Domenica 6 settembre 2015, nell’ambito della sedicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, avente per tema “Ponti & AttraversaMenti”, a San Nicandro Garganico sono state appositamente aperte ai visitatori, dalle ore 9:30 alle ore 12:30, la Sinagoga, situata in Via del Gargano al numero civico 88, e la Sala studi della comunità ebraica locale, che riceve accesso da Via dei Gracchi, 3. Ad accogliere e guidare i visitatori, che hanno potuto anche visionare foto storiche e documenti, hanno provveduto i componenti dell’Associazione intitolata a Donato Manduzio (1885-1948), fondatore della stessa comunità israelitica.

Egli era nato da un’umile famiglia di braccianti che, per le proprie condizioni di povertà, non lo mandò a scuola, ma riuscì ugualmente ad imparare a leggere ed a scrivere, da autodidatta, durante la sua esperienza negli ospedali militari che lo presero in cura in seguito alla contrazione di una non meglio precisata malattia che lo rese invalido mentre combatteva nel corso della Prima Guerra Mondiale. Dunque, sfruttando le sue doti di cantastorie, il Manduzio si guadagnò da vivere organizzando spettacoli teatrali popolari, in cui recitava, e divenne anche famoso nel paese garganico per le sue doti di guaritore e per aver intrapreso contatti con alcuni gruppi non cattolici del posto e dei dintorni, tra cui gli avventisti ed i pentecostali.

Davvero singolare fu la seguente esperienza che Donato Manduzio fece e nel suo Diario così descrisse: «Nel 1930, nella notte tra il 10 e l’11 agosto, ho avuto una visione: mi trovavo nell’oscurità e sentivo una voce che mi diceva: “Ecco, vi porto una luce”. Ho visto, nelle tenebre, un uomo che teneva in mano una lucerna spenta che non illuminava. E gli dissi: “Perché non accendete la lampada che avete in mano?”. E l’uomo disse: “Non posso, non ho fiammiferi. Ma voi ne avete!”. Allora ho guardato la mia mano, e, infatti, tenevo un fiammifero già acceso. Perciò tolsi di mano la lanterna già tutta preparata, con l’olio e lo stoppino, e l’accesi, e le tenebre si dissolsero e la visione sparì. Ma non conoscevo il suo significato e la serbavo nel mio cuore. E il giorno dopo mi trovavo in un terreno di mia proprietà, a circa un chilometro dal paese, ed ecco un conoscente venne da me con una Bibbia in mano. Ma io non conoscevo la Bibbia, non l’avevo mai vista. Gli dissi: “Perché non ve ne servite?”. Ed egli mi rispose: “Me l’ha data un protestante, ma io non la capisco; voi invece la comprendete, ne sono certo, perché ne sapete più di me”. Ed io presi il libro, e aprii la prima parte e, con grande stupore, vidi la Creazione, e come l’Eterno esisteva prima che la Terra fosse creata, e come egli creò ogni cosa da solo. E poi, una luce si accese nel mio cuore, e, ricordandomi della visione della notte precedente, mi venne in mente che, nel mio sogno, la Bibbia era la luce. Subito dichiarai ai popoli il Dio Unico e le parole del Sinai e come il Creatore riposa il sabato, e confermai l’unità del Creatore che non prende consiglio da altri, perché nessuno è esistito al di fuori di lui. E celebrai la solennità del Creatore nella distesa dei cieli.»

In seguito a questa esperienza, Donato Manduzio riuscì a coinvolgere altre persone sannicandresi, all’inizio pochi contadini, nel percorso di fede seguito dal popolo ebraico, che inconsapevolmente riteneva ormai estinto da secoli.

Dopo aver saputo in seguito della presenza degli ebrei in diverse parti del mondo ed anche in Italia, tramite un mercante ambulante che gli aveva fornito anche alcuni indirizzi, Donato Manduzio intraprese i suoi primi contatti con la comunità torinese che lo rimandò a quella romana, che dopo le diffidenze iniziali lo prese sul serio e nel 1936 lo invitò ad aggregarsi, insieme ad i suoi seguaci, a quella di Napoli.

Nel frattempo la piccola comunità ebraica di San Nicandro Garganico era venuta in contatto anche con soldati volontari ebrei della Palestina Mandataria giunti in Puglia e dunque nel paese garganico nell’anno 1943. Costoro si stupirono nel vedere che l’osservanza religiosa ebraica del gruppo sannicandrese si combinava con pratiche di magia popolare. Solo nel 1946 il Tribunale Rabbinico di Roma accolse ufficialmente gli adepti del paese garganico nell’ebraismo. Nonostante l’opposizione dello stesso Manduzio, che li invitava ad attendere tempi migliori e nel frattempo morì il 15 marzo 1948, circa 70 ebrei di San Nicandro Garganico, la stragrande maggioranza di quella comunità, si trasferirono in Israele tra il 1948 ed il 1950 (all’indomani della fondazione di questo stato del Medio Oriente), dove i rispettivi discendenti vivono ancora oggi con le loro famiglie.

Di conseguenza a San Nicandro Garganico rimasero quattro donne, tra cui la moglie di Manduzio, che s’impegnarono fattivamente nella rinascita e nella continuazione della comunità, educando le generazioni successive all’ebraismo ed all’osservanza dello Shabbath e delle festività. Attualmente la comunità ebraica di San Nicandro Garganico è composta da una quarantina di persone e la sinagoga attuale si trova nei pressi di quella che era la casa in cui viveva Donato Manduzio.

Il presente fotoreportage è illustrato dalle sottostanti sei immagini aventi per oggetto:
l’interno della sinagoga di San Nicandro Garganico (foto n. 1);
la lastra scultorea, posta all’esterno dell’edificio religioso, che raffigura, in bassorilievo, la Menorah con sette candele accese, due rami di palma che la fiancheggiano e la sovrastante Stella di David (foto n. 2);
un ritratto di Donato Manduzio, precursore della comunità ebraica sannicandrese (foto n. 3);
alcune immagini storiche esposte, insieme ad alcuni documenti d’epoca, nella Sala studi della comunità ebraica sannicandrese (foto n. 4);
due immagini di altrettanti manoscritti di Donato Manduzio relativi ai quattro elementi ed ai punti cardinali, quello di sinistra, ed al lunario perpetuo con gli anni ebraici, quello di destra (foto n. 5);
una rappresentazione illustrata del Salmo di Davide, ricevuta in dono dalla comunità ebraica della cittadina garganica e proveniente dalla terra d’Israele (foto n. 6).

 
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