Is piccioccheddus de crobi con le ceste sul capo trasportano di corsa le spese effettuate al mercato dalle massaie e da is serbiroras in un’atmosfera da bazar. I pesi trasportati sono elevati e il fisico dei ragazzi è fragile e le loro colonne vertebrali flettono paurosamente.

Non ci troviamo in un paese asiatico ma in su Mercau Becciu de Casteddu nella prima metà del secolo scorso: oggi l’elegante facciata del vecchio mercato nel Largo Carlo Felice non esiste più da quando nel 1957 è stato inaugurato il Mercato Civico più grande d’Europa nel rione nuovo di San Benedetto.

E’ martedì ed i cagliaritani veraci alle 10 del mattino raggiungono quell’anonimo palazzo dove al piano terra è razionalmente accolto l’immenso mercato del pesce. Sbagliate se pensate di trovare “l’eleganza e la precisione giapponese della gestualità degli uomini fra i corpi senza vita dei pesci nella pancia della balena” che Alberto Favara magnificamente ci rappresenta nel reportage del mercato del pesce di Tokio.

Congelata… congelata è la brutta parola che si sente nelle scale d’ingresso e i visi s’incontrano truci. Ma non sia mai, pesce congelato al Mercato di San Benedetto?!
“No, no! Il governo Monti vorrebbe congelare la tredicesima“. Ah…ma così va “quasi” meglio.

Il pesce è fresco ed è quel che conta… ora. Qui inizia il divertimento, i box fanno a gara ad esporre pesci freschissimi, colorati e persino in movimento ed oggi è martedì, il giorno migliore per gli acquisti. E’ un luogo di piacere: i turisti saturano le memorie delle macchine fotografiche mentre i buongustai locali non sentono lo sgradevole salasso per gli acquisti ma è per loro un frenetico rilassamento nella stressante vita quotidiana.

Il chiasso e le voci dei pescivendoli nascondono il rumore irritante del traffico esterno. In questo mondo piacevolmente caotico si prendono consigli sulle zuppette di pesce, sulle fritture delle murene, ottime pure al sugo. La paura degli urticanti anemoni di mare non impediscono l’acquisto per una pasta sopraffine o un fritto sicuro.

Cos’è sa burrida? – chiede una signora dall’accento veneto.
Tocchi di gatti di mare in un soffritto di aglio, prezzemolo, fegatino e noci,.. assaggi!“.
Come si può rinunciare all’acquisto di bottarga fresca di muggine o più stagionata di tonno, ottima da grattugiare? Tra queste facce, voci e colori campeggia giustamente la scritta comunale “vende qualità da 50 anni”.

 
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