Sabato 2 novembre 2019, giorno della Commemorazione dei defunti, a Faeto, piccolo centro di lingua e cultura francoprovenzale dei Monti Dauni meridionali, ha avuto luogo la tradizionale e consueta «Festa dei Morti», popolarmente chiamata «Féte dé mòre».

Sul piano religioso essa è stata caratterizzata non solo da due Celebrazioni Eucaristiche mattutine in loro onore, tenutesi rispettivamente nella cappella del cimitero (ore 10:30) ed in quella di santa Filomena (ore 12:00), ma anche da una terza più solenne che ha avuto luogo nell’ottocentesca Chiesa Parrocchiale del SS. Salvatore, a partire dalle ore 17:30, e dalla conseguente processione che da qui si è diretta verso il cimitero. I fedeli adulti che hanno formato il corteo processionale hanno portato con sé dei ceri accesi ed i loro bambini delle zucche intagliate e forate con simboli cristiani, cosmici o geometrici, dette «còcce de mòre» (traduzione letterale: «teste di morto»), le quali contenevano lumini accesi al loro interno. Il significato di quest’usanza tradizionale del luogo, che è di origine incerta, è proprio quello di portare la Luce ai propri cari defunti, in quanto essa è il simbolo cristiano sia della sconfitta delle tenebre e della morte sia della vita e della resurrezione. Dopo l’arrivo della processione nel cimitero, è stata effettuata una sosta di preghiera dinanzi alla cappella principale, dopo la quale i fedeli del posto che vi hanno partecipato hanno deposto i propri ceri e le proprie zucche presso le tombe dei loro cari.

In serata la festa è stata animata, nel suggestivo centro storico, dalla prima edizione dell’evento ”Il bosco, le sue creature e sapori d’Autunno“, organizzato dai volontari dell’Associazione Amis de l’Ufis e dell’Associazione Corale Nuova Provenza per riscoprire i colori e i sapori della stagione autunnale, nonché la cultura francoprovenzale locale e le sue tradizioni.

Lungo le antiche strade e piazzette interessate dalla manifestazione, i visitatori hanno potuto ammirare sia le rappresentazioni di personaggi e creature fantastiche del bosco di Faeto (gnomi, folletti, il re della quercia grande, il taglialegna, la fata del fiume e le sue fatine, la carrozza a forma di una gigantesca zucca), sia i prodotti artigianali e gli oggetti di uso quotidiano del passato, frammisti a svariati frutti di stagione e foglie secche multicolori. Inoltre hanno potuto degustare, pagando un modico contributo e seguendo un apposito itinerario gastronomico, alcune specialità della gastronomia faetana, quali: péttele (pettole), cecattiélle é fasúle (cavatelli e fagioli), megliàzze é réje (polenta con pancetta), megliàzze sausícchje é funge (polenta con salsiccia e funghi), maccarúnne cò la checúzze (pasta con la zucca), insieme a del vino rosso ed a tipici dolci tradizionali locali. Non sono mancati momenti di allegria con il trucca-bambini ed i balli, i canti e le melodie della tradizione popolare del luogo.

Il presente fotoreportage è illustrato dalle sottostanti sei immagini aventi per oggetto:
zucche e ceri lasciati dai fedeli faetani presso le tombe dei propri cari al termine della processione sopra descritta (foto nn. 1-2);
il programma religioso della giornata faetana di commemorazione dei defunti (foto n. 3);
frutti autunnali allestiti insieme ad oggetti d’artigianato locale nell’ambito dell’evento ”Il bosco, le sue creature e sapori d’Autunno“ (foto nn. 4-5);
il rispettivo manifesto (foto n. 6).

 
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