Durante la XIV Settimana della Cultura l’accesso gratuito ai visitatori ha interessato anche il Museo Nazionale Archeologico ospitato nel Castello di Manfredonia, unico museo statale del Gargano.

Questo Castello sorse in riva al mare per volere del re svevo Manfredi che nel 1256 aveva fondato la città Manfredonia, in un luogo più riparato rispetto alla paludosa e terremotata Siponto di cui accolse gli abitanti e l’eredità socio-culturale ed economica. Ma furono gli Angioini a costruire il Castello manfredoniano dopo aver sconfitto lo stesso Manfredi nel 1266 nella Battaglia di Benevento che segnò la fine del potere svevo nel Meridione d’Italia ed in Sicilia.

Il Castello, terminato nel 1282, assunse una planimetria rettangolare con quattro torri angolari di pianta quadrangolare ed una sempre quadrangolare ed oggi non più esistente presso l’ingresso di nordest. Nel periodo a cavallo tra la dominazione angioina e quella aragonese, tre delle quattro torri angolari (quelle della Cisterna, del Magazzino d’Artiglieria e di San Michele) furono rinforzate assumendo una forma cilindrica mentre quella che conservò la forma originaria fu la Torre Quadra.

Per ragioni di sicurezza, dovute alla scoperta della polvere da sparo ed all’impiego dell’artiglieria pesante, tutto il complesso architettonico del maniero fu circondato dagli Aragonesi nell’ultimo decennio del XV secolo con una cortina muraria. Essa è di minore altezza e presenta le pareti più spesse ed inclinate per un migliore posizionamento ed un più facile spostamento delle armi da fuoco.
Ai suoi angoli tale recinto murario era munito di quattro torrioni a pianta circolare e dal volume troncoconico fin sotto al toro e cilindrico al di sopra. Oggi ne rimangono tre (quelli del Fico, la Segreta e del Molo) mentre il torrione ad ovest fu sostituito dagli Spagnoli con un bastione a pianta pentagonale, proteso verso la città, che prese il nome dell’Annunziata per via del bassorilievo presente su un suo prospetto.

Il Museo Archeologico Nazionale di questo Castello fu istituito nel 1980 e custodisce soprattutto i reperti archeologici rinvenuti nelle località attorno a Manfredonia (Grotta Scaloria, Candelaro, Coppa Nevigata, Cupola, Fontanarosa, Monte Aquilone) e che vanno dalla preistoria alla civiltà dei Dauni tra cui le famose stele daunie. Si tratta di cippi funerari di forma rettangolare, realizzati in pietra calcarea del Gargano tra il VII ed il VI sec. a. C. Essi venivano conficcati verticalmente nel terreno e celebravano la memoria di personaggi di alto rango sociale.

La parte rettangolare delle stele daunie presenta su entrambe le facciate gli ornamenti geometrici lungo i lati, mentre negli spazi centrali sono ritratte le scene raffiguranti figure schematiche maschili o femminili impegnate nelle attività quotidiane dei Dauni dell’epoca (di cui non abbiamo fonti scritte) in base alle quali si distingue se la stele in esame è riferita ad un personaggio maschile o femminile. Al di sopra della parte rettangolare, ogni stele terminava con una testa adornata di monili oppure con un copricapo.

Inoltre è davvero interessante la mostra permanente sull’antica città portuale di Siponto, che è allestita in un’enorme sala rettangolare del primo piano tra la Torre Quadra e la Torre della Cisterna. Qui i pannelli illustrativi, le teche contenenti i reperti archeologici ed il plastico delle mura sipontine documentano il visitatore sugli esiti dell’indagine archeologica promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.

Sempre dell’antica città di Siponto una sezione del museo, sistemata presso l’ingresso di fronte al mare, ospita una serie di elementi architettonici e reperti lapidei risalenti ai periodi romano e paleocristano

Il presente fotoreportage è corredato dalle sottostanti dieci immagini che hanno per oggetto:
● il Castello di Manfredonia visto dal Piazzale Silvio Ferri, lungo il fronte mare e presso l’imbocco del molo di levante del porto (foto n. 1);
● il più antico complesso architettonico del maniero voluto dal re svevo Manfredi ma realizzato dagli Angioini ed inglobato verso la fine del XV secolo dagli Aragonesi nella cortina muraria turrita agli angoli, di cui qui si vede la rampa a gradoni (foto n. 2);
● le stele daune sistemate nella sala a pianterreno lungo il lato nordovest del cortile, tra la Torre Magazzino d’Artiglieria e la Torre San Michele (foto n. 3-4);
● la riproduzione di uno scavo archeologico con le stele daune, all’interno della torre cilindrica di San Michele (foto n. 5);
● l’esposizione delle anfore e dei reperti di archeologia subaquea all’interno della Torre Quadra (foto n. 6);
● un uccello, forse un pinguino, inciso in un blocco di pietra calcarea (foto n. 7);
● i reperti archeologici ed i pannelli illustrativi della mostra permanente su Siponto sistemata al piano superiore del Castello, nell’enorme sala a pianta rettangolare compresa tra la Torre Quadra e la Torre della Cisterna (foto n. 8);
● una teca facente parte della medesima mostra e contenente alcuni contenitori di uso domestico (foto n. 9);
● un plastico sulle mura sipontine (foto n. 10).

 
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