Il 13 ottobre 2014, secondo lunedì del mese, si è svolta a Cerignola, città principale del Basso Tavoliere, la tradizionale traslazione, ad opera dei suoi portantini, dell’icona bizantina di Maria SS. di Ripalta (XIII sec.) dal Duomo di San Pietro (secc. XIX-XX) al rispettivo santuario, situato sulla riva sinistra del fiume Ofanto, in posizione elevata e panoramica che ne giustifica il toponimo. In questo santuario l’icona mariana è destinata a rimanervi fino al primo sabato dopo Pasqua del prossimo anno, secondo una consolidata consuetudine che risale al 1859, anno in cui la Madonna di Ripalta venne proclamata patrona principale della città e si stabilì la sua permanenza per sei mesi nel santuario (da ottobre ad aprile) e sei mesi nel duomo (da aprile ad ottobre).

Prima dell’alba, alle ore 5, nel Duomo di San Pietro, il vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, mons. Felice di Molfetta, ha presieduto la celebrazione eucaristica, alla conclusione della quale, intorno alle ore 6, l’icona della Madonna di Ripalta è stata condotta all’esterno dai vigili urbani e, dopo essere stata girata per un saluto verso la chiesa principale della città è stata condotta in processione, dai rispettivi portantini, per le principali vie e piazze del centro e della Terra Vecchia (borgo antico). Per favorire il suo trasporto, l’icona mariana, contenuta nella sua teca d’argento giornaliera, è stata munita di due lunghi bracci trasversali che hanno gravato sulle spalle di sei portantini, tre per lato, i quali si sono più volte alternati lungo il percorso, mentre anteriormente le due funi celesti legate alla base dell’icona stessa sono state tirate da due sacerdoti, per evitare di farla strisciare per terra.

Il privilegio di accompagnare l’icona mariana in processione durante la sua traslazione al suo santuario è spettato, per tradizione, all’Arciconfraternita dell’Assunta, le cui consorelle ed i confratelli hanno aperto il corteo processionale al quale hanno preso parte numerosi devoti cerignolani oltre ai portantini, ai sacerdoti, ai ministranti, ai volontari ed ai poliziotti locali con funzione di scorta.

Dopo aver percorso, all’inizio, tutto il Corso Giuseppe Garibalidi ed aver raggiunto Piazza Giuseppe di Vittorio, davanti alla Chiesa del Carmine, il corteo processionale ha proseguito il suo cammino in Via Pasquale Fornari e Via Osteria Ducale per poi addentrarsi nella Terra Vecchia (borgo antico). Qui l’icona della Madonna di Ripalta ha ricevuto un’omaggio pirotecnico in Via Piazza Vecchia ed è stata poi girata in segno di saluto verso della Chiesa Madre di San Francesco d’Assisi. All’uscita dalla Terra Vecchia, la sacra e venerata tavola dipinta della Patrona è stata collocata su un apposito trono allestito in Piazza Giuseppe Tortora, a ridosso del prospetto principale del Palazzo Ducale. Durante questa sua sosta ha ricevuto l’omaggio di numerosi devoti mentre suggestivamente sopraggiungeva l’alba.

Dopo aver ripreso il suo cammino, il corteo processionale ha percorso dapprima Via Pietro Mascagni fino alla Chiesa dell’Assunta, verso la quale l’icona bizantina di Santa Maria di Ripalta è stata rivolta in segno di saluto. Dopodiché ha finalmente raggiunto, attraverso la via a Lei stessa intitolata, il Piano delle Fosse dove è stata collocata su un ulteriore trono ad hoc, ubicato in un punto del suo lato sud e caratterizzato da drappi bianchi ed azzurri. Oltre a ricevere il consueto omaggio della popolazione devota, dei religiosi e delle autorità, la venerata icona mariana è stata altresì salutata dall’accensione di una batteria pirotecnica in suo onore, che ha avuto luogo tra le storiche fosse granarie che caratterizzano la vastissima piazza.

Dopo aver lasciato il Piano delle Fosse, il corteo processionale con l’icona della Madonna di Ripalta ha fatto tappa, con un’ulteriore sosta, alla Scuola Media Statale Ten. Antonio Paolillo dove è stata ulteriormente omaggiata dal rispettivo personale, dagli studenti, dal popolo, dal clero e dalle autorità locali prima del suo ultimo saluto alla città. Dopodiché ha iniziato il suo cammino verso il rispettivo santuario ofantino, distante da Cerignola circa 9 km in direzione sud. Lungo questo tragitto, la sacra tavola dipinta è stata protetta contro la luce del sole da una tenda celeste che l’ha inoltre nascosta alla vista. Inoltre ha effettuato, alle ore 10:30 circa, una prima sosta nella Cappella delle Pozzelle (1833), dove è stata scoperta ed ha ricevuto l’omaggio dei fedeli che hanno preso parte al corteo, con preghiere e canti in suo onore. Successivamente l’icona mariana bizantina ha ripreso il suo cammino dopo circa un’ora ed ha fatto un’ulteriore ed analoga sosta nella Cappella della Salve Regina (1872), dove è stata nuovamente scoperta ed omaggiata dai medesimi fedeli. Giunta al rispettivo santuario intorno alle ore 13:15, l’icona della Patrona principale di Cerignola è stata accolta dal suono delle campane a festa e dopo essere stata condotta all’interno della chiesa dai vigili urbani, essa ha trovato collocazione provvisoria su un trono appositamente allestito presso a destra del presbiterio dove è stata celebrata alle ore 13:30 la santa messa in suo onore. Successivamente sacra tavola dipinta della Madonna di Ripalta è stata finalmente ricollocata nella teca sovrastante l’altare maggiore.

Il presente fotoreportage si correda delle sottostanti sei immagini che illustrano:
- l’icona di Maria SS. di Ripalta, patrona principale di Cerignola, mentre lascia in processione il Duomo di San Pietro (foto n. 1-2);
- la sua sosta sul trono allestito ad hoc al Piano delle Fosse con l’omaggio devozionale dei fedeli cerignolani prima di lasciare la loro città per il rispettivo santuario (foto n. 3);
- l’accensione di una batteria pirotecnica in onore della Patrona, tra le storiche fosse granarie della stessa ed ampia piazza (foto n. 4);
- il corteo devozionale con la sacra icona mariana mentre prosegue il suo cammino verso il rispettivo santuario, in prossimità della sosta presso la Cappella delle Pozzelle (foto n. 5);
- l’arrivo del simulacro di Maria SS. di Ripalta all’interno della chiesa del santuario omonimo (foto n. 6).

 
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