A Manfredonia, nel complesso archeologico paleocristiano degli Ipogei Capparelli (V-VI sec. d.C.), situati nelle vicinanze della romanica Chiesa di Santa Maria di Siponto, è in corso dal 12 novembre 2016 all’8 gennaio 2017 la mostra di arte contemporanea intitolata “Casa futura pietra”.

Organizzata dall’Associazione “Eclettica-Cultura dell’Arte”, curata da Giusy Caroppo e promossa dall’Assessorato all’Industria Turistica e Culturale, Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia, l’esposizione comprende 7 installazioni di altrettanti artisti contemporanei, tutte diverse tra loro per tematiche e caratteristiche. La prima è quella di Daniela Corbascio, un’opera luminosa (neon) a forma di freccia con la scritta “Sud”, collocata all’esterno del complesso presso la vicina officina meccanica. Nell’ipogeo 6 sono di scena i creativi ed originali fotogrammi del videomapping interattivo multicanale “Anafora” di Igor Imhoff, che ripropongono i più significativi elementi figurativi presenti nei reperti archeologici del territorio dauno. In tre grotticelle della corte centrale del complesso archeologico sono alloggiati altrettanti schermi dell’installazione di Agnese Purgatorio, incentrati su alcuni conflitti del XX secolo, e dinanzi ad uno di essi una scultura in resina riproducente un cervello. Dinanzi all’ingresso dell’Ipogeo 5 campeggia un’enorme installazione di legno compensato di Francesco Schiavulli, intitolata “Dimore”, avente per tema l’immigrazione clandestina, mentre all’interno del medesimo ipogeo è collocata una videoinstallazione, denominata “Sacra Famiglia”, dello stesso artista e della medesima tematica. Nell’Ipogeo 4 vi sono 4 opere di Jason Middlebrook, tre diverse e multiformi composizioni geometriche dipinte e policrome ed un’originale composizione scultorea di posate liberamente disposte nello spazio e intrecciate tra loro. L’Ipogeo 3 è teatro della scenografica installazione di Anne e Patrick Poirier, fatta di 8 pareti a specchio con scritte che si dispongono attorno un pavimento, poligonale allungato a 9 lati, anch’esso a specchio ma suddiviso in figure geometriche. Le scritte sulle pareti riguardano virtù cardinali e concetti vitali, con lo scopo di invitare il visitatore in questa stessa opera, che sa di magico, e di richiamarlo alle sue responsabilità di vita. Infine nel vano superiore della torretta adiacente all’Ipogeo 6, Andrea Aquilanti ha realizzato un gioco di videoproiezioni che proiettano l’ombra del visitatore dove non dovrebbe naturalmente essere, per disorientarlo. Un’ottava installazione, “Archivio paesaggi sonori”, che era collocata nell’area tra gli Ipogei 1 e 2, è stata purtroppo trafugata.

L’intento della mostra, che pone in armonica relazione le suddette opere d’arte contemporanea con il complesso sepolcrale paleocristiano sipontino ed il paesaggio circostante, è quello di «promuovere la buona pratica di un museo temporaneo diffuso» per mezzo di un «viaggio ideale tra antico e moderno dove l’elemento primario della pietra diventa congiunzione simbolica per un’idea di Città ecologica e a dimensione umana».

Indirizzo della mostra: Ipogei Capparelli situati presso il km 169.130 dell’ex SS 89, tra una stazione di rifornimento ed un’officina meccanica, 71043 Manfredonia (FG).
Orari di apertura della mostra: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle ore18.00. Giorni di chiusura: 24 e 25, 31 dicembre
Ingresso gratuito. Presenza di un percorso speciale per persone con disabilità e accompagnatori.

Il presente fotoreportage è integrato dalle sottostanti sei immagini aventi per oggetto:
un fotogramma del videomapping interattivo multicanale “Anafora” di Igor Imhoff (foto n. 1), all’interno dell’Ipogeo 6;
uno dei tre schermi dell’installazione di Agnese Purgatorio, alloggiata in altrettante grotticelle della corte centrale del sito archeologico sipontino (foto n. 2);
l’installazione “Dimore” di Francesco Schiavulli (foto n. 3);
un particolare dell’interno dell’installazione a pianta poligonale allungata a nove lati e composta da pavimento e pareti a specchio con scritte, opera di Anne e Patrick Poirier situata nell’ipogeo 3 (foto n. 4);
l’originale installazione di Jason Middlebrook composta da numerose posate intrecciate e situata all’interno dell’ipogeo 4 (foto n. 5);
il manifesto della mostra (foto n. 6).

 
© Riproduzione Riservata
 

Nessun commento

Lascia un Commento