La XX Giornata di primavera del Fondo Ambiente Italiano (24 e 25 marzo) ha interessato anche la Provincia di Foggia con l’apertura straordinaria, le visite guidate e le iniziative culturali collaterali le quali sono state organizzate dalla delegazione F.A.I. di Foggia, dagli enti locali competenti e dalle numerose associazioni culturali attive sul territorio. Esse hanno interessato chiese storiche, castelli, musei e centri storici dei comuni di Ascoli Satriano, Deliceto, Lucera, Sant’Agata di Puglia e Pietramontecorvino.

A Pietramontecorvino, sotto la guida dei membri dell’associazione Terravecchia in Folk e dei ragazzi delle scuole locali, i visitatori hanno potuto non solo ammirare le meraviglie architettoniche del centro storico, denominato Terravecchia (Torre normanna, Palazzo Ducale, Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, Chiesa dell’Annunziata e Chiesa del Rosario), ma anche le fontane e gli abbeveratoi lungo la valle del torrente Triolo ed il sito archeologico di Montecorvino.
Va ricordato che le visite guidate ai monumenti della Terravecchia si sono svolte nelle due giornate di sabato 24 e domenica 25 marzo, quella alle fontane ed agli abbeveratoi la mattina di sabato 24 e quella al sito archeologico di Montecorvino la mattina di domenica 25 marzo.

La visita al sito archeologico di Montecorvino ha avuto inizio intorno alle ore 9:00 con il raduno dei visitatori in Piazza Martiri del Terrorismo, dinanzi al municipio petraiolo, ed il loro conseguente trasferimento, nelle auto dei membri di Terravecchia in Folk, presso le rovine che poi sono state raggiunte a piedi.
Due archeologi di “Archeologica s.r.l.” hanno illustrato dettagliatamente ai visitatori sia la storia dell’antica città di Montecorvino sia le caratteristiche costruttive e funzionali dell’impianto urbano (quasi del tutto sommerso ed ancora da scavare), della Cattedrale e dell’insediamento castrense con l’alta torre bizantino-normanna, parzialmente crollata, la quale, per la particolare forma assunta, è stata denominata ironicamente “la sedia del diavolo”.

Il fascino delle rovine è stato ancor più esaltato dal verde intenso dell’armonioso paesaggio circostante, coltivato prevalentemente a grano ed ancora in gran parte intatto.

L’antica città di Montecorvino venne fondata sul crinale di una collina dei Monti Dauni settentrionali nel secolo XI. Fu dunque munita di fortificazioni e popolata da parte dei bizantini per difendere il territorio da essi governato (che da allora in poi si chiamerà Capitanata) dai Longobardi del confinante Ducato di Benevento, situato a breve distanza dall’insediamento stesso. Già nel 1058 Montecorvino era sede vescovile e ciò favorì la sua importanza socioeconomica oltre che strategica.

Col dominio Normanno ebbero fine le contese di questo territorio tra Bizantini e Longobardi e Montecorvino fu dotata di un castrum destinato al feudatario ed in seguito inclusa nella Contea di Civitate. La fortuna di Montecorvino continuò con gli Svevi. Gli Angioini affidarono il feudo di Montecorvino a personalità francesi tra cui Pierre D’Angicourt, architetto del Duomo e della celebre Fortezza di Lucera.

I segni di decadenza di Montecorvino iniziarono a registrarsi già nel XIV secolo a causa della differente organizzazione sociale ed economica del territorio e di probabili eventi bellici. Ma è con il trasferimento della diocesi a Volturara Appula, avvenuto nel 1433, che la decadenza di Montecorvino divenne inesorabile fino al definitivo abbandono dei suoi abitanti che nel frattempo popolarono Pietramontecorvino, Motta Montecorvino e Volturino.

Il sito archeologico di Montecorvino offre oggi ai visitatori le rovine della Cattedrale e del Castrum. Questi due edifici simbolo del potere religioso e feudale erano collegati da un asse viario principale che partiva dal Castrum e giungeva all’estremità opposta dell’abitato passando tangente al fianco destro della Cattedrale, in cui si apriva l’ingresso monumentale. L’altro ingresso era quello della facciata compresa tra due torri.
L’interno della cattedrale era suddiviso in tre navate terminanti con altrettante absidi tuttora visibili, mentre lungo la parete sud sono accostati due ambienti di pertinenza vescovile e la cappella absidata di Sant’Alberto, vescovo di Montecorvino e patrono di Pietramontecorvino i cui abitanti si recano qui in pellegrinaggio a piedi il 16 maggio con la processione dei palii e della statua del santo, conservata nella loro chiesa madre.

Dell’insediamento castrense restano oggi visibili:
■ l’alta torre, denominata “sedia del diavolo”;
■ una seconda torre più a nord, destinata a cisterna del feudatario;
■ la cappella palatina;
■ alcune abitazioni ed ambienti di servizio realizzati sotto il dominio angioino quando il castrum venne urbanizzato;
■ una fornace per la cottura della calce.

Il presente fotoreportage è corredato dalle sottostanti dieci immagini che ritraggono rispettivamente:
• gli organizzatori della visita ed i visitatori mentre s’incamminano a piedi verso il sito archeologico di Montecorvino (foto n. 1);
• un tratto dell’asse viario principale dell’antico abitato che è stato riportato alla luce insieme ad una fossa per la conservazione del grano (foto n. 2);
• le rovine della Cattedrale nel suo insieme (foto n. 3);
• i resti dell’interno della Cattedrale, un tempo suddivisa in tre navate, che si concludono con altrettante absidi (foto n. 4);
• la cappella absidata di S. Alberto, vescovo di Montecorvino, collegata alla parete sud della Cattedrale (foto n. 5);
• la torre bizantino-normanna, alta circa 20 m, col relativo insediamento castrense e Motta Montecorvino sullo sfondo a destra (foto n. 6);
• la medesima torre vista da sudovest col caratteristico profilo che le è valso l’appellativo di “sedia del diavolo” (foto n. 7);
• una seconda torre sita più a nord ed adibita a cisterna dei feudatari (foto n.8);
• i ruderi della cappella palatina e delle abitazioni costruite sull’insediamento castrense nel XIV secolo, sotto gli Angioini (foto n. 9);
• l’abitato di Pietramontecorvino visto dal sito archeologico di Montecorvino (foto n. 10).

 
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Commenti (7)


  1. bravo Michele – molto interessante


  2. Grazie Diana. E’ stata una bellissima escursione che non potevo perdermi. Il fascino delle rovine, il verde paesaggio agrario di primavera ed il mio entusiasmo sono stati i principali motivi di questo fotoreportage. Saluti


  3. i miei complimenti sinceri a Michele per l’ottimo lavoro svolto, ciaooo, gianniB


  4. Complimenti Michele, grande reportage… Ciao, Stefano


  5. Sentiti ringraziamenti a Gianni e Stefano per i loro commenti.


  6. Davvero interessante!!

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