via Plinio

Uscita Pompei Ovest dell’autostrada Salerno-Napoli, dopo 100 metri in direzione dell’area archeologica ci s’imbatte in un piccolo esercito di personaggi armati di brochure che piomba al centro della carreggiata e sbracciandosi animatamente tenta di dirottare il malcapitato automobilista nel “proprio” camping. Benvenuti a Pompei.

E’ la speciale accoglienza riservata alle auto dei turisti, soprattutto quelle con targa straniera (sono spacciati!), che transitano in via Plinio, cerniera di collegamento tra il comune vesuviano e Torre Annunziata e porta d’ingresso principale degli scavi archeologici. E’ qui che prestano la loro “particolare” attività di marketing i cosiddetti “chiamanti” – “chiammisti” nella versione partenopea -, agguerriti procacciatori di clienti per camping e altre strutture ricettive dislocati lungo la suddetta strada.

Un fenomeno endemico contro cui sono impegnati da tempo i carabinieri della locale tenenza, nell’ambito di una capillare azione di contrasto alle varie forme di illegalità (prostituzione, scippi, abusivismo commerciale) che si manifestano a ridosso dell’area archeologica.
E’ di ieri l’ultimo blitz anti chiammisti. I militari agli ordini del maresciallo capo Tommaso Canino e del capitano Luca Toti, nel corso di un’attività di pattugliamento su via Plinio e nelle aree adiacenti, hanno sorpreso tre persone a rallentare la circolazione veicolare posizionandosi al centro della carreggiata, nel tentativo di dirottare turisti e utenti della strada all’interno dei campeggi.

Colti sul fatto per i tre è scattata una pesante multa per aver violato l’art. 23 del Nuovo Codice della Strada (D.L.vo 285/92) che fissa le norme per l’esposizione della pubblicità lungo le strade e le sanzioni per l’inosservanza delle disposizioni, attribuendo all’ente proprietario della strada, in questo caso il comune, l’autorità di disciplinare la collocazione di insegne d’esercizio, cartelli e di altri mezzi pubblicitari lungo le strade o in vista di esse.

Al primo comma del suddetto articolo si prescrive che “Lungo le strade o in vista di esse è vietato collocare insegne, cartelli, manifesti, impianti di pubblicità o propaganda, segni orizzontali reclamistici, sorgenti luminose, visibili dai veicoli transitanti sulle strade, che per dimensioni, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l’efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l’attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione”.
Per i trasgressori è prevista una sanzione amministrativa per una somma che va da 398 a 1.596 euro.

Nel precedente mandato amministrativo la stessa giunta guidata dal sindaco Claudio D’Alessio si era impegnata ad arginare il fenomeno con un’ordinanza del primo cittadino emessa nel 2006, con la quale era prevista la sospensione temporanea delle attività commerciali che ricorrevano all’espediente del “chiammista”.

 
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