La gara vinta a Scafati contro l’Atletico Bosco e la concomitante sconfitta del Città di Pompei fanno volare facilmente gli entusiasmi in casa Savoia: il primo posto in classifica e i 9 punti di distacco dalla seconda sono dati di fatto e non illusioni.

Il merito di quanto raccolto sin ora è anche del direttore sportivo Aniello Langella, capace, in soli pochi giorni, di mettere in piedi una squadra imbattibiletra le mille perplessità che nutriva il popolo torrese riguardo il nuovo progetto Savoia. Ecco un estratto di quanto dichiarato in una lunga intervista ai microfoni di Radio Nuovevoci.

“In giro si dice che ho allestito una squadra di semisconosciuti, non è così. I risultati sul campo dicono il contrario perché in estate ho scelto, coordinandomi con il mister Pasquale Vitter, dei calciatori di categoria utili al salto di qualità. Lo spettacolo offerto dalle partite, molto differente se paragonato anche a quello di alcune gare di serie D, è figlio proprio della qualità dei nostri uomini. Nonostante le vittorie sentiamo i torresi ancora molto distanti e a questo proposito lancio un appello: sabato prossimo al Giraud, per la sfida contro il Cicciano, mi piacerebbe rivedere uno stadio pieno come nelle prime giornate. Premetto che questa richiesta alla tifoseria non ha nessun carattere economico e non è collegata in alcun modo agli incassi: paganti o non paganti, sarà importante far sentire ai ragazzi la fiducia della città. Buzas? Il giocatore lituano non ha potuto firmare per motivi burocratici e tra qualche giorno ritornerà in patria, peccato. Ad ogni modo, appena ce ne sarà occasione, farò di tutto per trovare un calciatore straniero da regalare a mister Vitter: magari un attaccante di colore per far rivivere la favola Kanjengele. Il nostro mercato attualmente è chiuso sia in entrata che in uscita e stiamo lavorando esclusivamente nell’ottica della prossima stagione che, si spera, ci vedrà impegnati nel campionato di Eccellenza. Se dovesse capitare un’occasione imperdibile cercheremo di stare attenti. I petardi allo stadio? Purtroppo ci stiamo facendo l’abitudine e il fatto che questi gesti provengano da ragazzini mortifica la nostra ambizione di offrire un’alternativa anche sociale alla cittadinanza. La forza del nostro progetto resta la solida amicizia tra tutti i soci: il venerdì andiamo a cena assieme, ci divertiamo e parliamo della squadra. Penso che questo sistema debba essere d’esempio anche per altre realtà cittadine”

 
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