Commenti


  1. Che bel servizio, Giovanni! Avete un manto erboso tenuto proprio bene, complimenti…e per stasera Forza Azzurri!!!

    P.S ma vai a vedere la partita? dobbiamo attenderci altre immagini?


  2. Ciao Matteo,ho voluto fare questo reportage proprio per fa conoscere agli italiani di questo movimento che si è organizzato nel salento che sta facendo qrande battaglia sul proprio territorio per creare una regione autonama,e dividersi del resto della puglia,secondo le opinioni di questi coordinatori, sostengono che il salento ha tutte le carte in regolaper fare questo passaggio,calcolando pure che il salento ha una cultura storica diversa dal resto della puglia,infatti prima si chiamavano (le puglie).
    Io personalmente è la prima volta che sento un dibattito di questo argomento e pertanto mi astengo di dare un giudizzio non prima di aver sentito i “pro e i contro”di questo programma.
    La decisione va prima ai politici che vogliono portare avanti questo passaggio e poi a noi cittadini quando saremo chiamati a votare.
    W. ITALIA


  3. Su un piano strettamente “egoistico” qualsiasi modifica allo status quo crea ulteriore “lavoro” a chi in Comuni-Italiani.it deve riorganizzare i dati quando due comuni si uniscono, quando nascono nuove province… ;)

    Più seriamente potremmo riflettere se la nascita di nuove regioni (oltre le 19 esistenti più le due province autonome di Trento e Bolzano) possa essere un bilanciamento all’auspicata, da molti, eliminazione delle 110 province, una delle quali è nata con 10 comuni proprio in Puglia pochi anni fa: Barletta-Andria-Trani.
    Anche in Campania da anni si discute per il futuro del Sannio (coinvolgendo anche il Molise) e del Cilento…
    Mettiamoci però d’accordo se sono modifiche utili alla gestione dei territori, alla soddisfazione dei bisogni individuali e collettivi degli italiani o se sono mera assegnazione di nuove poltrone politiche e amministrative…
    E con l’aria che tira…

    Grazie a Peiro che con il suo fotoreportage ci stimola a conoscere le ragioni dei sostenitori dei campanili, delle identità culturali e storiche di un bellissimo territorio come il Salento, e ci induce a riflettere come debba essere organizzato lo Stato Italiano e, battuta conclusiva, Comuni-Italiani.it! :D


  4. Grazie Bagli x il tuo contributo,l’olio salentino rimanme uno dei miliori,però le spese che il produttore affronta sono esagerate,e molti preferiscono lasciarle x terra
    ciao


  5. Nel Salento è Dop (Denominazione d’ Origine Protetta) il riconoscimento assegnato all’olio prodotto nella zona di Lecce e del Basso Salento e prende il nome di Terra D’ Otranto.
    Questo tipo di olio è costituito prevalentemente da due tipi di olive: Cellina di Nardò e Ogliarula leccese o salentina.Tipica della zaona di Casarano, vero Peirò!

    Bel servizio, bravo, dobbiamo esaltare i prodotti e la dignità del popolo salentino nel mondo.
    W l’oro del Salento!!!


  6. Ciao maria, hai toccato un’argomento che tocca anche noi salentini, di lasciare l’olive a terra a marcire, il motivo?:calcolando tutte le spese che il contadino supporta non vale la resa di quadagno.
    Le famiglie che possiedono dell’uliveti raccolgono il far bisogno necessario e la rimanente rimane a terra.
    grazie x la visita


  7. Una tradizione, quella della raccolta manuale delle olive, che purtroppo sta scomparendo. In alcune regioni si preferisce non raccoglierle e questo è veramente uno spreco enorme. Bel reportage e belle foto ed in particolare ottimo olio quello salentino!!!


  8. Azzeccato!!!, vengo da una famiglia di contadini per tanto con la terra sono sempre a contatto, anche se lavoro in una fabrica, e poi amo molto la natura,Il piccolo amico della foto si chiama CURIOSONE.
    ciao Marcello


  9. Ah dimenticavo, il piccolo amico della prima foto è uno spettacolo!


  10. Dalle foto e dalla descrizione si coglie l’occhio dell’intenditore o sbaglio? ;-)