Un sabato d’agosto al centro della città si può respirare anche se il termometro ha segnato 38°C.
Ampi spazi circondano il nuovo Teatro Lirico di Cagliari (foto1), ad ovest la piazza Amedeo Nazzari con una pavimentazione ad anfiteatro in leggera pendenza a convergere verso la cupola trasparente della sartoria ma senza gradinate per la gioia dei pattinatori di tutte le età (foto2), ad est un serpiginoso fiume artificiale circondato da aree di verde comunicanti con un ponte ligneo, spiazzi in pietra bianca a più livelli, circondati da fontane e zampilli a modulazione musicale, passerelle in legno a terra e su un lungo ponte metallico (foto3).

E’ questo il Parco della Musica della città che nei sabati estivi offre ai cagliaritani ristoro col fresco e la buona musica: Mozart, Bach, Bellini, Dvorak, Vivaldi, Rossini e Haendel. Al tramonto del quattro agosto, mentre nel fiume scivolano silenziose le paperelle e bimbi festosi le seguono dalle rive e qualche coraggioso fa le capriole sul prato, gli orchestrali diretti dal giovane Cristiano del Monte accordano gli strumenti sul palco che accoglie orchestra e coro del Teatro Lirico (foto 4 e 5).

Le poltroncine davanti al palco sono tutte occupate da tempo: sono tanti in città gli amanti ed intenditori della buona musica e non mancano quelli che amano dissetarsi con le gaie note rossiniane. Quando in lontananza lo skyline del Castello di Cagliari già si staglia sul cielo rosa violaceo del tramonto, sulla brezza estiva scivolano leggere le note della Sinfonia del Guglielmo Tell (foto 6 e 7).

Presto il lungo ponte metallico si riempie degli ultimi arrivi catturati dalle armonie del Tancredi e dell’Assedio di Corinto (foto 8). Con le sinfonie rossiniane nell’aria, le acque del fiume stagnano riverenti mentre i minuti volano veloci. Qualcuno tossisce e molti sguardi duri lo curano, è già nell’aria la dolce e possente preghiera del Mosè “dal tuo stellato soglio”.

Le voci del basso Alessandro Frabotta, delle donne e degli uomini del coro diretto da Marco Faelli si alternano e si intrecciano fino ad un robusto finale armoniosamente sposate alle note rossiniane. Segue uno scrosciante e caloroso applauso, poi silenziosi ci inoltriamo nella notte umida ed essa ci avvolge come le onde del mar Rosso.

 
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