Nell’appropriata cornice di Palazzo Fortuny a Venezia a corollario della mostra in corso “Fortuny e Wagner. Il wagnerismo nelle arti visive in Italia”, il poliedrico artista italiano Mirco Marchelli propone una scelta delle sue sculture e la composizione musicale che dà il titolo alla sua mostra: “Scena muta per nuvole basse”.

Si tratta di una composizione per dodici tromboni e dodici flauti in cui il numero dodici ricorre come citazione continua delle dodici note della nostra scala cromatica, che si replica anche in alcune sculture, per esempio le dodici lance appese ad una parete.

Il cuore della mostra è rappresentato dalla sala cilindrica appositamente allestita nella soffitta del palazzo: a guisa di golfo mistico o di omaggio alla “Cupola Fortuny”; in questa buia sala i visitatori possono gustare a pieno la musica riprodotta da 24 altoparlanti, uno per ogni strumento.

L’esposizione, a cura di Paolo Bolpagni e Elena Povellato si sviluppa al terzo piano, in quella che generalmente è conosciuta come la “soffitta” della casa-atelier di Mariano Fortuny a Palazzo Pesaro degli Orfei.

È questo il luogo in cui, tradizionalmente, così come in una qualsiasi altra casa, si raccoglie la “memoria” di chi vi ha vissuto. Ed è in questo spazio luminoso e suggestivo, in cui aleggia il genius loci di Mariano, che Marchelli sceglie di comporre le sue opere: fogli strappati con scritture sbiadite, stoffe polverose, cartoni e fotografie, rimodellati e ricomposti con un ordine di musicale equilibrio in nuove forme.

 
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