Dal 22 luglio al 16 novembre 2014 la città San Severo, in Provincia di Foggia, ha onorato uno dei suoi figli più illustri, l’artista Luigi Schingo (4 marzo 1891 – 2 marzo 1976) con una mostra retrospettiva delle sue opere, intitolata “Il colore e lo splendore”, la quale è stata ospitata al pianterreno del Museo dell’Alto Tavoliere, nell’ex convento dei Francescani.

Per tutto il periodo di tale esposizione (curata da Valentina Giuliani, Futura Padovano e Graziano Urbano e con il coordinamento scientifico di Elena Antonacci) i rispettivi visitatori hanno potuto ammirare per la prima volta in assoluto all’incirca cinquanta opere tra dipinti, disegni e sculture, perlopiù facenti parte di collezioni private, che l’artista sanseverese realizzò dai primi decenni del secolo scorso alla sua morte.

Terzo di sette figli, Luigi Schingo, dopo aver conseguito i diploma liceale ed aver frequentato l’Accademia di Belle Arti a Napoli, esordì nel mondo dell’arte nel 1913 all’Esposizione Internazionale di Pittura, Scultura, Architettura e Bianco e Nero a Firenze. Durante la Prima Guerra Mondiale svolse l’attività militare a Roma e nel 1919, cominciò ad insegnare a San Severo per poi continuare a Molfetta nel 1921. Negli anni immediatamente successivi si affermò a livello nazionale, come testimoniato dalla sua prima personale a Bari nel 1928 e da quella al Palazzo Doria di Roma nell’anno seguente. Nel 1934 si trasferì a Lanciano dove rimase per sette anni. Dopodiché andò a vivere a Roma, in piena Seconda Guerra Mondiale, continuando ad eseguire le proprie opere d’arte ed esponendole in varie parti del territorio nazionale. Nel 1947 tornò nella sua San Severo, ove proseguì la sua già intensa attività artistica ed espositiva fino alla sua morte. Le sue numerose opere pittoriche, gli acquerelli, i pastelli e le sculture sono conservati non solo presso collezioni private (a Milano, Modena, Foggia, Bari, San Severo, Apricena), ma anche presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e quella dell’Aquila, il Gabinetto Nazionale delle Stampe a Roma, i Comuni di Roma, Bari, Foggia, San Severo, Molfetta, Sondrio, le Pinacoteche Provinciali di Foggia e Bari. Sono inoltre di sua produzione i Monumenti ai Caduti di Lavello, Accadia e Sant’Agata di Puglia.

La maggior parte delle opere esposte nella mostra di San Severo appena conclusasi è stata costituita dai dipinti, aventi per tema: i paesaggi di terra e di mare dei luoghi in cui l’artista ha vissuto, soprattutto quelli pugliesi e sanseveresi, e che ha rappresentato en plein air come gli Impressionisti; i ritratti di personaggi locali, dalla vivace resa cromatica; le attività lavorative di questo territorio, in particolare quelle agricole; le festività religiose sanseveresi del Venerdì Santo e della Madonna del Soccorso; alcuni spettacoli come la serata al circo, oppure eventi di aggregazione sociale come l’adunata fascista. Oltre ai dipinti ed alle opere grafiche nella mostra sono stati anche esposti: tre bassorilievi in gesso per il Monumento Cirollo, che Schingo eseguì nel 1966 raffigurandovi la Scienza, la Libertà e la Liberalità; due disegni aventi per oggetto nudi femminili; una bicicletta ed un manifesto della ditta “Cicli Schingo”; ed inoltre, all’interno di un’apposita teca, delle locandine relative ad alcune sue mostre personali in varie parti d’Italia.

Per nulla casuale, il titolo della mostra, “Il colore e lo splendore”, è stato appositamente scelto per evidenziare i connotati dominanti delle opere esposte e, più in generale, del modo di fare arte di Luigi Schingo che, con qualsiasi tipo di tecnica, ha sempre conferito vivacità e dinamismo a ciò che ha rappresentato.

Il presente fotoreportage è illustrato dalle sottostanti sei immagini aventi per oggetto:
tre acquarelli dipinti su carta da Luigi Schingo negli anni Venti del Novecento e raffiguranti le barche a riposo nel porto di Molfetta, le barche in festa, ed il Monte Mario di Roma preceduto dal Tevere e dal Ponte Sant’Angelo (foto n. 1);
“Uomo garganico” e “Donna garganica”, due ritratti che l’artista sanseverese dipinse nel 1969 con la tecnica del pastello su carta ed oggi facenti parte di una collezione privata apricenese (foto n. 2);
“Ulivi secolari in San Severo”, 1917, olio su tela facente parte di una collezione privata della stessa città (foto n. 3);
“Festa della Patrona in Cattedrale”, pastello su carta eseguito intorno al 1956, in omaggio a Maria SS. del Soccorso, e facente parte di una collezione privata di Apricena (foto n. 4);
tre bassorilievi in gesso ritraenti la Scienza, la Libertà e la Liberalità, realizzati in gesso nel 1966 per il Monumento Cirollo ed oggi custoditi nel medesimo museo sanseverese (foto n. 5);
l’artista ritratto nella foto d’epoca scelta per il manifesto della mostra (foto n. 6).

 
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