Continua da “Festa della Bruna“.
Qualche ora dopo, in tutt’altra zona della città, un manipolo di cavalieri in costume si dirige verso la casa del generale che sta rendendosi attore del rito della “vestizione”.
I costumi non hanno un riferimento storico ben preciso, piuttosto sono una fusione di figure militari di varie epoche, ma seguono tutti lo stesso stile pur essendo di colori diversi e sono creati da sarte materane di grande maestria. Spesso sul mantello ci sono splendidi ricami dell’effige della Madonna o di simboli religiosi.

Conclusa la vestizione, l’adunata con gli altri cavalieri, un centinaio in tutto, è nella piazza principale, piazza Vittorio Veneto.

Da qui il generale li guida in Cattedrale (San Francesco d’Assisi in questi anni), da dove la Madonna, scortata, parte per il suo “viaggio” di andata verso il rione Piccianello percorrendo tra due ali di folla circa due chilometri. Ha così luogo la “cavalcata”, la calv’chet in dialetto.

Di solito intorno alle 14:00 la statua raffigurante la Santa Patrona conclude il suo percorso e viene sistemata nella chiesa del rione, dove i fedeli potranno venerarla e ringraziarla.

Ci si reca tutti a pranzo, un pranzo che non ha nulla da invidiare a quelli di Natale o di Capodanno. Percorrendo a piedi le strade, dei rioni storici soprattutto (Piccianello, Serra Venerdì, Spine Bianche, Lanera), mille aromi, profumi e rumori di tavole imbandite e di grandi famiglie riunite vengono fuori dalle finestre spalancate.

(continua…)

Foto 1: Il trombettiere

Foto 2: Conciliabolo tra cavalieri

Foto 3: Vessilli al vento

Foto 4: Maria SS. della Bruna

Foto 5: Alla luce del sole

Foto 6: L’arrivo a Piccianello

Foto 7: Alti in grado

Foto 8: Venerazione nella chiesa di Piccianello

 
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