Polisportiva Ferrini Hockey A1F in azione

La Polisportiva FERRINI Cagliari, fondata nel 1948, è un’associazione sportiva dilettantistica, riconosciuta giuridicamente per meriti sociali e sportivi con decreto del Presidente della Giunta Regionale della Sardegna.
È una delle società sportive più note sul territorio, sia per la storia sportiva che per il numero, soprattutto di giovani atleti, che ne hanno, nel tempo, vestito la maglia.

È attualmente affiliata alle diverse federazioni sportive per le discipline del calcio, del nuoto, della pallanuoto e dell’hockey su prato. È in fase di avviamento una scuola rugby affiliata alla relativa federazione nazionale.
Sono circa 900 gli atleti tesserati per le varie discipline, circa 60 i tecnici e i dirigenti preposti e 40 i soci dell’associazione.
L’associazione dispone di un proprio centro sportivo polivalente dove, tra diverse strutture di supporto, spiccano il campo di calcio in erba sintetica di ultima generazione e il campo di hockey per i campionati nazionali delle proprie squadre.

Risponde alle domande di Comuni-Italiani.it Roberto Maxia, presidente della polisportiva di Cagliari.

Carsten Fischer, un mito dell'hockey mondiale, e Roberto Maxia

La sezione hockey è nata nella Polisportiva nel 1964. Da allora diversi successi, con tantissimi campioni e giovani che continuano a difendere i colori della Polisportiva Ferrini, in campo maschile e femminile.
La sezione è stata istituita grazie ad un atleta e allenatore già dell’Amsicora e della nazionale italiana (Alberto Maxia, padre dell’attuale Presidente) e a due lungimiranti dirigenti societari (Giuliano Loddo che fu il responsabile della sezione per tanti anni, e Piero Polese, presidente storico della società cagliaritana).
Le squadre di hockey maschili e femminili disputano attualmente il campionato di hockey di serie A2M e A1F con elementi provenienti prevalentemente dal vivaio societario, che ha conseguito nel tempo due titoli italiani giovanili vantando diversi atleti e atlete convocate nelle nazionali italiane assolute e giovanili.
Come in tutte le altre discipline praticate, la Polisportiva ha una particolare attenzione verso il settore giovanile e di avviamento allo sport.

Come spiega questa concentrazione dell’hockey italiano, maschile e femminile, a Roma e a Cagliari?
A Cagliari, in Sardegna in genere, credo che il principale motivo sia storico.
L’Amsicora, con un gruppo di ragazzi del liceo classico Dettori, allenati da un tecnico anglo-indiano prof.Vado, dimostrò in pochi anni a tutta l’Italia che dedizione e impegno erano la base del successo sportivo.
I successi portarono altri atleti a praticare questa disciplina, poi a fondare altri club e ora eccoci ai giorni nostri, con una diffusione che può essere paragonata, in Europa, alla sola catalogna che eccelle in Spagna e nel mondo in questo sport.
Essendo il Presidente della Polisportiva ma anche un ex-hockeista (prima atleta, poi tecnico e dirigente e, per un periodo, consigliere federale), rivendico spesso con orgoglio la forte identità di questa disciplina con la nostra regione.
Anche per Roma le ragioni sono storiche e antecedenti a quelle cagliaritane. Le Olimpiadi del 1960 diedero impulso alle strutture e su quelle si sono attestate diverse società, in molti casi legate al solo hockey a differenza di quanto accade da noi.

Polisportiva Ferrini Cagliari Hockey A1F

Come sono sentiti, dalla squadra e dai tifosi, i derby con la S.G. Amsicora e con l’H.C. Suelli?
I derby sono sempre un momento particolare della stagione, sia a livello maschile che femminile. Non bisogna neanche dimenticare Cus Cagliari (A2M) e Juvenilia Uras (A2M).
Sono ben otto le squadre che fanno attività nazionale e dunque spesso ci si incrocia.
A differenza di altri sport e tranne episodi isolati e legati talvolta all’importanza della gara, direi che si tratta di partite come altre. Se due squadre giocano una finale scudetto, certamente il derby è più acceso…
In generale, chi opera con passione in questo sport cerca di allontanare atteggiamenti e pratiche che non si conciliano con uno sport totalmente dilettantistico dove il fair play dovrebbe farla da padrone.
Questo non significa non fare un tifo, anche sfegatato, per la propria squadra.

La squadra femminile è impegnata nel campionato di A1 e dopo quattro partite è ancora a zero punti. Quali sono gli obiettivi stagionali? E quali le difficoltà emerse?
Gli obiettivi sono la salvezza e l’impiego ancora più massiccio di giovani e giovanissime del vivaio.
In questo caso le due cose non stanno dando il risultato auspicato ma non ne facciamo un dramma. La squadra lavorerà di più consapevole delle difficoltà.
Se poi, alla fine, questo risultato non arriverà, si ricomincerà dalla serie inferiore.
Non è nostra abitudine forzare la mano, investendo magari massicciamente in atlete straniere o oriunde. Abbiamo tre atlete argentine di buon livello (Alacid, Peretti e Varela), che fanno da chioccia alle più giovani in campo e si dedicano al settore giovanile e scolastico. È il nostro modello e non lo abbandoniamo.

Caterina Manca, capitano A1F

Un pronostico. Chi lotterà per il titolo italiano e chi per mantenere la categoria?
Direi che Lorenzoni e Villafranca mi sembrano, al momento, superiori alle altre e le reputo le favorite salvo stravolgimenti delle squadre nella seconda parte del campionato, che potrà riguardare anche la lotta per non retrocedere, dove noi, è ovvio, siamo impegnate. Sulle altre potenziali “candidate” alla retrocessione non mi pronuncio. Il campionato mi sembra più equilibrato di altri anni e nessuno scende in campo con la vittoria in tasca. È un bene.

Quali sono invece gli obiettivi della squadra maschile impegnata nel campionato di serie A2 (4 punti dopo le prime due partite)?
Idem come sopra, in questo caso un gruppo di circa 10/12 ragazzi quasi tutti under 18 che chiede sempre più spazio allenandosi e impegnandosi tantissimo. Questa cosa non si può ignorare considerando che si tratta del futuro della società. Credo che la nostra squadra lotterà nel secondo gruppo e dovrà guardarsi dagli ultimi posti.
Tra le sarde, Cus Cagliari e Uras le colloco più su. Sono più esperte e più mature e questo, soprattutto, nell’hockey è moltissimo. Si tratta solo di aspettare i nostri giovani mantenendo la categoria. Poi si vedrà. È ovvio che noi puntiamo, con un progetto preciso e pluriennale, a tornare nella massima serie ma vogliamo andarci da protagonisti e non da comprimari.

Polisportiva Ferrini Cagliari A2M

Tenendo conto della formula dell’A2 maschile, chi vede favoriti per la promozione e chi per la retrocessione?
Come ho detto, per me Cus Cagliari, Uras, Superba e Bondeno lotteranno per la promozione (forse proprio in quest’ordine), dietro tutte le altre abbastanza equilibrate. Ma anche in questo caso, nessun risultato è scontato, vedi la nostra vittoria, ritengo meritata, nel difficile derby con l’Uras alla prima giornata.

E il derby con il Cus Cagliari?
Sarà una partita dura e difficile per entrambe, credo anche corretta come lo è stata negli ultimi anni.

Quali sono le maggiori difficoltà dell’hockey su prato in Italia?
Sono le difficoltà che incontra uno sport minore in una nazione quasi colonizzata sportivamente. E’ evidente che la sfida dell’hockey si deve giocare sulla qualità e non sulla quantità.
Dunque, strutture sportive di primo livello, istruttori preparati, società in prossimità dei principali, radicati e maggiormente numerosi bacini di utenza. Sembra facile ma ci vogliono risorse umane e finanziarie che è sempre più difficile reperire. Il momento, poi, non sembra propizio per tutto lo sport italiano.

Come giudica la copertura mediatica dei vostri campionati?
Ancora troppo bassa. Anche se io credo di più nella copertura locale che in quella nazionale. E’ così che si radica un interesse da parte di nuove risorse, sponsor ed enti locali.
La dimensione deve essere locale e, soprattutto, calibrata sulle specificità generali del movimento e particolari del territorio.
Voglio aggiungere che nell’hockey si trovano, sia a livello nazionale che a livello locale, eccellenti dirigenti che per competenza e passione non sono veramente secondi a nessuno. Anche perché le necessità hanno creato virtù…

Uno foto degli anni 60 della Polisportiva Ferrini

I giovani si avvicinano all’hockey su prato?
Direi di sì, seppur all’interno dei difficili processi di reclutamento sportivo. Dipende da come l’hockey su prato si propone. E anche qui non c’è una formula unica e vincente. Deve essere adattata. Noi, ad esempio, facciamo tantissima attività nelle scuole (avviciniamo alla pratica e alla conoscenza dell’hockey quasi 200 bambini e bambine l’anno) e organizziamo campus al club, magari durante le vacanze. Si tratta di fidelizzare i bambini e i loro genitori.

La crisi economica condiziona i programmi di una squadra di hockey?
Assolutamente sì. In Sardegna la disponibilità di aziende capaci di impegnarsi come sponsor è ridottissima. Godiamo di una contribuzione da parte della Regione ma anche questo sarà naturalmente sempre meno importante. Bisogna organizzarsi per tempo, anche a costo di ridurre l’attività nazionale assoluta a favore di quella addestrativa e giovanile.
Nel calcio lo abbiamo fatto da tantissimo tempo. Pur avendo uno dei vivai migliori in Sardegna, la nostra squadra maggiore viene “frenata” altrimenti si corre il rischio di farsi male.

Con tante squadre di hockey cagliaritane, con tanti altri sport di squadra come riuscite a ritagliarvi l’interesse di sportivi, tifosi ed istituzioni di Cagliari?
Intanto con la specificità del nostro sport che tanto lustro ha dato e continua a dare alla nostra città. Pochi sanno che in un recente studio promosso dal Sole 24 Ore, la città di Cagliari ha avuto un’ottima classifica come “città sportiva anche grazie all’hockey e ai suoi risultati e praticanti. Non è poco. E tanti dirigenti sportivi provengono dalle file dell’hockey aumentandone la notorietà.

Iniziativa Ferrini Cagliari e Special Olympics

A quali campionati partecipano le altre sezioni della Polisportiva Ferrini?
Nel calcio partecipiamo con più di 15 squadre a tutti i campionati indetti dalla Federazione. L’anno scorso la nostra squadra Giovanissimi è arrivata ad un passo dalla finale nazionale per lo scudetto di categoria.
La prima squadra gioca nel campionato di Promozione Regionale. La pallanuoto invece milita nel campionato di serie C ma avuto anche trascorsi in serie B.
Il nuoto è praticato soprattutto a livello giovanile non avendo una piscina nostra. Questo è veramente un grande obiettivo societario.

Siete protagonisti anche di iniziative sociali, benefiche?
Siamo continuamente proiettati sul sociale. Abbiamo redatto, tra le poche società sportive in Sardegna, un codice etico e su quello abbiamo fatto tanta formazione interna, ad atleti, dirigenti, tecnici e semplici sostenitori.
Poi sponsorizziamo manifestazioni particolari: recentemente, ad esempio, abbiamo fatto un meraviglioso evento sportivo che aveva come protagonisti tante associazioni impegnate sui disabili sotto l’egida dello Special Olympics. Quelle manifestazioni che ti fanno capire quanto sia importante impegnarsi a favore dello sport.

 
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