I volontari

L’associazione Arci – “Nei giardini che nessuno sa” da quasi dieci anni è impegnata in attività ricreative che coinvolgono le persone diversamente abili del territorio oplontino. Una sfida lanciata nel 2004 che, con gli anni, ha visto crescere la fiducia intorno al gruppo e conquistare il premio più ambito dai giovani volontari: la fiducia dei ragazzi e delle loro famiglie. Un punto di riferimento, un appuntamento imperdibile, un momento di crescita collettiva che ogni anno si arricchisce di iniziative e di attività grazie alla passione infinita che impiegano i volontari, il cui ritorno è in quantificabile in termini di gratificazione umana e affettiva.
Adelaide Lara, presidente dell’associazione, ci fa un breve excursus del loro progetto sociale.

Quando nasce l’associazione e per quali fini?
L’associazione di promozione sociale Arci – “Nei giardini che nessuno sa” nasce nel gennaio del 2004 con lo scopo di rappresentare un’alternativa sul territorio alle risorse per diversamente abili.
Il nostro impegno si è subito rivolto a promuovere l’interazione sociale dei soggetti svantaggiati e il riconoscimento dei loro diritti, favorendo però un’autonomia delle persone e non l’assistenzialismo ormai superato dato che oggi le necessità sono altre.

Quali sono?
I ragazzi hanno bisogno di essere spronati, di essere coinvolti in attività che lasciano spazio alla loro creatività, di unirsi per divertirsi insieme e di trascorrere momenti in allegria con persone che accolgono le loro richieste, favorendo le loro attitudini.

Dove svolgete le vostre attività?
Inizialmente siamo stati un’associazione nomade, ospiti del Centro Sociale di via de’ Mille; a quei tempi, una volta a settimana, organizzavamo attività ludiche, espressive, ricreative e culturali. Negli anni siamo sempre più cresciuti e queste si sono arricchite con laboratori di arte, pittura, teatro, karaoke, decoupage, lavori con materiale di riciclaggio e di informatica. Dal 2006 abbiamo una convenzione con il dipartimento delle Politiche Sociali del comune di Torre Annunziata per l’utilizzo di alcuni spazi del Centro Sociale di via Castriota.

Quando vi riunite?
Il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato, dalle ore 17.00 alle 19.30, organizziamo i vari laboratori mentre il lunedì e venerdì mattina abbiamo attivato uno sportello informativo.

Tutto a titolo di volontariato?
Questo sarà il secondo anno in cui il comune ci darà anche un riconoscimento delle spese sostenute. Siamo grati all’assessorato per le Politiche Sociali di Torre per il sostegno dato nel tempo al nostro progetto.

Il sostegno concretamente cosa ha prodotto?
Sin dal 2004, “OLTRE IL MURO” è diventato un punto di riferimento per i circa trenta ragazzi che partecipano attivamente alle nostre iniziative. Quest’anno c’è un implemento delle attività con un laboratorio di informatica il martedì e il giovedì, col fine di realizzare un giornale online sul quale lavoreranno i ragazzi stessi. Un’altra novità di quest’anno è l’arricchimento del laboratorio teatrale e di quello artistico, ai quali saranno affiancate uscite a tema. Il primo appuntamento sarà in primavera, quando andremo tutti al teatro “Le Nuvole ” di Napoli.

Qual è il ritorno in termini umani della vostra attività?
Il nostro ritorno è la fiducia, la stima, l’affetto degli iscritti e delle famiglie che è per noi fondamentale, poiché crediamo davvero in quello che facciamo e siamo solo alla metà del nostro sogno. Molti iscritti sono soliti dire che la nostra associazione è una grande famiglia e ciò è da sprono e ci riempie di gioia. Noi crediamo nella cittadinanza attiva, nella vita associativa, nel rispetto dei diritti.

 
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