Il pomeriggio dello scorso 18 maggio, presso l’auditorium dei Missionari Comboniani di Bari, il pubblico dell’associazione Santomauro ha scoperto e si è lasciato trasportare dalla coinvolgente ed entusiasmante performance di Cesare Pastanella, Ana Estrela e Akwàba; un percorso nella cultura afro-sudamericana attraverso canti, ritmi e danze rituali e profane, alternati a momenti di improvvisazione (foto 10).

Il percussionista Cesare Pastanella, attivo da molti anni nell’ambiente della musica etnica e jazz, si occupa di cultura e tradizioni afro-cubane, afro-brasiliane, dell’Africa occidentale e arabe, ricercando uno stile musicale personale in cui fondere queste antiche tradizioni con le sonorità e le pulsazioni della musica contemporanea europea e afro-americana. (foto 2)

I suoi ritmi, i canti tradizionali e gli impetuosi assoli, dialogano con la danzatrice e coreografa Ana Estrela, brasiliana di Salvador de Bahia e fondatrice dell’associazione Origens attraverso cui diffonde la cultura afro-brasiliana sotto molteplici forme ed espressioni, in particolare quella rituale degli Orixàs del Candomblé (foto 1).

Ad accompagnare e unire questo intenso dialogo tra ritmo e movimento il gruppo Akwàba, nato da un laboratorio di percussioni etniche condotto da Cesare Pastanella e composto da persone interessate ad un approccio istintivo al ritmo (foto 3).

Il viaggio prende il via dalla Nigeria con il “ritmo del vino di palma”, ipnotico ed energico, eseguito durante i festeggiamenti in onore della bevanda fermentata più popolare dell’Africa occidentale (foto 5).

Ci si muove poi verso la Colombia con la canzone “Detras de la puerta”, accompagnata dall’allegro e coinvolgente ritmo di cumbia, (foto 4) per proseguire con una parentesi cubana, attraverso il canto e ritmo rituale rivolto alla divinità della purezza e della creazione Obatalà, seguito da “Timbero bueno”, stile profano noto come rumba columbia, molto popolare nell’isola caraibica (foto 6 e 7).

Il ritorno nella mia amata Africa avviene con il canto ugandese “N’dere”, che s’innesta su un ritmo originale composto da Cesare Pastanella, introdotto da un’improvvisazione collettiva di percussioni dalle più disparate e curiose sonorità, dall’anklung di canne di bambù indonesiano, alla percussione ad arco berimbau del Brasile (foto 8 ).

La conclusione dell’affascinante viaggio di suoni e movenze avviene proprio sulle sponde di questo stato del Sudamerica, con due canti, ritmi e danze rituali, il primo in onore della divinità del Candomblé Oxùm (foto 9), dea delle acque dolci e della bellezza femminile. Il secondo, rivolto a Yemanjà, la grande madre, l’oceano ora calmo, ora tempestoso, che divide con le sue acque l’America dall’Africa, teatro per secoli del passaggio in schiavitù di intere popolazioni, le stesse che hanno lasciato nel Nuovo Mondo la traccia indelebile della propria cultura che oggi ritroviamo nella musica, nel canto, nella danza.

Cesare Pastanella – percussioni, voce, direzione, Ana Estrela – voce, percussioni, danza, coreografie, Antonio Buccino, Lucia Zotti, Cristiana Signorile, Rocco Raspatella, Silvia Scarnera, Lucrezia Didio e Yayi Reyes – percussioni, coro, Laina Estrela e Shafy Rojah – danza.
E con la partecipazione di Donato Tambone, Mariateresa Stragapede, Rosanna Tortelli, Silvia Santomauro, Valerio Metteo, Monica Spagnoletti, Tamara Carlucci – percussioni, coro.

Per ulteriori informazioni: www.cesarepastanella.com

 
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