Maria Elefante, assessore alla Cultura del comune oplontino, punta a rivalorizzare il patrimonio librario cittadino e a promuovere ogni forma espressiva sul territorio comunale. Un seminario sulla cultura, un appello agli scrittori a promuovere le loro opere, le muse in campo per valorizzare la nostra terra sono le prime mosse della professoressa universitaria per riportare al centro della scena l’orgoglio di appartenere ad una civiltà che affonda le sue radici nell’arte e nella letteratura.

Lei ritorna alla sua carica istituzionale con uno degli assessorati più sensibili. Cosa intende fare per diffondere la cultura a Torre Annunziata?
Ho ripreso il programma interrotto. Senza perdere tempo. Incominciando dalle “Feriae Oplontinae”. Il titolo, in traduzione “Festa ad Oplonti” è denso di significati. Si celebra una festa ogni volta per la cultura, per ogni artista che si rivolge al mio assessorato. Noi siamo felici di promuovere i libri e le opere d’arte. Come ho già fatto in passato, cerco di promuovere la cultura ad ampio raggio, risvegliano nei cittadini l’orgoglio di appartenere ad una civiltà che affonda le sue radici nell’arte e nella letteratura, sempre viva ai piedi del Vesuvio, in quell’humus culturale propria della nostra terra. Qui sono vissuti grandi scrittori, grandi produttori cinematografici, grandi musicisti. Le muse oplontine sono una mia invenzione. Ma è evidente, la storia ce lo mostra, che qui c’è un terreno fertile per le opere di ingegno e la creatività.

Le sue iniziative nascono dopo una attenta valutazione della richiesta territoriale?
Appena nominata assessore, ho lanciato il programma delle “Feriae Oplontinae” con un pubblico manifesto. Ed in molti hanno presentato la richiesta di essere inseriti nel programma. Abbiamo un evento ogni settimana. Lavoro con il supporto dell’ufficio cultura e della biblioteca comunale. Ho trovato un staff disposto a lavorare con entusiasmo. Ne sono molto compiaciuta.

Il luogo simbolo della cultura, la biblioteca oplontina, vive quotidianamente svariati disagi. È prevista una riorganizzazione a breve?
Da tempo accarezzo un sogno: valorizzare il patrimonio culturale custodito negli scaffali della biblioteca, costituito anche da libri antichi e manoscritti. Per questo occorre un sostegno economico notevole. Dobbiamo aspettare il bilancio. Bisogna anche fare qualche progetto per attingere a fondi regionali ed europei. Nella passata legislatura ci stavo lavorando. Ora devo recuperare il tempo perduto. Spero di avere il supporto della politica.

Gli impiegati hanno denunciato un calo delle iscrizioni e la diminuzione di prestiti. Come intendersi muoversi l’amministrazione per ovviare a ciò?
La gente frequenta poco la biblioteca. Io sto cercando di avvicinare i cittadini ai libri. Per ora abbiamo tanti libri e pochi supporti tecnici. Ma anche pochi lettori. Vorrei arrivare a mettere a disposizione di tutti almeno una postazione telematica.

Passando dalla biblioteca agli scavi archeologici, sono in programma una serie di eventi o iniziative per rilanciarli nel panorama campano?
Questa estate dovrebbe partire il programma “Il teatro risveglia il mito di Oplonti”: ma non voglio anticipare niente. Su questo progetto sono impegnati ben tre assessorati: Cultura, Spettacolo e Turismo, che, come sapete, sono divisi tra tre diversi assessori. Io penso di fare squadra con loro per dare il giusto supporto ad ogni iniziativa che investe gli scavi di Oplonti, per me, il sacrario della cultura.

Un patrimonio senza eguali, la “villa B”, rimane chiusa al pubblico. Intende riaprire il dialogo istituzionale per consentirne l’apertura?
Questo è un problema che riguarda la Soprintendenza archeologica, è una loro politica. Con i tempi che corrono è difficile pensare ad aprire la villa B. Dopo i crolli avvenuti a Pompei, è più che mai evidente che bisogna mettere in sicurezza le rovine. La soprintendenza ha chiuso molte case a Pompei per i rischi di crollo. Figuriamoci se pensa di aprire la villa B! O meglio la villa di Lucio Crassio Terzio!

Le muse oplontine al centro delle iniziative imminenti. Quali le prossime tappe?
La tappa più vicina è la presentazione del libro di un giovane scrittore torrese, Giovanni Amoruso, “La strada dei re”, che si terrà giovedì 24 febbraio. Poi sto preparando una manifestazione per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Per il 17 marzo metteremo in campo tutte le nove muse oplontine. Le dee, insieme con la vittoria alata, statua in marmo venuta fuori dagli scavi della villa di Poppea, verranno qui in carne ed ossa. E tireranno per i capelli i politici che vorrebbero negare il valore di quel glorioso giorno che ha dato a tutti gli Italiani la dignità di essere una Nazione. C’è bisogno di ricordarlo, soprattutto in questi giorni in cui la nostra dignità di nazione viene calpestata proprio da chi ci rappresenta al governo.

(Foto di Paolo Borrelli)

 
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