Il 16 maggio 2015 a Pietramontecorvino, in Provincia di Foggia, ha avuto luogo, per tutta la mattinata, il 127º Pellegrinaggio in onore di Sant’Alberto, suo patrono. È iniziato poco dopo le ore 8:30, dalla Chiesa Madre del paese, intitolata a Santa Maria Assunta, e si è diretto, come di consueto, nell’antica e vicina Montecorvino, città di cui il santo fu vescovo e vi morì il 5 aprile 1127.

In questa località, oggi importante sito archeologico facente parte del territorio di Volturino, sono giunti per l’occasione numerosi pellegrini, provenienti non solo da Pietramontecorvino ma anche dai vicini comuni di Motta Montecorvino e Volturino, nonché da altre parti d’Italia. Il loro cammino a piedi, svoltosi su un percorso di circa 7 chilometri, tra preghiere e canti in onore del santo vescovo e della Madonna, è stato preceduto e segnalato dalla successione di ben 19 palii, tronchi scorticati ed essiccati di tiglio o carpino, di differenti altezze, culminanti con artistici puntali ed adorni, sul fusto, di tantissimi fazzoletti multicolori, offerti a Sant’Alberto dai suoi devoti. I palii sono stati opportunamente condotti, in posizione verticale, dai “palisti”, organizzati in squadre

L’arrivo a Montecorvino della pregevole statua policroma di Sant’Alberto, condotta a spalla dai rispettivi portatori, è avvenuto intorno alle ore 12:30 ed è stato salutato non solo dagli scoscianti applausi dei fedeli, ma anche dalla disposizione a coppie dei palii in modo da intersecarsi in alto al suo passaggio, e persino da una leggera pioggia, caduta ad intermittenza. Subito dopo, tra le rovine dell’antica Cattedrale, il parroco della Chiesa Madre petraiola, don Leonardo Catalano, ha celebrato la Santa Messa di ringraziamento al Santo Vescovo, il cui simulacro è stato collocato appositamente nell’abside centrale. Dopo la funzione religiosa è stata impartita la benedizione dei campi. In seguito alla consumazione dei loro pasti, nel primo pomeriggio, i pellegrini hanno intrapreso il cammino di ritorno a Pietramontecorvino.

Il vescovo Sant’Alberto (Planisio, 1031-1032 – Montecorvino, 5 aprile 1127), già quando era in vita, divenne presto noto per i suoi prodigi e per il suo esempio di fede cristiana, caratterizzato dalla preghiera, dalla meditazione, dallo studio delle lettere, dal digiuno oltre che dall’evangelizzazione della popolazione di Montecorvino e del territorio circostante. Questa città fu definitivamente distrutta ed abbandonata nel corso del XV secolo, durante il quale si verificarono: il trasferimento della sua diocesi a Volturara Appula nel 1433; la presa, il saccheggio e l’incendio della città nel 1441 da parte degli Aragonesi in lotta contro gli Angioini per il potere nel Regno di Napoli; ed infine il terremoto del 5 dicembre 1456. Gli abitanti fuggiti popolarono gli attuali centri di Pietramontecorvino, Motta Montecorvino e Volturino, portando con sé il patrimonio storico-culturale della loro antica città e continuando la devozione per il relativo vescovo Sant’Alberto, loro protettore.

Il giorno in cui, a Pietramontecorvino e nei paesi vicini, veniva festeggiato Sant’Alberto vescovo era, in origine, il 5 aprile, quello della sua morte terrena e della contemporanea nascita al Cielo. Considerato che tale data veniva spesso a coincidere con la Settimana Santa, nel 1713, il card. Vincenzo Maria Orsini ordinò di spostarli al lunedì dopo la Domenica in Albis.

Il pellegrinaggio a piedi del 16 maggio verso le rovine della cattedrale dell’antica Montecorvino, in cui viene collocata, per la Santa Messa, la statua policroma di Sant’Alberto venerata nella Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, si svolge ogni anno in questa data, a partire dal 1889. In questo anno venne compiuto per la prima volta dagli abitanti di Pietramontecorvino, insieme a quelli di Motta Montecorvino e Volturino, i quali, essendo duramente provati da una duratura siccità che aveva compromesso i raccolti delle loro campagne, avevano in precedenza invocato insistentemente Sant’Alberto vescovo il quale, secondo la tradizione, apparve a due donne della stessa Pietramontecorvino riferendo loro che gli stessi abitanti avrebbero dovuto effettuare un pellegrinaggio a piedi in suo onore in quel luogo che era stato la sua sede vescovile. Dopo il loro ritorno da questo primo pellegrinaggio, cadde un’abbondante pioggia che pose fine alla siccità ed i raccolti furono molto proficui.

Il pellegrinaggio a Montecorvino in onore di Sant’Alberto vescovo interessa sempre lo stesso ed identico percorso lungo circa 7 chilometri, ricco di punti panoramici e di bellezze paesaggistiche. Il cammino dei pellegrini con la statua di Sant’Alberto vescovo è preceduto e segnalato dalla presenza dei tradizionali palii. Si tratta di lunghi e dritti tronchi d’albero di tiglio o carpino, che vengono prelevati un mese prima dal vicino bosco di S. Onofrio, dopo aver ottenuto l’autorizzazione della guardia forestale. I tronchi vengono dapprima privati dei rami, essiccati e scorticati, ed infine adornati di fazzoletti multicolori, tenuti insieme da fasce per neonati, i quali vengono donati dagli abitanti di Pietramontecorvino per invocare la protezione del santo patrono oppure come pegno per non aver potuto prendere parte al pellegrinaggio. Per poter essere innalzato o abbassato ciascun palio è munito alla base di un braccio trasversale, mentre presso la sommità vi sono annodate quattro funi che, se opportunamente tese, servono a farlo mantenere in equilibrio. Sorretti e mantenuti in equilibrio dalle rispettive squadre, i palii precedono, camminando in posizione eretta, la statua di Sant’Alberto vescovo, permettendo agli abitanti rimasti in paese di seguire da lontano tale processione e di individuare la diruta cattedrale di Montecorvino dove viene celebrata la S. Messa. A ciò fa seguito la benedizione dei campi secondo i punti cardinali, con la statua del patrono che viene rivolta verso di essi, con ciascuno dei quattro lati di tale chiesa alle sue spalle. Fino alla Seconda Guerra Mondiale in questo singolare pellegrinaggio con processione ha sfilato un solo palio, alto circa 4 metri, poi se se sono aggiunti altri, via via più numerosi. Quelli di minori dimensioni sfilano per primi e sono condotti dai bambini, gli altri da adulti, sempre organizzati in apposite squadre.

Il presente fotoreportage è integrato dalle sottostanti otto immagini del pellegrinaggio del 16 maggio 2015 ed aventi per oggetto:
il corteo processionale con la statua policroma di Sant’Alberto, mentre sta lasciando Pietramontecorvino alle sue spalle (foto n. 1);
i caratteristici ed alti palii, con fazzoletti multicolori ed artistici puntali, mentre segnalano il cammino del pellegrinaggio da Pietramontecorvino al sito archeologico dell’antica città di Montecorvino (foto n. 2);
l’avanzamento del corteo verso tale località, di cui si intravede la Torre poco a destra della croce processionale (foto n. 3);
il corteo dei palii e dei pellegrini devoti di Sant’Alberto mentre percorre l’ultimo tratto di strada che sale a Montecorvino (foto n. 4);
il simulacro di Sant’Alberto mentre viene condotto a spalla lungo la stessa salita, dopo i palii (foto n. 5);
l’arrivo della venerata scultura a Montecorvino, tra i palii (foto n. 6);
un momento della Santa Messa celebrata tra le rovine della Cattedrale di Montecorvino, con la statua di Sant’Alberto collocata nell’abside centrale (foto n. 7);
l’Inno a Sant’Alberto, più volte cantato dai suoi devoti durante tutto il pellegrinaggio (foto n.8).

 
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