Ancora una volta il mio bravo amico e compagno Lello Ricciardi ha fatto colpo. E’ sicuramente da ammirare questo singolare dirigente ex PCI-PDS-DS-PD, che si sta specializzando nel bloccare le candidature o le carriere di politici e amministratori che evidentemente sono da lui giudicati non funzionali ai propri interessi.
In effetti Ricciardi, pur non riscuotendo un grosso seguito né interno e né esterno, svolge da molto tempo un ruolo importante nella vita amministrativa di Torre, specie se si considera che dal 1994 al 2004 è stato l’ uomo di fiducia dell’ex sindaco Cucolo e molto solidale con i giovani assessori emergenti, come ad esempio Pierpaolo Telese ed Enzo Ascione ed anche con il giovane segretario della sezione Lello Di Sarno.
Purtroppo le attuali divisioni nel PD torrese vengono da lontano, partorite proprio dall’interno dei DS ed esattamente dal settembre 2004, quando Di Sarno mandò una lettera agli altri segretari nella quale comunicava che Ricciardi, ritenuto forse colpevole della sua mancata elezione a consigliere provinciale, veniva esautorato dal suo compito di coordinatore dei partiti di centrosinistra.
Da allora in poi è iniziata e continua una sorda lotta di potere, emersa in particolare in occasione delle elezioni comunali del 2005, allorché Cucolo terminò i due mandati previsti dalla legge ed il segretario Di Sarno propose proprio Telese come naturale candidato alla guida della città. All’epoca le malelingue dissero che la rottura profonda nella coalizione di centrosinistra venne pilotata dallo stesso Ricciardi, che fece illudere l’ attuale segretario del PD Porcelli, all’epoca segretario del PSI, tanto che quest’ultimo sostenne in tutte le riunioni interpartitiche che i DS dovevano rinunciare alla leadership comunale perché doveva essere lui a sostituire Cucolo.
Io non so se fu davvero Ricciardi, d’intesa con la Margherita di Tommaso Solimeno, ad adoperarsi per evitare di far passare Telese, in quanto candidato di Di Sarno, o lo stesso Porcelli. Tuttavia sono stato comunque testimone di come, nelle ultime ore precedenti la presentazione delle liste elettorali, Ricciardi, affiancato al segretario per tentare di sventare il pericolo di isolamento dei DS, riuscì per incanto a giungere rapidamente ad un accordo elettorale con Tommaso Solimeno e Ciro Alfieri. Con questa intesa i DS ottenevano un sindaco che non doveva essere Telese, mentre Solimeno ed Alfieri, strappato un impegno sottoscritto che prevedeva una coalizione contro i DS capeggiata da Porcelli, sarebbero stati vicesindaco ed assessore con incarichi rilevanti. In questo modo fu fregato il segretario Di Sarno e venne fuori dal cilindro magico il nome dell’avvocato Monaco, che fu quindi designato a candidato sindaco. Manco a farla apposta, però, dopo la sua elezione Monaco si legò profondamente alla persona di Ricciardi, ma non al Partito ed al segretario Di Sarno, per cui molto rapidamente si determinò una contrapposizione ufficiale fino al punto che una lettera di sfiducia nei confronti del sindaco, inviata in Prefettura e sottoscritta da ben 22 consiglieri su 30, portò alle inevitabili dimissioni di Monaco con grande disappunto di Ricciardi.

Dopo qualche tempo si ritornò a votare e naturalmente le firme dei consiglieri che avevano mandato a casa Monaco furono determinanti per disegnare la cornice degli equilibri politici. Non a caso Di Sarno, nonostante la chiara opposizione interna di Ricciardi, riesce questa volta nel suo intento di far passare la candidatura di Giosuè Starita, che è un suo compagno di corrente bassoliniana e del quale tutti danno un giudizio positivo, anche per avere egli svolto molto bene incarichi di assessore e di Presidente della partecipata Multiservizi Oplonti. Fatto sta che Starita vince al primo turno le elezioni e diventa sindaco con grandi aspettative da parte degli elettori, che immaginavano di poter vivere un periodo di feconda attività amministrativa, atta a risollevare un poco le sorti di Torre. Macché!
Imperterrito, il compagno Ricciardi ricomincia la sua personale guerra contro Starita e contro Di Sarno, sostiene l’ ingresso nel gruppo consiliare DS di Monaco, che addirittura aveva contrastato Starita capeggiando la coalizione di centrodestra, ma anche di altri consiglieri che erano stati eletti nelle liste di opposizione a Starita, scrive e fa affiggere manifesti offensivi contro l’ Amministrazione comunale e contro il segretario Di Sarno, colpevole solo di aver sostenuto il sindaco Starita, il vicesindaco Solimeno e l’ assessore Alfieri.
Nel frattempo succede che per il centrosinistra matura la pesante sconfitta elettorale alle regionali ed alle provinciali, sconfitta che determina molte polemiche ed un caos organizzativo e politico nel Partito Democratico di Napoli e della Campania, con la modifica di alleanze e strategie dei vari gruppi e delle numerose correnti interne ai DS. Di ciò ne approfitta il nostro ineffabile Ricciardi, che ha la possibilità di ricompattare con gli ex “nemici” Solimeno e Di Sarno e l’ opportunità di fare eleggere un altro ex “nemico” ed ormai ex socialista, Porcelli, alla segreteria della sezione.
Naturalmente il novello segretario deve pagare pegno e sostenere a spada tratta una linea, quella di Ricciardi, il quale cerca di giungere al suo vero obiettivo, rappresentato proprio dalle dimissioni di Starita, attraverso una richiesta apparentemente di ineccepibile coerenza politica. Infatti, chiedendo al sindaco di rinunciare ai voti dei partiti di centro e di limitarsi ai voti del centrosinistra che in ogni caso non garantiscono a Starita una stabilità politica e programmatica, la maggioranza occasionale ed eterogenea dell’attuale Partito Democratico cerca solo di mandarlo a casa, senza riflettere al danno che fa per il futuro del PD e per la stessa città senza governo e con un nuovo commissario!

Il povero Porcelli, quindi, si riduce a fare la parte di killer di Starita, puntando ad immaginare di ottenere improbabili succose ricompense e deludendo quanti si aspettavano da lui comportamenti più consoni alle tradizioni familiari contrarie all’uso politico di un linguaggio offensivo e violento.
D’altra parte lo stesso Ricciardi non si rende conto, e qui è la mia meraviglia, che la battaglia contro Starita non è una battaglia contro un sindaco del centrodestra, tanto è che i cittadini bollano come lotte fratricide e di potere le divisioni interne al PD. E, se l’ attuale Giunta comunale viene ritenuta di destra, dovrebbe pure spiegare come mai gode del consenso di Rifondazione Comunista e del SEL di Vendola, partiti che sono alla sinistra dello stesso PD!
A mio giudizio quelli del PD di Torre sono grossolani errori di valutazione che si possono pagare nel breve e medio periodo, anche perché credo che molti iscritti del partito desidererebbero di più un clima costruttivo con il sindaco da loro scelto qualche anno fa e che i cittadini elettori di Starita avrebbero il diritto di sapere di cosa esattamente viene incolpato.
E’ colpa di Starita se il totale dei consiglieri comunali di centrosinistra non garantisce una stabile maggioranza al Comune? E forse è stato Starita a provocare spaccature e divisioni interne al PD? E forse il ventennale declino di Torre Annunziata si può addebitare interamente a questo sindaco ed a questa Amministrazione, assolvendo e santificando le precedenti Giunte comunali, con le quali Ricciardi e molti contestatori di oggi hanno avuto modo di collaborare attivamente? Boh!

 
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