La mostra “Vettor Pisani. Eroica/Antieroica. Una Retrospettiva” a Bari è la continuazione, l’integrazione di quella in corso fino al 24 marzo 2014 al Museo Madre di Napoli. Le due mostre sono una completa retrospettiva di Vettor Pisani, uno dei più importanti artisti contemporanei italiani morto suicida nel 2011, a 77 anni.

Vincitore del Premio Nazionale Pino Pascali, assegnatogli dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, già nel 1970 Vettor Pisani aveva esposto a Bari nel Castello Svevo, affermandosi sempre più come uno dei più importanti e controversi artisti degli ultimi cinque decenni.

Organizzata dal Comune di Bari e dal Museo Madre – Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli, a cura di Andrea Villani direttore del Museo Madre ed Eugenio Viola con la supervisione di Laura Cherubini vicepresidente del Museo Madre, viene mostrata, attraverso le varie opere esposte, tutta la carriera, l’arte dissonante e auto-ironica di Vettor Pisani, un’arte che, come scriveva l’artista: “ci fa vedere l’indicibile” cioè trasforma i nostri pensieri filosofici, sogni, incubi ed illusioni in immagini. Ed in questa sua continua ricerca diventa eroe e antieroe – titolo della mostra di Bari – che approfondisce soprattutto “la matrice teatrale e performativa della pratica artistica dell’autore”.
Non a caso la mostra è nel teatro liberty Margherita, che si affaccia sul mare barese, visto che Vettor Pisani identificava la sua stessa arte in due elementi: il teatro e l’acqua.

Il percorso espositivo si articola in:
- fotografie documentarie rivisitate da Claudio Abate; una medaglia commemorativa; la ricostruzione della performance “Malinconica Pot”: una tartaruga posta su di una pedana a bordo di una macchina telecomandata che sfida, andando molto più veloce (paradosso greco sulla tartaruga e il piè veloce di Achille). E ancora, due simbolici canestri con finte uova di struzzo; “La lingua degli uccelli”, con un volatile posto su una tavolozza di plastica azzurra; “Miracle”, dipinto su PVC di cavalli; “Europa. Laboratorio della follia”, dipinto di pesci su alluminio e i migranti che attraversano il Mar Mediterraneo;

- R.C. Theatrum – ovvero teatro “rosacrociano”, un tempio di tutte le arti dove si relazionano gli opposti: eroe e antieroe, vita e morte, umano e animale. Col sottofondo della musica di Ravel eccoci su un palcoscenico blu dove è stato ricostruito un labirinto a forma di doppia semicroce in ferro e vetro, come l’archetipo del teatro Rosacroce. In mostra l’“Angelo dell’Occidente”;

- molte le opere disseminate di forme geometriche, semi-croci, specchi, tavoli, manichini, pupazzi come quello in frac impiccato a una ruota – “Io sono il pupazzo di Paracelso”; il “Tavolo anatomico di Isidore Ducasse” (surrealismo) con un calco di busto di donna in cinghie ed un ombrello chiuso e uno aperto. E ancora: figure classiche anche ironizzate come “Quadrato magico”, con pentolino che bolle e Venere sporca di cioccolato posta su specchi; un tavolo gemellare con puttino rosa, attori, ballerini, giocolieri, personaggi che ci riportano alle scene teatrali;

- immagini che evocano la dimensione acquatica come “L’isola azzurra”, e “La Sfinge: Edipo, l’Arte non salverà il mondo” dove a Ischia si contrappone il fotomontaggio dell’“Isola dei Morti” di Boecklin, Edipo e la Sfinge e un piatto musicale che funge da sole e tante altre opere che reinterpretano la storia moderna dell’Europa. Molto suggestivo lo stretto corridoio illuminato con luce azzurra, dove dentro una piccola piramide aerea c’è un bambolotto.

Info: Teatro Margherita di Bari
dal 27 gennaio al 30 marzo 2014

 
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