Claudio D'Alessio con Antonio Rastrelli

Il 17 marzo 2011 anche a Pompei ricorderemo a noi tutti che siamo gli italiani di una grande nazione, festeggiando il 150° anniversario dell’Unità di tante terre con tante culture e tanta gente desiderosa di essere e crescere insieme.
Lo faremo nel corso dell’anno con diverse e non retoriche iniziative, per ricordare ed affermare l’appartenenza di Pompei all’Italia, all’Europa, al Mondo.

La valenza simbolica delle celebrazioni rimanda ad un messaggio di identità e unità nazionale e testimonia l’impegno di valorizzare il territorio nazionale come espressione di realtà e peculiarità di tutte le Ragioni che le compongono.
Siamo pur sempre una piccola comunità del Mondo che difende ed afferma la propria identità, ma siamo attivi, accogliendo le opportunità digitali, in un progetto culturale innovativo che include valori locali e globali: dalla difesa delle tradizioni territoriali all’accoglienza di nuove culture, dal sentirci nella chiesa di Cristo ma vicini ai fratelli di altre confessioni religiose.

Siamo consapevoli del grande privilegio di Nazione che ci è stato offerto da chi ha immaginato quello che oggi siamo, da chi ha lavorato, lottato e sofferto per costruire la grande Italia: è doveroso ritrovare la memoria storica attraverso la conoscenza per ricordare e rivivere una storia che narra tante battaglie, di centinaia di uomini che si sono battuti, sacrificando le loro vite, per battersi per la libertà dell’Italia e degli italiani.
La ricchezza di una Nazione è nella convivenza delle sue diverse culture fondanti, nella solidarietà delle azioni e delle scelte.

Pompei è una Città in cui dalle incertezze maturano le opportunità di sviluppo economico, di lavoro e sociale.
Pompei è una piccola Italia perché nasce proprio dall’unione di pezzi di territori di comuni limitrofi, di storie e culture diverse: questa varietà è la sua ricchezza, una “predisposizione genetica” all’accoglienza dei cittadini del mondo che scelgono Pompei per almeno un viaggio nella loro vita.

Rinsalderemo in quest’anno di festeggiamenti il nostro rapporto di vicinanza con i “nuovi italiani”, ex stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza vivendo e lavorando a Pompei, ma soprattutto con i giovani (ribattezzati nati digitali) a cui dobbiamo trasferire il valore del privilegio di vivere in una nazione e l’orgoglio di essere in una città moderna che è il simbolo delle cose più importanti d’Italia: la fede cattolica e il patrimonio culturale.

La nostra città, gli scavi archeologici, il Santuario dedicato alla Madonna, sono e rimarranno patrimonio del mondo e della sua umanità, un segno distintivo, un valore per tutta l’Italia.

 
© Riproduzione Riservata
 
 

Nessun commento

Lascia un Commento