Murales di Tinnùra e Flussio

Arte. Storia. Eleganza. Armonia. Natura. Categorie paradigmatiche dell’agire umano e di tutto ciò che ha da offrire il mondo che ci circonda. Principi autonomi e di pari dignità legati assieme dalla comune appartenenza linguistica all’universo femminile. Ma non è solo una mera questione “grammaticale”.

L’arte è innanzitutto donna, dai suoi capolavori immortali, che parlano di dee, veneri, madonne, ad espressioni pittoriche più recenti che in determinati contesti riescono a far rivivere l’identità di luoghi altrimenti dimenticati.
E’ il caso dei I Murales di Tinnùra e Flussio sui quali campeggiano volti femminili al lavoro nei campi o al centro del focolare domestico. Pittori noti ricordano così il mondo contadino di è Tinnura e Flussio, due realtà (ma un solo comune) immerse nelle colline incontaminate dell’oristanese.

Villa Carlotta

L’eleganza e la regalità di una costruzione sono giudicate alla stessa stregua del portamento di regine e principesse di epoche passate.
A una nobildonna – duchessa di Sassonia-Meiningen – innamorata della musica e dell’arte deve il suo nome Villa Carlotta, elegante residenza di fine Quattrocento, compresa nel territorio del comune di Tremezzo e affacciata sulla costa occidentale del lago di Como.

Un scrigno inestimabile di delizie e rarità floristiche è lo splendido parco all’italiana in cui è immersa, dove in 70mila mq trovano posto papiri, platani, sequoie, bambù etc. A ciò corrisponde all’interno un altrettanto inestimabile tesoro di opere d’arte, su tutte le sculture del Canova e della sua scuola, che arricchiscono le già preziose stanze decorate in stile barocco lombardo.

Lavanderia Lamarmora

«Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida, che non finisce mai». Quello cui fa riferimento la grande giornalista e scrittrice Oriana Fallaci, è un modo di essere donna che può fare la storia di una terra e di un popolo.
Le figlie, le moglie e le madri dei minatori di Iglesias che hanno lavorato per circa quarant’anni alla Lavanderia Lamarmora, hanno scritto una pagina di storia indelebile del mondo operaio, in particolare di quello delle miniere, di inizio Novecento.

In questo colosseo di archeologia mineraria, che si staglia scenograficamente nel panorama marino del faraglione Pan di Zucchero, riecheggiano le fatiche legate alla cernita e all’arricchimento del minerale, che giovani e anziane sopportavano sotto la canicola agostana e con la violenta tramontana autunnale, tutto per un piatto di legumi o di pesce non fresco ma salato.

Le scale di Napoli

Trovare nel paesaggio naturale la sinuosità delle forme femminili non è cosa rara. Specie se ci si trova a passare in quel tratto di costa protetto dagli scogli di Megaride, dove le correnti marine trasportarono il corpo senza vita della dea Parthenope.
Percorrendo le numerose scale che solcano la città di Napoli si può ammirare quel corpo, che seppur martoriato da una sfrenata speculazione edilizia conserva ancora il suo fascino millenario.

Una di queste è il Moiariello che partendo da via Foria spalanca la vista su una Napoli nascosta, dove tra i monumenti più noti si scopre un’insolita atmosfera medicea nell’ottocentesca Torre del Palasciano, che l’architetto Antonio Cipolla innalzò pensando alla celebre torre del Palazzo della Signoria.

Magiche sere di tango

Come hanno cantato generazioni di poeti – Pablo Neruda e Jorge Luis Borges tanto per fare qualche nome illustre – il tango è armonia delle forme e della bellezza… femminili ovviamente.
Nessun’altra danza è in grado di esprimere un perfetto equilibrio di corpi e di passi proiezione esteriore di quel concerto di sentimenti che unisce tristezza, allegria, solitudine e complicità. Non per niente l’Unesco l’ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità.

Uno spettacolo del genere l’ha riservato il Rosso Tango ART Festival ospitato nell’eccezionale cornice del Bastione di Cagliari. Energia, passionalità e un pizzico di improvvisazione gli ingredienti di uno spettacolo vincente offerto da tangueri internazionali.

TolfArte’012

E’ donna anche l’arte intesa come ribellione contro gli schemi convenzionali e contro una società dei consumi che tende all’omologazione e alla spersonalizzazione del prodotto artistico o artigianale.
A questo spirito si richiama il TolfArte’012 che da otto anni richiama nella provincia romana centinaia di artisti internazionali tra espositori, pittori, scultori, musicisti, saltimbanco, acrobati, poeti ed attori.

Un evento che rinverdisce il ruolo storico che Tolfa ha svolto nel panorama politico e sociale degli anni Settanta. Qui è nata la “catana”, la borsa della contestazione giovanile degli anni ’70.

 
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Commenti (7)


  1. bello – bravo Marcello, come sempre.


  2. Complimenti a tutti.

    Diana arriva sempre per prima ai suoi 2 bravo,
    aggiungo “Bravissimo Marcello”
    e ancora grazie per disponibilità e insegnamenti.

    Ora vado a inaugurare se così si può dire questo nuovo capitolo: unendo WIKI e REPORTAGE.

    UN SALUTO

    M.


  3. Grazie Marcello, per aver dedicato a noi donne questo tuo ultimo resoconto dei nostri articoli pubblicati durante l’estate!
    Mi ero abituata ai tuoi commenti di fine mese, ma son certa che ancora ti ritroveremo nel percorso dei Comuni Italiani.


  4. Un grazie di cuore a Maurizio e Kris :-)


  5. Grazie Marcello per questo tuo bellissimo articolo in cui trasmetti, con eleganza e sintesi, un amore smisurato per la propria terra facendone vivere le immense ricchezze culturali.
    Grazie.

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