Osservando Firenze dai Lungarni e volgendo lo sguardo a sud risalta agli occhi l’imponente mole del complesso di San Miniato a Monte (foto 1), un insieme di costruzioni situato vicino al Piazzale Michelangelo.

Il gruppo di edifici si trova in cima ad un colle, detto Monte alle Croci, ed è formato dalla Chiesa di San Miniato con il suo campanile, dal Palazzo dei Vescovi e dalle relative fortificazioni michelangiolesche.

E’ possibile arrivare al complesso monumentale partendo dal Piazzale Michelangelo e, dopo aver percorso poche centinaia di metri del Viale Galileo, prendendo sulla sinistra la larga scalinata (foto 2) che porta all’ampio piazzale.

Una volta arrivati al piazzale è possibile ammirare la bellezza del complesso di edifici (foto 3) ed un ampio panorama che spazia verso nord (foto 4) con in primo piano i principali monumenti fiorentini (Palazzo Vecchio, Duomo e relativa Cupola, Campanile di Giotto ecc.).

La chiesa di San Miniato al Monte è un esempio di architettura romanica fiorentina ed era già esistente ai tempi di Carlomagno e la sua costruzione fu completata solo al principio del XIII secolo.

La bella facciata (foto 5), fu iniziata nel XII secolo e terminata nel successivo, è fatta con marmi bianchi e verdi di Prato a scomparti geometrici presenta strette analogie con l’esterno del Battistero.

Il suo ordine inferiore è composto da cinque arcate su semicolonne corinzie nelle quali si aprono alternativamente i tre portali ed il piano superiore (foto 6), limitato alla navata mediana, è tripartito da agili lesene scanalate e decorato a spartiti geometrici nelle campate laterali.

Il tutto è sormontato da un mosaico (foto 7) del XIII secolo che raffigura Cristo in trono benedicente tra Maria e San Miniato; il frontispizio è decorato nel fondo da finte arcatelle e da formelle a intarsio ed ha alla sua sommità un “Aquila artigliante il torsello” (foto.8) in rame dorato stemma dell’arte di Calimala.

Accanto alla Chiesa la poderosa torre campanaria (foto 9) che sostituisce il primitivo campanile e la cui costruzione fu iniziata ai primi del ’500; tale torre è famosa perché durante l’assedio del 1530 Michelangelo vi fece collocare due colubrine che recarono gravi danni agli Imperiali i quali, a loro volta vi concentrarono i loro tiri, che non riuscirono ad abbatterla ma che vi arrecarono vari danneggiamenti tuttora visibili sul lato sinistro.

A destra della chiesa è il massiccio Palazzo dei Vescovi; tale palazzo fu residenza estiva dei vescovi fiorentini per poi essere utilizzato come caserma dagli spagnoli, quindi adibito nel 1630 a lazzaretto per gli appestati ed infine ripreso dai Gesuiti.

L’edificio prosegue con la Fortezza, improvvisata sotto la direzione di Michelangelo in pochi mesi, subito prima dello storico assedio e completata definitivamente da altri architetti fiorentini dopo il 1550.

L’ultima foto presente è una suggestiva immagine dell’aquila che sormonta la facciata scattata con ancora una luce diurna la quale nasconde parzialmente la luna quasi “piena”.

 
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Commenti (2)


  1. Scusa l’aggiunta ma ora a San Miniato non ci sono i Gesuiti ma gli Olivetani che hanno anche il negozietto sul lato sinistro dove vendono vari liquori di erbe e souvenirs
    “I monaci olivetani (dall’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore in provincia di Siena) ritornarono solo nel XIX secolo quando fu anche costruito il cimitero monumentale delle Porte Sante che ospita numerose cappelle della borghesia fiorentina realizzate in stile liberty e art dèco. ”

    saluti da una fiorentina d’adozione


  2. Marivodo,
    La tua precisazione è sicuramente giusta e per certi aspetti completa la mia descrizione di San Miniato ma è doveroso evidenziare che quanto da me affermato non è “sbagliato” in quanto nel testo ho detto ” fu quindi adibito nel 1630 a lazzaretto per gli appestati ed infine ripreso dai Gesuiti ” chiudendo lì la frase.
    Ritengo quindi che tale testo non possa essere preso come un’affermazione che “oggi ci sono i Gesuiti” ma che vi sono stati in passato e peraltro come da te affermato deduco che gli Olivetani vi ritornarono nel XIX secolo molto probabilmente al posto dei Gesuiti.
    Terminata questa “piccola” disquisizione storica spero che lo stesso risulti interessante e sia apprezzato anche da altri, tenuto conto che queste “precisazioni” non cambiano l’importanza storica ed artistica della Chiesa e delle opere in essa racchiuse che sicuramente meritano una visita.

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