casa Borrelli

Domani, l’Unione italiana ciechi di Pompei organizza una festa alla casa di riposo Borrelli, per celebrare la ricorrenza di Santa Lucia unitamente alla 52ª giornata nazionale del cieco.

Un’occasione lieta per ritrovarsi con tutti gli iscritti all’associazione – che a livello nazionale quest’anno festeggia il 90° anniversario – e scambiarsi gli auguri per le imminenti festività natalizie con gli anziani ospiti della struttura di via Lepanto e con tutti gli amici vicini all’associazione. Tra questi c’è sicuramente l’assessore alle Politiche Sociali e Giovanili Ferdinando Uliano che nell’ambito del progetto di promozione del volontariato ribattezzato “banca del tempo”, ha coinvolto nell’iniziativa i ragazzi delle associazioni aderenti al Forum dei giovani.

“Anche quest’anno – interviene l’assessore Ferdinando Ulianoho accolto con gioia l’invito del presidente Mario Veglia a partecipare alla festività di Santa Lucia. Spesso crediamo di vedere e invece siamo ciechi o accecati dall’egoismo e la politica dovrebbe prendere come esempio Santa Lucia, che con il suo esempio di coerenza di vita accenda la speranza e la luce in un mondo migliore, apra il nostro sguardo alla solidarietà e a chi soffre, ci faccia vivere momenti di fraternità e comunione fra tutti”.

All’appuntamento che prevede alle 18 la partecipazione alla Santa Messa e alle 19 una cena – offerta dall’Uic in collaborazione con l’Aspide, azienda speciale che ha in cura la gestione della struttura per conto del Comune – prenderanno parte la presidente dell’Aspide Maddalena Malafronte, il direttore di casa Borrelli Antonio Sirano e il presidente dell’Unione italiana ciechi provinciale Giovanni D’Alessandro.

In questa cornice non potrà mancare un’iniziale momento di riflessione sulle tante problematiche che oggi attanagliano il vissuto quotidiano dei non vedenti.

“Nel 1956 – ricorda il presidente dell’Uic Pompei Mario Veglia300 nostri fratelli marciarono da Firenze fino alla sede del Parlamento italiano per rivendicare il diritto a un’indennità economica. Molte cose sono cambiate in meglio per i non vedenti; quegli stessi benefici tuttavia oggi sono messi in pericolo da recenti scelte della politica nazionale”.
Come cinquantaquattro anni fa, sembra suggerire Veglia, c’è da lottare e su più fronti. In primis sul diritto a vedersi riconosciuta l’indennità in tempi ragionevoli. Aspettativa che purtroppo va a scontrarsi con i criteri restrittivi imposti dalla campagna di controlli dell’INPS sui “falsi invalidi”, in ottemperanza alla legge “3 agosto 2009, n. 102″.

Un provvedimento che ha reso più rigidi i parametri allungando inevitabilmente le procedure di riconoscimento dei benefici in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità.
Secondo punto di riflessione il rischio di veder mortificato il diritto a un’istruzione adeguata dalla politica di tagli perseguita negli ultimi due anni che ha ridotto il numero degli insegnanti di sostegno.
Ultima, ma non meno urgente, una problematica legata al contesto locale e su cui l’associazione si batte da sempre: l’abbattimento delle barriere architettoniche.

“Sulla questione – riprende Veglia – credo sia necessaria la convocazione di un tavolo di confronto con l’amministrazione comunale, l’ascom e con i cittadini delle zone dov’è più grave il fenomeno, via Nolana tanto per citarne una, alfine di individuare soluzioni condivise che non danneggino nessuno”.

L’Unione italiana ciechi e ipovedenti mette in risalto il tema della giornata ricordando che “l’inserimento a pieno titolo nella società non può mai prescindere dal pieno sviluppo delle potenzialità personali, delle inclinazioni, delle passioni” e che “nella vita di oggi gli aspetti immateriali, la conoscenza, il sapere, diventano armi formidabili per l’affermazione di sé, in ogni ambito, al di là di ogni difficoltà”.

 
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