Nata negli anni Trenta, la biblioteca di Torre Annunziata vanta dodicimila volumi tutti catalogati elettronicamente e inseriti nella rete interbibliotecaria, grazie alla quale è possibile effettuare prestiti anche da altre biblioteche.

Tre postazioni internet, gazzette aggiornate e punto di riferimento per studiosi e ricercatori locali la struttura necessita da tempo di un ampliamento, ma per via dell’empasse politico che ha registrato l’amministrazione cittadina negli ultimi tempi non viene preso in considerazione da chi di dovere. E così il personale addetto è costretto a rinunciare alle donazioni dei privati perché non saprebbe dove riporre i volumi.

Oltretutto, se negli anni scorsi numerose iniziative erano messe in campo per valorizzare un luogo sacro per la cultura oplontina, come per esempio presentazioni di libri e mostre a tema, i pochi fondi messi a disposizione dell’Ente locale, impediscono il rinnovo periodico dei testi disponibili e l’acquisto di tutti quelli necessari. Anche la restaurazione delle centinaia di Cinquecentine appartenenti al Fondo Antico ha subito una battuta d’arresto per via della mancanza di fondi e centinaia di preziosi volumi stazionano sugli altissimi scaffali in attesa di essere ripristinati.

E mentre si attendono i dovuti provvedimenti da parte dell’assessorato per ridare nuova linfa alla biblioteca, calano le iscrizioni e diminuiscono i prestiti per via della diffusione dei new media, internet in primis. Infatti, sono sempre di meno gli avventori della biblioteca e si concentrano nelle fasce giovanili e tra i ricercatori e gli studiosi di storia e tradizioni locali, a caccia di particolari volumi, non disponibili altrove. Una falla da colmare sicuramente è la non disponibilità in rete dei cataloghi elettronici che consentirebbe agli interessati di consultare da casa gli archivi, ma al momento non sembra ci sia l’intenzione di correre ai ripari in tal senso.

Perciò uno dei primi impegni che spetta all’Assessorato alla Cultura del comune, rappresentato da Giuseppe Raiola, è proprio quello di mettere mano a un nuovo piano di riorganizzazione della biblioteca civica.

 
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