La sera di Giovedì Santo, 24 marzo 2016, a San Giovanni Rotondo non solo sono stati allestiti, come prevede la liturgia cattolica, gli altari della reposizione nelle chiese dove si è celebrata la Santa Messa in coena domini, ma, all’interno della storica Chiesa di Sant’Orsola si è anche svolto l’antico rito dell’Ufficio delle Tenebre, iniziato intorno alle ore 21:30 e durato circa due ore.

Tale rito, con cui si celebrano il Mattutino e le Lodi in onore di Gesù Cristo Nostro Signore, è composto da salmi, lamentazioni, responsori, dal Benedictus e dal Miserere, tutti rigorosamente in latino, i quali vengono cantati dai confratelli dell’Arciconfraternita dei Morti, operanti nella chiesa stessa. A destra dell’altare maggiore marmoreo era stato per l’occasione collocato un candelabro a forma triangolare (simbolo della Trinità) ed avente 15 candele, di cui 14 collocate sui lati obliqui del triangolo (7 per lato) in rappresentanza delle stazioni della Via Crucis, mentre la quindicesima, collocata al centro del lato di base, identifica Gesù Cristo, Luce del Mondo. Durante l’Ufficio delle Tenebre un confratello, incaricato ad hoc, ha provveduto allo spegnimento progressivo di una candela del candelabro per ogni salmo cantato dal coro. Alla fine del Benedictus, la candela rappresentante Gesù Cristo è stata l’unica a rimanere accesa e, dopo che sono state spente le luci in chiesa, il priore dell’arciconfraternita l’ha prelevata dal candelabro e condotta nel coro, alle spalle dell’altare maggiore, nascondendola ai fedeli e simboleggiando, in questo modo, l’arresto di Gesù Cristo. Subito dopo, nel coro i confratelli hanno simulato il cosiddetto “terremoto”, facendo un gran trambusto con raganelle, troccole e mani battute sugli stalli. Il significato di ciò è stato quello del chiasso dei giudei durante l’arresto di Gesù. Alla conclusione del rito, il priore ha mostrato ai fedeli, sempre nell’oscurità totale, la candela accesa rappresentante Gesù Cristo, innalzandola tra le mani, prima di recarsi in sacrestia con gli altri confratelli ed i membri del coro. Dopodiché la chiesa è stata nuovamente illuminata.

Il presente fotoreportage è illustrato dalle sottostanti sei immagini aventi per oggetto:
l’interno della Chiesa di Sant’Orsola durante lo svolgimento del rito dell’Ufficio delle Tenebre, con l’altare della reposizione al centro dell’altare maggiore e, sulla destra, il candelabro a forma triangolare con 15 candele (foto n. 1);
il momento conclusivo dell’Ufficio delle Tenebre, quando è rimasta accesa l’ultima delle 15 candele del candelabro, quella rappresentante Gesù Cristo, e la suddetta chiesa è stata messa al buio per il “terremoto” (foto n. 2);
i simulacri dell’Addolorata e del Cristo Morto, collocati per l’occasione dinanzi all’altare maggiore della Chiesa di San Nicola (foto n. 3);
l’altare della reposizione allestito nella Chiesa Madre di San Leonardo abate (foto n. 4);
l’altare della reposizione allestito nella Chiesa di San Giovanni Battista, nota come la Rotonda, da parte della Parrocchia di Sant’Onofrio (foto n. 5);
l’altare della reposizione allestito nella Chiesa di San Giuseppe artigiano (foto n. 6).

 
© Riproduzione Riservata
 
 

Nessun commento

Lascia un Commento