Era il 26 Gennaio 1943, quando il Generale Reverberi nei pressi del villaggio di Nikolajewka, per rompere l’accerchiamento disse: “Tridentina avanti”; seguirono 11 assalti, due mitragliatrici russe appostate su un campanile sterminavano i nostri soldati. In quella giornata ne caddero circa 6000, ma alla fine il varco fu aperto e l’accerchiamento evitato: il sacrificio di quei soldati ha evitato una tragedia che poteva avere delle conseguenze catastrofiche.

Si sono concluse ieri a Brescia, le manifestazioni che hanno celebrato il 70° anniversario della battaglia.

Sabato 26, alle 10, il Tricolore e la Bandiera Russa, sono saliti assieme sul pennone della scuola Nikolajewka di Mompiano, seguite dagli inni nazionali, affidati alla fanfara della Brigata Alpina Julia.

La Scuola Nikolajewka di Mompiano inaugurata nel 1983 (quarantesimo anniversario della battaglia), può essere considerata un monumento vivente, in quanto per ricordare i caduti di allora, aiuta i vivi di oggi assistendo quotidianamente 120 persone con fortissime disabilità fisiche.

Nel pomeriggio di sabato, circa duemila alpini seguendo la Bandiera di Guerra del 5° reggimento Alpini e il Labaro dell’Ana, hanno raggiunto Piazza della Loggia, dove sono stati accolti dal sindaco di Brescia Adriano Paroli, e dall’assessore provinciale Aristide Peli

Il momento più toccante quando il vicesindaco di Livenka Marina Mitusova (oggi Nikolajewka è una contrada di Livenka), ha consegnato la piastrina di Luigi Ridolfi trovata da un contadino di Nikolajewka quaranta giorni fa. Luigi Ridolfi era un alpino del Valchiese di Bedizzole. La piastrina è stata consegnata nelle mani del nipote, che porta lo stesso nome.

Alle 16,30 si è tenuta in Duomo Nuovo, la messa in sufragio dei caduti e dispersi della seconda guerra mondiale, celebrata dal vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari e concelebrata da una ventina di cappellani militari. Era presente anche il Pope della comunità russo-ortodossa di Brescia, che ha pronunciato un’orazione in lingua russa

A conclusione della giornata di sabato si è voluto ricordare Nikolajewka, al Teatro Grande con il coro dei “Crodaioli” diretti da Bebi de Marzi e con il coro “Alte Cime” di Brescia

Domenica 27, circa diecimila alpini provenienti da tutta Italia, si sono ritrovati in Piazzale Arnaldo per la sfilata conclusiva in Piazza Paolo VI.

Al discorso del Sindaco di Brescia è seguito quello, del Prefetto di Brescia e del comandante generale delle Truppe Alpine, Alberto Primicerj, applauditissimo il discorso conclusivo del generale Alexandr Prhikhodko, addetto militare all’Ambasciata russa di Roma, il quale ha proposto un gemellaggio tra Brescia e Livenka.

Foto 1: L’immagine tratta dalla Mostra “Brigata Vicenza”, brigata interamente annientata al punto di avere solranto una decina di reduci. Ritirata prima di rompere l’accerchiamento.
Foto 2: La Delagazione Russa, sta per rendere onore alla lapide ai caduti posta all’interno della scuola Nikolajewka
Foto 3: Onori al Labaro ANA, decorato con 202 medaglie d’oro
Foto 4: Onori al Bandiera di Guerra del 5° Reggimento Alpini
Foto 5: Il vicesindaco di Livenka Marina Mitusova, consegna la piastrina di Luigi Ridolfi.
Foto 6: Gremito il Duomo Nuovo per la celebrazione della messa; a destra della foto il Pope Russo
Foto 7: Teatro Grande, ricordando Nikolajewka con i cori alpini
Foto 8: Incontro fra reduci: loro settanta anni fa erano a Nikolajewka
Foto 9: Labari dell U.N.R.I.R. (Unione Nazionale Reduci Italiani Russia), nel tricolore sono riportati tutti i nomi delle brigate e battaglioni che hanno partecipato alla campagna di Russia.
Foto 10: Discorso conclusivo dell’Addetto Militare dell’Ambasciata di Russia a Roma. Il Generale comandante delle Truppe Alpine, ha voltuto sedersi in mezzo ai reduci.

 
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Commenti (3)


  1. Grande Giornata, Maurizio; magnifico reportage!
    Vedo anche il signore che ha citato il nome del mio babbo.
    Grazie per le tue testimonianze!


  2. Grazie, Maurizio, anche da parte mia e un caro saluto a Kris –
    Un fotoreportage che commuove e ci interroga; la cura con la quale ce lo presenti, la bellezza e la solennità delle foto, sono un grande segno di rispetto e di affetto per le persone che quella tragedia l’hanno vissuta e per chi non è tornato, e per i loro cari -


  3. Complimenti Maurizio! Mi associo a quanto scritto da Kris e Viviana. :-)

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