“Leggere” Steve McCurry
Aperta ufficialmente martedì 7 di marzo la prima edizione di Brescia Photo Festival,...
Affollati gli incontri con i fotografi organizzati durante la manifestazione People la prima edizione del Brescia Photo Festival.
Una settimana di grandi conferenze e incontri con fotografi di fama internazionale, dovevano essere 10 i fotografi ma Franco Fontana, dispiaciuto, ha dovuto disdire per una forte influenza. Ha promesso comunque che verrà a Brescia a breve.
Il primo appuntamento 8 di marzo è stato con Francesco Cito, coraggioso fotografo testimone degli eventi in molti luoghi caldi.
Richard Kalavar, fotografo dell’Agenzia Magnum dal 1977, e Bruno Barbey , due volte eletto Presidente della Magnum, il giorno 9 marzo hanno tenuto in lingua inglese una conferenza presso l’Auditorium di Santa Giulia.
Sempre all’Auditorium di Santa Giulia conferenza in lingua inglese il giorno 10 alle ore 18, con Jason Schmidt noto per i suoi ritratti di artisti e personaggi famosi del mondo della cultura.
Una straordinaria Monika Bulaj, alle ore 21 ha saputo incantare il pubblico dell’Auditorium Santa Giulia con una magistrale narrazione accompagnata da sue foto e musica. Monika è fotografa, reporter, documentarista, scrittrice e poeta, svolge la sua ricerca sui confini delle fedi, minoranze etniche e religiose, popoli nomadi, migranti e diseredati, in Europa, Asia, Africa e Caraibi. Il suo libro “Nur – Appunti Afghani” è esaurito, ma dal 10 marzo al 7 di aprile si possono vedere buona parte delle foto del libro in una mostra allestita presso: La casa delle Biciclette – Via delle Battaglie, 16 – Brescia. Un altro suo libro “Genti di Dio”, oltre che essere un libro fotografico è una narrazione di rara umanità, dove vengono descritti e fotografati mondi minori ignorati dai grandi media e dai predicatori dello scontro globale. Mondi dove cristiani, ortodossi, ebrei e musulmani convivono e magari delle volte si cercano l’un l’altro e come scrive Monika nella presentazione del libro: “…di queste voci deboli devo tutto, ma soprattutto devo il rispetto, ed è per questo che non rivelo i nomi di questi luoghi fragili arcani, nella speranza che non perdano la loro innocenza”.
Si prosegue con gli incontri il giorno 11 presso il MO.CA ore 16 Nino Migliori, novantunenne ma ancora pronto a scattare immagini. Nino inizia a fotografare nel 1948, passa per il circolo fotografico Bolognese e inizia un’intensa attività che si svilupperà in differenti ricerche fotografiche.
Ha consigliato ai giovani presenti appassionati di fotografia di non stamparsi subito un biglietto da visita con la scritta “Fotografo” ma di leggere, visitare mostre e imparare dai libri fotografici.
Alle ore 18,00 è il turno di Uliano Lucas, che ha realizzato per decenni come freelance reportage per i più importanti giornali e riviste italiane, con scatti sulla stagione della lotta politica degli anni ’60-’70 che raccontano di piazze piene e di scontri con la polizia, fra tutte le foto di questo genere quella da ricordare: il fumogeno sparato dai celerini verso le finestre dell’Università Statale di Milano occupata dagli studenti (1971). Centocinquanta foto di Uliano sono esposte in una sala del MO.CA in una mostra curata da Renato Corsini e Tatiana Agliani.
Uliano si lamentava che il fotoreportage vero ormai è finito: l’82% delle immagini pubblicate su quotidiani e riviste italiane vengono comperate all’estero e alle domande del Presidente e Direttore di Brescia Musei Massimo Minini e Luigi di Corato rispondeva: “che oggi anche la fotografia, l’immagine dei reportage ha purtroppo un risvolto politico”. E ne riportava alcuni esempi.
Gianni Berengo Gardin, 12 marzo ore 16 sempre al MO.CA, ha scattato più di 2.000.000 (duemilioni) di immagini, di cui una solo in digitale (e anche scattata per sbaglio ha riferito).
Ha presentato con una serie di foto tratte da 13 dei suoi lavori, dalle prime foto scattate a Parigi, all’ultimo lavoro “Le grandi navi a Venezia”.
Ha mostrato una delle immagini impressionanti dal lavoro sui manicomi italiani: “Morire di classe”, reportage fatto assieme a Carla Cerati, grazie alla quale Franco Basaglia fece di tutto per approvare la legge sulla chiusura dei manicomi.
Frenato dal relatore Renato Corsini non è stato troppo severo con il pubblico che gremiva la sala, anche Gianni ha ribadito che in Italia manca la cultura della fotografia. Sul retro di tutte le le sue stampe, rigorosamente tutte in bianco e nero, c’è sempre una scritta: VERA FOTOGRAFIA, NON CORRETTA, MODIFICATA O INVENTATA AL COMPUTER, Bravo Gianni, a 86 anni compiuti sei un vero fotografo e continua ancora per tanto tempo a esserlo.
Fotoreportage
Foto 1,2 – Nino Migliori e la sua foto cult: “Il tuffo”;
foto 3,4 – Uliano Lucas si intrattiene con i giovani, foto: “Emigrato sardo a Milano”;
foto 5,6 – Gianni Berengo Gardin, foto “Morire di classe”, reportage sui manicomi italiani;
foto 7,8,9 – Monika Bulaj ripresa all’Auditorium Santa Giulia. Ringrazio Monika per aver interrotto il workshop per autografarmi il libro “Genti di Dio” e per aver posato davanti alle sue foto;
foto 10 – fra le tante mostre esposte al MO.CA un immagine di Francesco Cito: “Palestina Intifada”.
Aperta ufficialmente martedì 7 di marzo la prima edizione di Brescia Photo Festival,...
13 marzo 2017 21:38 / Commenta
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