I migliori fotoreportage di dicembre
San Silvestro distende un candido mantello di neve su quasi tutta la penisola e ci regala un ultimo dell’anno come non si vedeva da tempo. Quante migliaia di persone all’alba del 31 dicembre si sono ritrovate, cariche di meraviglia, con il naso davanti ai vetri delle finestre, chiamando a squarciagola i propri familiari per rimirare insieme uno scorcio spettacolare?
A San Giovanni Rotondo, sul Gargano, la neve è arrivata a toccare i trenta centimetri imbiancando uniformemente tetti, marciapiedi, automobili. Un’assennata preoccupazione per le cose di ordine pratico (la sicurezza della viabilità, le condizioni degli animali d’allevamento) ha presto lasciato posto alla curiosità dell’accaduto. Poche cose sono magiche come fiocchi bianchi che calano lievemente dall’alto, una sorta di strenna per il Capodanno dove ognuno ha potuto vederci simbolicamente quello che più gli piaceva. Tanti invece hanno preferito adoperarsi nella cosa migliore che si potesse fare con la neve: giocarci!
Le corse e il vociare dei bambini per strada fanno parte di quelle piccole cose che, una volta perse, ci si rende conto di quanto fossero grandi e indispensabili. Sono passati quasi 6 anni da quando L’Aquila è stata sventrata da quel maledetto terremoto, che tanto ha fatto parlare di sé per le polemiche, le speculazioni, le strumentalizzazioni che si sono consumate sopra. Una nostra fotoreporter attraversa il centro storico del capoluogo abruzzese per constatare di persona lo stato in cui versa e per ritrovare magari le sensazioni di una visita di tanti anni prima. La situazione è desolante. Ancora cantieri, ancora macerie, ancora negozi chiusi, strade malinconiche… un tessuto urbano e sociale lacerato che non accenna a ricomporsi. Le persone anziane sono state dislocate fuori dal centro, mentre i giovani continuano ad andare via perché qui il peso del vivere è diventato troppo grande, insopportabile. La precarietà è divenuta normalità, nella lenta apatia (se non palese indifferenza) delle istituzioni. Lo sdegno e la vergogna non bastano più per invocare una “scossa”, buona questa volta, che serva a rianimare una città che si è fermata. Possibile che l’Italia sia diventata così matrigna da non prendersi più cura dei suoi figli più sofferenti?
Eppure la salvezza venne sul mondo dal grembo di una donna, che per la sua purezza e la sua misericordia sarebbe poi diventata la Madre di tutti i cristiani. Nella Pieve di Sant’Ippolito in Piazzanese di Prato si celebra, in musica, l’annunciazione a Maria della nascita di Gesù. Marta al pianoforte ricama un tappeto sonoro e Carlotta, al flauto, sospira note carezzevoli, accompagnando le letture di Silvia Brudi Da Maren. Emozioni primordiali e sincere sono veicolate con assoluta maestria, complice l’atmosfera di grande intimità; il tutto sotto il sorriso bonario del parroco e il grande “occhio” – rosone della pieve.
Non è la prima volta che parliamo, in questa sede, dell’attività dell’Associazione f/64. Dopo “Caleidoscopio”, ecco la seconda collettiva del gruppo (che si rifà ad un movimento fotografico americano degli anni ’30 del secolo scorso) ispirata a uno dei più grandi topos dell’umanità. Presso la Sala dei Templari di Molfetta sono stati esposti 72 scatti che hanno provato ad interpretare, con stile e sperimentazione, il tema del viaggio. Come condensare in immagini “ferme” qualcosa che è sinonimo di movimento, consecutività temporale, metamorfosi anche? “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” affermava Proust, affaccendato che era nella ricerca del suo tempo perduto. Spazio quindi alle opere degli autori, che hanno filtrato attraverso la propria personale poetica volti di uomini e donne, monumenti, accostamenti, paesaggi, evocando il materiale e l’immateriale, l’ignoto e spiritualità, l’esotico e il consueto, la tensione verso l’incertezza e un occhio al sentimento del ritorno a casa.
Sul tema del viaggio è incentrato anche lo spettacolo che la compagnia “Note di palco” ha allestito in onore dei 25 anni della “Fondazione Elena Sapio – ONLUS” di Napoli. “…a 25 nodi” prende a pretesto la cornice di un viaggio in crociera per raccontare storie di persone e di luoghi diversi e lontani, inframmezzate da riuscitissime coreografie. Un evento che unisce all’orgoglio dei ragazzi che vi partecipano anche una benemerita causa filantropica: oltre a celebrare l’anniversario, è stata una serata di beneficenza attraverso la raccolta fondi per la costruzione di una scuola elementare in Nigeria.
Bravi, bravi tutti!
Per chiudere, torniamo ancora sul Gargano (precisamente a Cagnano Varano, affacciata sull’omonimo lago) per scoprire uno dei luoghi cristiani più affascinanti nonché più anticamente abitati della Daunia: la Grotta di San Michele.
Qui, secondo un’antica leggenda, San Michele Arcangelo venne visto da un gruppo di abitanti di Cagnano (c’entrano un cavallo… e un toro) stanco e inginocchiato, mentre dalle sue mani poggiate a terra sgorgava miracolosamente una sorgente d’acqua.
Ad oggi c’è ancora una pozza d’acqua presente nella grotta, che si dice faccia bene alla vista. Un angolo suggestivo che si somma all’aura mistica che pervade questo posto, con gli altari poggiati alla nuda roccia calcarea, un volto di Padre Pio accennato tra gli affreschi, il silenzio del ventre della montagna che invita all’introspezione e alla contemplazione… nell’unione tra semplicità e spiritualità che nessuna sfarzosa cattedrale barocca porta mai eguagliare.
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peiro:
Bel reportage Diana, grande partecipazione di Donne. Saluti...
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bel reportage, grande partecipazione di donne, ciao Diana...
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Diana Cocco:
Carro Vincitore 2024: "Rewaind" - foto nn. 1 e 10...
Commenti (3)
Michele Nardella scrive:
Complimenti Luciano per aver saputo sintetizzare armonicamente e collegare sapientemente tra loro i diversi fotoreportage scelti per dicembre 2014.
Grazie e saluti.
marivodo (Senior) scrive:
Bravo Luciano come sempre preciso e poetico k:
Luciano Salvati (Redazione) scrive:
Grazie di cuore a entrambi!