La cerimonia del 4 novembre, per la festa delle Forze Armate e della Vittoria di 98 anni fa ad Asiago è stata particolarmente toccante.

La terra ha restituito nell’ultimo anno i resti di 9 caduti della Prima Guerra Mondiale, impossibile risalire all’identità e tanto meno alla loro nazionalità, anche se i due caduti trovati recentemente in questi ultimi mesi sul monte Lemerle (zona di aspri e cruenti combattimenti nel 1916), si presume che siano italiani, in quanto uno di loro portava ancora sul capo l’elmetto modello Adrian in dotazione al Regio Esercito.

Hanno finito con tutti gli onori il loro viaggio durato un secolo presso il Sacrario di Asiago fra gli Ignoti.

Le nove piccole scatole contenenti i resti dei soldati coperte dal Tricolore, sono state portate a mano da militari in armi e deposte ai piedi dell’altare del Sacrario.

Ad accompagnarli autorità militari e civili, decine di gagliardetti delle varie associazioni d’arma, centinaia di bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie e la Banda di Povolaro.

Durante la messa celebrata da don Roberto Bonomo parroco di Asiago i bambini delle elementari recitavano poesie, letture e qualche canto.

Nel piazzale antistante il Sacrario i rievocatori storici del 145º Btg. Sette Comuni, sempre presenti a celebrazioni del genere, hanno salutato i caduti con qualche tiro a salve.

Purtroppo nessun Sindaco presente, ma soltanto un paio di vicesindaco. Opinione personale: “i Sindaci dovrebbero forse pensare che devono la loro carica attuale non soltanto a che li ha votati ma forse anche a tutti quei caduti che compiendo il loro dovere sono morti combattendo per la Patria”.

Per mia scelta ho voluto inserire questo reportage con foto in bianco e nero.

Fotoreportage
Foto 1,2 – La cerimonia inizia con la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti;
foto 3 – i figuranti del Battaglione 7 Comuni sfilano per le vie centro seguiti dal gonfalone della città di Asiago;
foto 4- nove senza nome e senza Patria;
foto 5 – carica a salve;
foto 6,7 – il corteo verso il Sacrario, per primi sono entrati i bambini delle elementari;
foto 8 – dopo cento anni ricongiunti a tanti altri soldati;
foto 9,10 monte Lemerle la storia – da leggere.

 
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Commenti (2)


  1. Un reportage che mi era sfuggito! Grande commozione nel vedere i piccoli resti umani sulle braccia dei militari!


  2. Grazie Kris,

    gradito ma soprattutto “sentito” il tuo commento.
    “Per non dimenticare” un abbraccio dall’ Altipiano

    Maurizio

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