Doveva essere una festa che raccogliesse l’intera comunità pompeiana, l’inizio di una nuova stagione di collaborazione costruttiva tra Istituzioni, imprenditori e commercianti. Così non è stato.
“Pompei è città, è festa…a metà”. Così recita il cartello di protesta che i negozianti aderenti all’Ascom di Pompei hanno affisso in vetrina, proprio accanto alla locandina del programma di “Pompei è città”.

Vetrina con cartello di protesta

Sono loro, i commercianti, a rappresentare quella “metà” esclusa dagli effetti positivi della festa, che nelle intenzioni del Sindaco Claudio D’Alessio avrebbe dovuto fungere da volano per il sistema turistico locale.
All’origine del malcontento, la mancata concertazione sul piano di viabilità del centro storico predisposto nella “tre giorni” di eventi. Una scelta definita “superficiale” nella nota diffusa dal direttivo dell’Ascom, che ha di fatto reso “inaccessibili le attività commerciali, che ne usciranno fortemente penalizzate”.

“Non si batte un chiodo – esordisce delusa una commerciante di via Roma - e con tutti i soldi spesi per questa festa, è veramente inaccettabile. Giusto avere una festa della città, ma perchè non guardiamo agli esempi che vengono dai nostri vicini? A Scafati organizzano da due anni una “Notte bianca” che riempie le strade di gente e che ha un forte impatto sul commercio locale; è un progetto impossibile per noi che abbiamo l’area archeologica più visitata al Mondo”.

Nota Ascom

Considerazioni rese ancor più amare dal fatto che i commercianti anche quest’anno non avevano fatto mancare la loro collaborazione all’organizzazione della festa, mettendo a disposizione i propri prodotti per la degustazione enogastronomica di piazza Bartolo Longo. Sui motivi della scelta adottata dal Comune, nella chiusa della nota si parla di “errore di valutazione frutto di un’azione politica che troppo spesso si pone al di sopra di ogni altrui interesse”.

In questi termini, la protesta oltre che gettare un’ombra pesante sul clima festoso di queste ore, segna una battuta d’arresto nei rapporti tra l’esecutivo di Palazzo De Fusco e gli esercenti locali, ripresi con i migliori auspici in questo secondo governo D’Alessio.

 
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