Santa Cascone e Salvatore Schettino

“E’ così che si onora la parola politica”. Così Santa Cascone, presidente dell’associazione “Territorio libero” e opinion leader dell’anima ambientalista di Pompei, ha salutato la nascita del nuovo spazio civico inaugurato domenica scorsa a Messigno. Una sede che raccoglie le associazioni “Progetto trasparenza” e “Amici – Amianto – Aticarta” e che fungerà da punto di informazione e discussione su tematiche che vanno dall’inquinamento del Sarno al rischio amianto, ai disagi sociali delle periferie.

Alla cerimonia sono accorsi numerosi cittadini accolti dai rispettivi presidenti delle associazioni, Gaetano Cirillo (“Progetto trasparenza”) e Nicola Esposito (“Amici – Amianto – Aticarta”). Presente in qualità di socio fondatore dei due gruppi e di rappresentante istituzionale Lello De Gennaro, consigliere di minoranza di “Alternativa Pompeiana”, che da giugno scorso – con il suo ingresso in consiglio dopo la nomina di Giuseppe Tortora ad Assessore all’Urbanistica, Spettacoli e Sport – si fa portavoce negli spazi istituzionali delle istanze sostenute dalle due associazioni. Nel lungo intervento (pubblicato integralmente qui) del consigliere che ha aperto la cerimonia, un duro attacco alle istituzioni locali e alle loro scelte in cui le periferie “sono sempre più lontane”.

“Il vuoto istituzionale è evidente – sottolinea Lello De Gennarose guardiamo al disagio sociale e al degrado ambientale che attanaglia le nostre periferie, da sempre dimenticate da tutti, sempre più lontane dalle scelte amministrative locali che concentrano le poche risorse finanziarie sempre a favore del cosiddetto centro cittadino, a discapito della vivibilità delle periferie. Ormai – conclude il consigliere di “Alternativa Sociale” – nel nostro parlare quotidiano usiamo frasi come “andiamo a Pompei” quando vogliamo raggiungere piazza Bartolo Longo”.

Non è un caso che il nuovo avamposto di impegno civile nasca in questo angolo della periferia sud del comune mariano, assai sensibile al tema dell’inquinamento ambientale. Poco più in là scorre il famigerato fiume Sarno, “linea gotica” tra la Pompei “turistica”, da sempre sotto i riflettori dei media mondiali, e la Pompei “rurale”, troppo spesso ai margini del dibattito politico locale e sconosciuta ai più. Qui si vive sulla propria pelle l’avvelenamento delle acque fluviali e la beffa di un conto salato da corrispondere al Consorzio di Bonifica del Sarno per un’opera che ancora di là dal vedere la luce.

Informare i cittadini sull’attività del Consorzio, promuovere la loro partecipazione attiva negli spazi previsti dalla legge e offrire gli strumenti giusti per far valere i propri diritti è la prima grande battaglia che porta avanti il nuovo sodalizio di Messigno.

“Chiederemo con forza – spiega Santa Cascone l’abolizione del Consorzio, organismo del tutto inefficiente e sommerso dai debiti. Lo faremo informando coinvolgendo i cittadini, visto che sull’argomento si è andati avanti fino ad oggi con i “si dice”, “ho sentito che”, in sostanza con un’informazione di seconda mano che ha soltanto confuso le idee. Quando poi queste sciocchezze le sento uscire dalla bocca dei politici, mi viene la nausea. C’è bisogno di gente pensante che si fa carico di questa fondamentale battaglia. Se non lo facessimo, mancheremmo di responsabilità ai nostri figli”.

Il primo atto formale che la stessa annuncia è un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare l’illegalità del recente provvedimento (consultabile qui) del Consorzio di Bonifica che ha indetto le elezioni per il rinnovo delle cariche consortili.
“E’ un atto illegale – attacca Cascone – che non tiene conto della delibera del Presidente della Regione Stefano Caldoro, che dopo l’ultimo tentativo fallito di indire le elezioni, ha concesso una proroga fino al 5 dicembre, dopo la quale il commissario decadrà dall’incarico. Come associazione non abbiamo nessuna intenzione di prendervi parte perchè sono falsate in partenza, visto che non si è fatto nulla per informare e coinvolgere i cittadini”.

Riflettori accesi anche sul rischio amianto con cui per anni hanno dovuto convivere gli oltre quattrocento ex operai dell’Aticarta. Tra questi Salvatore Schettino, oggi vicepresidente dell’associazione “Amici – Amianto – Aticarta” ed esponente vulcanico del movimento di protesta che si creò all’indomani della dismissione del sito di via Macello e che ancora oggi aspetta il completamento della sua riconversione.

Una testimonianza commossa quella di Schettino sul clima di terrore che in quei giorni attanagliava lui e suoi colleghi prima dei controlli medici.
“Tremavo di paura – confessa Salvatore Schettinoquando mi è stato chiesto di fare la risonanza magnetica, pesando che nel gruppo prima del mio cinque colleghi erano risultati positivi all’asvestosindr). Nove di noi sono morti di questo male terribile di cui tutt’oggi soffrono 18 ex aticarta. Per questo – conclude – con la nostra associazione vogliemo tenere alta l’attenzione della gente sul rischio dell’amanto, da cui purtroppo l’intera area vesuviana è fortemente contaminata”.

 
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