Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare
Nel quartiere Japigia, situato nella zona sud di Bari, si trova il Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare, il secondo più grande d’Italia dopo quello di Redipuglia. Inaugurato nel dicembre del 1967, custodisce i resti mortali di oltre 75.000 caduti, riportati in patria dopo la dismissione dei cimiteri di guerra, collocati fuori del territorio italiano. Vi si trovano le salme dei caduti in Grecia, Albania, Algeria, Marocco, Tunisia, Libia, Somalia, Etiopia, Eritrea, Germania e Mar Mediterraneo, durante la I e II guerra mondiale e di quelli deceduti in campi di concentramento. La stragrande maggioranza sono ignoti, 40.372, mentre i noti identificati sono 29.051 ed i noti non identificati 5675.
All’ingresso, prima di arrivare alla scalinata di accesso, è posta a delimitazione della “Zona Sacra”, la catena d’ancora della nave scorta “Orsa”. Al termine della scalinata si arriva ad un ampio porticato ai cui lati sono situati 30 Colombari, divisi per zone di operazioni belliche. Nei Colombari, in duplice fila ed in ordine alfabetico, si trovano i loculi dei 25.091 noti identificati, sigillati con una lastra in bronzo riportante oltre al nome anche il grado e eventuali onorificenze ricevute. Al centro del cortile oltre all’altare per le celebrazioni, si ergono quattro croci in granito alte circa 25 metri che sovrastano il Sacrario. Nella zona sottostante si trova la Cripta con le sue enormi lapidi in marmo su cui sono incisi i nome dei 5.675 noti ma non identificati. Sempre nella Cripta sono collocate le grandi tombe nelle quali sono collocati i 40.372 caduti ignoti. I nomi dei caduti noti e dei caduti noti ma non identificati sono incisi nei grandi libri in bronzo posti nelle sale commemorative del piano terra.
Al piano terra è ubicato anche il museo storico che custodisce numerosi reperti, documenti, cimeli, uniformi, armi e fotografie della I e II guerra mondiale. Tutto intorno al Sacrario si estende un ampio parco, con monumenti commemorativi e vari pezzi di artiglieria, nonché una grande campana che tutti i giorni al tramonto batte nove rintocchi per ricordare ai vivi tutti i caduti. Nel 2006 furono tumulati nel Sacrario di Bari anche i resti rimpatriati di 700 italiani che da anni riposavano nel cimitero cristiano di Mogadiscio. Il rimpatrio si era reso necessario a causa dei violenti atti compiuti dai miliziani somali che nel 2005 profanarono il cimitero di Mogadiscio, distruggendo le lapidi, aprendo le bare e gettando in mare una parte delle ossa mentre un’altra parte veniva divisa tra le tribù somale. L’Italia tentò in vari modi di riportare in patria i resti di quello scempio, vi riuscì il SISDE (Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica) che con un’operazione durata pochi giorni riuscì a riportare in Italia a bordo di due C130 dell’Aeronautica Militare, 22 casse di legno contenenti ossa mischiate.
Un luogo di riflessione e meditazione per capire veramente il senso della parola “Sacrificio” in un ambiente simbolo della memoria collettiva. Per ricordare tutti coloro che hanno dato la vita per la patria, gettando le basi per costruire una società migliore fondata sul rispetto, la giustizia e la pace.
Le foto di questo reportage:
Foto 1 – Ingresso del Sacrario;
Foto 2 – Zona esterna del Sacrario;
Foto 3 – Cortile interno con l’ampia Croce;
Foto 4 – Zona dei Colombari con i loculi;
Foto 5 – La campana del Sacrario;
Foto 6 – Loculi dei caduti noti con le lastre in bronzo;
Foto 7 – Una delle lapidi dei caduti ignoti situata nella Cripta;
Foto 8 – Cripta sottostante con le lapidi in marmo;
Foto 9 – Museo del Sacrario;
Foto 10 – Museo del Sacrario.
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peiro:
Bel reportage Diana, grande partecipazione di Donne. Saluti...
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peiro:
bel reportage, grande partecipazione di donne, ciao Diana...
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Diana Cocco:
Ciao Giovanni...
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peiro:
Grazie Diana...
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Diana Cocco:
Già, sentiremo...
Commenti (2)
ema scrive:
belle foto, ampio e dettagliato racconto, fotoreportage su cui riflettere. Mi piace!
fabriland scrive:
Ti ringrazio per i complimenti.