Torre Annunziata, ore 13.30.

Più di cento ragazzi sono agglomerati a via Gambardella, le auto rallentano per carpirne il motivo insinuando che sia una rissa, un incidente tra motorini o qualcosa del genere.

All’improvviso l’arrivo di una volante della polizia sembra dare conferma ai pensieri dei più maligni: dall’auto, però, scende Aurelio De Laurentiis, il “presidentissimo” del Calcio Napoli, l’uomo della risalita degli inferi e, forse, l’ultimo grande imprenditore che ha investito nella città più tormentata d’Italia.

E’ una sorpresa per tutti. Qualcuno pensa che sia a Torre Annunziata per far visita a qualche ragazzo malato, magari con l’aiuto di qualche programma televisivo che cerca di regalare sogni ai più bisognosi.

Niente di tutto questo, Aurelio è in visita alla zia Rosa, un piccolo grande gesto di vicinanza dopo la perdita del fratello Dino De Laurentiis. E nonostante il motivo della sua venuta non sia dei più felici, il patron del Napoli dispensa sorrisi ed autografi per tutti, con molta serenità e disponibilità.

Qualcuno dice: «Presidè, siete proprio simpatico. In tv sembrate così antipatico!»; qualcun altro aggiunge: «Compratevi il Savoia oppure investite nel Metropolitan e nel Moderno».

Bastano pochi minuti e la città è in delirio, sui social network compaiono foto con l’ospite di lusso del giorno, il web diventa testimone delle più acute sensazioni.

De Laurentiis va via dopo una visita di circa un’ora, ancora accompagnato dalla polizia. E con quell’auto vanno via le speranze di una città a cui basta poco per sorridere e vivere un momento di ordinaria semplicità, con il tentativo di affidare ad altri il futuro di una rosea quotidianità che, altrimenti, sembra soltanto un “sogno“, proprio come quello di oggi pomeriggio.

 
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