Nel territorio di Scandicci, vagamente collocato in un contesto di insediamenti abitativi ed industriali recenti, si erge fiero della sua millenaria storia il campanile della Badia di Settimo. Nel 2011, infatti, sono ricorsi i mille anni dal primo documento riguardante la Badia, una piccola chiesa già presente nel 998.

Questa abbazia è stata fondata dalla famiglia dei Conti Cadolingi, in un punto cruciale della piana fiorentina, all’incrocio fra vie di terra e vie fluviali. L’abbazia fu nei secoli luogo di asilo per pellegrini e dissidenti e i monaci che la abitarono bonificarono l’area rendendola fertile; molti abati furono dei principi feudali illuminati e dei mecenati senza precedenti, promuovendo le arti e i mestieri e intrecciando legami importanti sia religiosi che economici in ambito europeo, e per questo l’abbazia fu anche luogo di custodia del sigillo della Repubblica Fiorentina nel 1308 e dei leoni simbolo della città; nello scriptorium venivano miniati libri tra i più belli d’Italia, e da questa abbazia si irraggiarono cultura classica e religiosa di stile europeo.

Nell’abbazia giunsero nel 1236 i Cistercensi da San Galgano che diffusero in tutta l’area fiorentina le loro conoscenze in ogni campo dell’attività e del sapere umano, secondo il più genuino stile benedettino, portando un vento di rinnovamento artistico transalpino; il campanile, eretto a partire dalla metà dell’XI secolo – con la sua forma cilindrica e poi esagonale – ricorda lo stile padano e germanico, mentre la cripta, con il piccolo colonnato si ispira all’architettura mozarabica della Spagna del Califfato.
Nelle sue stanze hanno lasciato traccia la scuola del Brunelleschi, il Ghirlandaio e la sua Bottega, i manieristi fiorentini, i pittori e i miniatori senesi.

Mille anni quindi passati tra gloria, arte e cultura, ed anche naturali periodi di decadenza da cui però l’Abbazia si era sempre risollevata fino alla drastica soppressione del 1783, operata dal Granduca Pietro Leopoldo che, in pieno clima pre-rivoluzionario e anti-monastico, decretò lo smembramento in due proprietà del complesso monumentale e la vendita a privati di quasi due terzi del monastero e di tutte le terre, l’esilio dei monaci, con la conseguente dispersione di un patrimonio artistico immenso e il trasferimento degli archivi in altre sedi.

Eppure nella Badia di Settimo, ancora sono conservati importanti reperti e testimonianze di questi mille anni, ancora ci sono tracce delle grandi opere artistiche volute dagli abati nel corso dei secoli.
Nel 2005 è terminato un accurato intervento di restauro della parte ecclesiale, e da allora è possibile visitarla. Restano però fuori dalla visita tutte le parti private di questo complesso, ma esse soprattutto restano fuori dalla possibilità di recupero e restauro e rimangono per ora in un grave stato di incuria ed abbandono che minaccia in alcuni punti anche la parte già restaurata a causa della contiguità delle mura e dei locali.

Molti incontri vengono organizzati per visitare questa testimonianza storica del territorio sia in giornate pubbliche adibite a tal scopo, come quella del FAI, sia con visite organizzate insieme ad enti od associazioni di vario genere. Nello scoprire questo gioiello si sente irresistibile il desiderio che esso possa essere presto di nuovo ricongiunto alla parte privatizzata alla fine del 1700 e riportato ad essere parte di un patrimonio storico, culturale ed artistico della comunità, per noi e per tutte le generazioni future.

Foto 1, 2 – l’esterno della Badia di Settimo, Scandicci, con il caratteristico campanile esagonale
Foto 3 – l’interno della chiesa
Foto 4 – la cripta
Foto 5 – uno dei locali dell’Abbazia, ora adibito a museo
Foto 6 – una veduta dal chiostro
Foto 7 – particolari dell’altare, in pietre dure
Foto 8 – Il Presidente della sezione Soci Coop di Scandicci, Adriano Sensi, insieme a Marco Gamannossi, Assessore della Provincia di Firenze che ha fatto da Guida alla visita
Foto 9 – Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Comunale di Firenze e Consigliere Regionale, con Adriano Sensi, presidente della sezione soci di Scandicci, durante il ringraziamento al folto pubblico.
Foto 10 – dopo la visita, la cena medioevale all’interno dei locali dell’Abbazia. Sono intervenuti anche Fausto Merlotti, Presidente del Consiglio Comunale di Scandicci, l’Assessore Giorgi, del Comune di Scandicci, Loretta Lazzeri, Consigliere Provinciale

 
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