I lavoratori delle Spolettificio di Torre Annunziata sono pronti a scendere in piazza, unitamente alle istituzioni e al sindacato, per mettersi insieme a un movimento pacifico ed evitare che una battaglia di civiltà, possa essere delegittimata da pochi facinorosi e violenti: è quanto si legge in un comunicato diramato dalla RSU della Real Fabbrica d’Armi oplontina.

“E’ giunto il momento che tutte le istituzioni, partiti politici e organizzazioni sindacali del territorio vesuviano – torrese si sveglino. Fino ad oggi siamo stati tutti tiepidamente impegnati in questa battaglia. Abbiamo forse lasciato soli coloro che più vivono da vicino il problema, li abbiamo anche esposti a rischi di incolumità personale. Le istituzioni sono abituate al dialogo, in particolar modo quando bussano alle porte per chiedere “pacchetti” di voto. Se è pur vero che i violenti hanno torto è altrettanto vero che i cittadini che chiedono di essere ascoltati hanno mille ragioni per dire no alla discarica e certamente non “per partito preso”.

“Basterebbe toccare quei limoni deformati che agita un imprenditore agricolo per porsi qualche domanda. La discarica è una cosa, la pattumiera che accoglie sversamenti illegali e altamente tossico è un’altra. Ecco perché quelle donne sono in ginocchio davanti agli autocompattatori, ecco perché gli imprenditori gridano la loro rabbia, ecco perché i cittadini della zona rossa vivono con l’angoscia di morire ammalati – continua la nota – I cittadini di Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase due anni fa diedero la propria disponibilità per tamponare l’emergenza rifiuti, sacrificandosi per il bene comune alla riapertura della cava Sari. Le proteste, infatti, cessarono davanti alle garanzie che allora diede il Governo; le stesse garanzie che ieri ha nuovamente sbandierato. I patti di allora non sono stati rispettati ed è lecito aver paura che anche quest’ultimi non saranno mantenuti”.


“Oggi l’emergenza è la cava Vitiello, domani sarà il depuratore di Torre del Greco e quella di ieri era lo smaltimento di milioni di litri di percolato nel fiume Sarno, nelle acque del golfo, tra Castellammare di Stabia e Torre Annunziata –
concludono le RSU – Le promesse di rilancio turistico di questi territori vengono cancellate dal gigantesco affare dei rifiuti (spesso illegali), alimentato non solo dai clan ma, purtroppo, anche dai colletti bianchi”.

 
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