processione: l’incontro della Vergine Desolata con il Figlio morto e la benedizione finale.
Alle spalle della perla azzurra dello Ionio, anche Casarano celebra i misteri dolorosi del Venerdì Santo come avviene ogni anno da tre secoli a questa parte. Dalla chiesa dell’Immacolata sfilano statue dolenti, penitenti dal volto nascosto e un enorme crocifisso infilato nella tasca di cuoio di un portatore, che sembra sovrastare con la sua sola presenza le basse case del comune. È l’ennesima rifrazione di una devozione viscerale e profonda, tipicamente meridionale, che affonda le sue radici in un fatalismo terreno e ultraterreno che, come il sole a piombo su questi paralleli, tutto lentamente arde.
Fede e fantasia, sacro e profano si mischiano nelle opere plastiche di Adrian Tranquilli. L’artista australiano sublima nella sua visione poetica famosissimi personaggi di fantasia (in particolare dei fumetti) in pose ed atteggiamenti mistici. Ben lontano dal risultare blasfemo, viene messo in risalto sia il lato “soprannaturale” dei supereroi (appunto i loro superpoteri, che li rendono simili a semi-dei), sia il lato umano (la sofferenza di essere diversi dagli altri uomini, il senso di giustizia, la salvezza dell’altro fino all’estremo sacrificio). Il risultato è straniante e familiare allo stesso tempo, da godere nella azzeccatissima cornice del Museo Archeologico di Napoli.
Nessun supereroe (seppure invocato da più parti) potrà mai fermare la perenne agonia di un popolo in fuga dalla guerra e dalla fame. Solo la solidarietà degli uomini ed un senso di responsabilità antico potrà salvare dalla catastrofe esseri umani percepiti soltanto come problemi, a cui nessuna volontà politica troverà mai soluzione (strumentalizzazioni invece sì, a tonnellate). Settecento migranti sono giunti nel porto di Reggio Calabria a bordo di una nave della Guardia Costiera, che li ha prelevati al largo dello Stretto di Sicilia. Sono stati accolti dalla Protezione Civile e da numerosi volontari che hanno prestato le prime cure. Centinaia di altri corpi invece sono rimasti lì, a inabissarsi sul fondo. Altra carne strappalacrime buona per il telegiornale della sera.
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Commenti (8)
Diana Cocco (Senior) scrive:
Complimenti Luciano Salvati – Con questo articolo riassuntivo di alcuni dei tanti interessanti reportage postati su C.I. riesci a trasmettere entusiasmo e professionalità.
Luciano Salvati (Redazione) scrive:
Ma quanti bei complimenti! Grazie di cuore Diana
MAURY54 scrive:
Luciano,
un sincero GRAZIE, anche da parte mia, per impreziosire ancora di più con quanto scrivi i nostri lavori.
Un saluto dal lago
Maurizio
Luciano Salvati (Redazione) scrive:
Grazie infinite Maurizio!
peiro scrive:
I nostri reportage vengono valorizzati di più con la tua costruzione riassuntiva
MaxCo scrive:
Luciano, la tua sintetica e incisiva presentazione ai fotoreportage è il nostro valore aggiunto.
Grazie
Luciano Salvati (Redazione) scrive:
MaxCo e peiro – grazie a voi per tutto l’entusiasmo che mettete nei vostri reportage!
marivodo (Senior) scrive:
in ritardo :flowers: