A Faeto, piccolo comune di lingua e cultura francoprovenzale adagiato sui Monti Dauni meridionali a guardia della valle del torrente Celone, lo scorso 14 febbraio 2015, festa di San Valentino, ha avuto luogo lo spettacolo teatrale itinerante “Io sono malvoluto da questa zita”, organizzato e presentato, per il secondo anno consecutivo, dal gruppo “I Giovani di Faeto”, ed animato, inoltre, da un apposito corteo carnevalesco.

Lo spettacolo, tutto in lingua francoprovenzale, è consistito in una vera e propria rappresentazione carnevalesca dei tempi andati, a tema amoroso, la quale ha avuto come teatro le vie e le piazze principali del paese stesso che sono state attraversate dal corteo dei personaggi che hanno recitato. Esso è partito dal salone parrocchiale, sotto la Torre dell’Orologio, poco dopo le ore 15:30 e vi hanno anche partecipato altre persone del paese, sia in maschera sia in borghese.

Caratterizzato da ilari battute, musiche d’amore e costumi colorati, “Io sono malvoluto da questa zita”, pertanto, è uno spettacolo itinerante erede dell’antico “Teatro di Vadicola” (“La Pare de Vadecóle” nella lingua francoprovenzale parlata a Faeto). Esso prende nome da una località dell’agro faetano, detta appunto Vadicola, dove, secondo un’antica e consolidata tradizione locale, un gruppo di contadini e allevatori mise in piedi l’allegra ed originale sceneggiatura della singolare storia d’amore riproposta dallo spettacolo stesso, la quale comprendeva le diverse e contrapposte tematiche che erano allora attuali: il matrimonio d’interesse avverso a quello d’amore, la lotta tra il bene e il male, le credenze religiose, il rapporto di fiducia, lo scambio di cortesie tra gli abitanti.

Durante tutto lo spettacolo, sia durante il cammino del corteo sia nelle tre soste in altrettanti larghi del paese per dar luogo alla recita, i personaggi, tutti uomini, hanno ognuno interpretato il proprio ruolo entro azioni sceniche definite con cura: il Prete con i due Chierichetti, gli Sposi, i due Volanti (guardiani) a scorta degli Sposi, Pulcinella, il Disperato, Patanacotte (Patatacotta), la Vecchia, il Notaio, Tommasino il segretario del notaio, l’Angelo, il Diavolo ed il Diavoletto (suo figlio), oltre a quattro Musicisti che suonavano i propri strumenti intonando canti.

Nel corso di ognuna delle tre soste, la rappresentazione della storia d’amore, oggetto dello spettacolo, è stata ripetuta con l’introduzione, in lingua italiana, fatta da uno dei due Volanti e da una bambina. Dopodiché tutto è stato recitato in lingua francoprovenzale mentre si sono succeduti: il monologo di Pulcinella, il suo dialogo con il Disperato, lo scontro tra il Disperato (un ricco anziano) e lo Sposo che si contendevano la Sposa, la Vecchia che portava “l’imbasciata” alla Sposa, lo scontro tra l’Angelo ed il Diavolo con la vittoria del primo sul secondo (a simboleggiare il bene che vince sul male), la lettura dell’atto di matrimonio tra gli Sposi da parte del Notaio col suo piccolo segretario Tommasino, la benedizione degli Sposi da parte del Prete, ed infine il festoso ballo degli Sposi subito prima della ripresa del cammino del corteo.

Il presente fotoreportage è illustrato dalle sottostanti otto immagini aventi per oggetto:
il corteo carnevalesco dello spettacolo teatrale itinerante “Io sono malvoluto da questa zita”, in lingua francoprovenzale (foto n. 1);
i quattro Musicisti mentre suonano i propri strumenti (foto n. 2);
uno dei due Volanti (guardiani) mentre introduce lo spettacolo (foto n. 3);
il dialogo tra Pulcinella ed il Disperato (foto n. 4);
lo scontro tra il Disperato e lo Sposo (foto n. 5);
il dialogo tra la Vecchia ed il Disperato (foto n. 6);
lo scontro tra l’Angelo ed il Diavolo (foto n. 7);
il ballo degli Sposi (foto n.8).

 
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