La sera dello scorso 19 marzo 2014 a San Giovanni Rotondo, in Provincia di Foggia, si è rinnovata la plurisecolare e tradizionale consuetudine di festeggiare San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria e patrono della Chiesa Universale e dei papà, con l’accensione delle fanoje (altrimenti dette falò) sistemate in diversi punti della cittadina garganica, sia nelle vie centrali sia negli ampi spazi liberi della periferia.

L’antichissima tradizione delle fanoje è precristiana ed affonda le sue radici nella cultura pagana, secondo la quale con la loro accensione si festeggiava l’equinozio di primavera e perciò la fine dell’inverno. Il passaggio dall’inverno alla primavera, in tempi remoti, coincideva pertanto con quello dal vecchio al nuovo anno. L’usanza di accendere le fanoje era perciò finalizzata sia ad allontanare il freddo inverno e tutto ciò che è stato maligno e angosciante per gli individui e per la collettività, sia ad augurarsi ed a sperare nei futuri benefici della primavera, stagione in cui la natura germoglia e si rigenera dopo la stasi invernale. Altri due importanti significati delle fanoje sono da ricercare sia nel riscaldamento dell’ambiente per velocizzare la maturazione dei raccolti sia nella devozione verso San Giuseppe, che fu scelto da Dio come Sposo della Vergine Maria nel momento in cui il bastone del santo falegname fu l’unico a fiorire tra quelli degli aspiranti a tale Sposalizio.

Le fanoje che si sono accese la sera del 19 marzo 2014 a San Giovanni Rotondo sono state numerose e di varie dimensioni, piccole, medie e grandi. Dal momento che esse hanno sempre svolto un ruolo socializzante, fungendo da focolare allargato ad altre famiglie ed agli amici, la serata della festa di San Giuseppe è stata animata, attorno ad esse, dai banchetti allestiti dai rispettivi organizzatori con abbondanza di cibo ed a suon di musica popolare oppure contemporanea, a seconda dei propri gusti. Tutto ciò sta ad indicare il legame ancora molto sentito, e in questi ultimi tempi rinvigorito, che la comunità sangiovannese avverte per questa festa religiosa e popolare, nonostante l’avanzare della modernità e del progresso e la recessione economica di questi periodi.

Inoltre l’Assessorato alla Cultura del comune garganico e l’Associazione Culturale “Le fanoje” hanno per l’occasione organizzato la quattordicesima edizione della gara delle fanoje di San Giuseppe, alla quale hanno partecipato alcune delle tante fanoje sparse in diversi punti della cittadina garganica. Esse saranno valutate in base alla scenografia del contesto, all’offerta gastronomica ed all’accompagnamento musicale. La relativa premiazione avverrà il prossimo 25 marzo, festa dell’Annunziata, presso la sede dell’associazione “Gargano Sinphonia”, in Via soldato Antonio Massa.

Per tutta la serata di San Giuseppe, nel centro storico, e precisamente alla Giallëchæra, pittoresco slargo ubicato lungo Via Castellana ed a cui fa da sfondo il sette-ottocentesco Mulino Massa, i membri dell’associazione culturale “Le Tre Torri” hanno acceso una piccola fanoja ed hanno accolto festanti il pubblico sia intrattenendolo con uno spettacolo di musica e canti della tradizione popolare locale sia preparando e facendo degustare, in cambio del pagamento di un modico contributo, le più note specialità enogastronomiche sangiovannesi. Inoltre è stato aperto per l’occasione lo storico Mulino Massa, che ha funzionato sino ad alcuni decenni fa, e, a richiesta, sono state effettuate le visite guidate al suo interno, utili a far conoscere non solo i macchinari e gli attrezzi che esso contiene ma anche il processo produttivo del pane e dei derivati del grano, la storia del mulino stesso e la sua importante funzione sociale svolta in passato.

In Contrada Pontone Longo, a sud-ovest della cittadina garganica, è stata accesa alle ore 21 in punto, per la prima volta in assoluto, la gigantesca “Fanoja del Sorriso”, organizzata dal sangiovannese Saverio Dragano al fine di raccogliere i fondi da destinare ai bambini ricoverati nella pediatria oncologia dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, opera di San Pio da Pietrelcina. La spettacolare accensione di quest’enorme fanoja (alta 12 metri, occupante una superficie di circa 100 metri quadrati, e composta da circa 500 quintali di legna) ha riscosso un notevole successo di pubblico ed è stata accompagnata ed allietata da canzoni e musiche tradizionali e popolari locali, che sono state ballate dai “Piccoli dell’Eco del Gargano”. Presso gli antistanti stand enogastronomici i numerosi visitatori sangiovannesi, ed anche forestieri, hanno degustato i prodotti tipici locali in cambio del pagamento di un contributo di solidarietà per la suddetta finalità benefica. Cosicché alla fine dei festeggiamenti il ricavato della prima “Fanoja del Sorriso” ha raggiunto i 2700 euro che, insieme ad altri 1500, saranno utilizzati dallo stesso organizzatore, Saverio Dragano, per realizzare un parco giochi nel reparto pediatrico-oncologico dell’ospedale religioso sangiovannese.

Il presente fotoreportage è illustrato dalla sottostanti sei immagini che ritraggono:
- una fanoja in onore di San Giuseppe, allestita in Via Foggia, presso l’incrocio con la circonvallazione (foto n. 1);
- una piccola fanoja allestita alla Giallëchæra, caratteristico angolo del centro storico di San Giovanni Rotondo (foto n. 2);
- un momento di festa alla Giallechera, con degustazioni dei prodotti tipici dell’enogastronomia sangiovannese e visite al settecentesco Mulino Massa, visibile sullo sfondo (foto n. 3);
- l’esibizione di musiche e canti popolari della tradizione sangiovannese, eseguiti nello stesso luogo dai membri dell’associazione “Le Tre Torri” (foto n. 4);
- la fanoja di Via Giovanni Del Giudice (foto n. 5);
la gigantesca Fanoja del Sorriso, allestita in Contrada Pontone Longo (foto n. 6);

 
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