fiume Sarno

“Signor Presidente mi dica se questa è democrazia”. E’ l’incipit della lettera aperta che Santa Cascone ha indirizzato al presidente della Giunta regionale Stefano Caldoro, per denunciare le anomalie nella gestione del Consorzio di Bonifica Comprensorio Sarno Irno e Ruscelli Vesuviani riscontrate nel passato e più recentemente.
Un’iniziativa che s’inserisce nella più ampia azione di protesta che sta coinvolgendo associazioni civiche e rappresentanti istituzionali di tutti i comuni coinvolti.

Nel mirino della presidente dell’associazione “Territorio e libertà” ci sono in primis le elezioni consortili indette per il 27 febbraio dal commissario Marotta, che dovrebbero indicare i rappresentanti dei proprietari degli immobili terreni e fabbricati interessati dall’attività di bonifica idraulica e irrigazione.
Nella lettera si contesta sia la data fissata che le modalità di comunicazione del provvedimento, entrambe in contrasto con la della delibera n°500 del 4 giugno 2010 dello stesso Caldoro. Nella stessa, dopo l’ultimo tentativo fallito di indire le elezioni, si concedeva una proroga fino al 5 dicembre, oltre la quale la quale il commissario sarebbe decaduto dall’incarico.

In merito al secondo punto contestato, la suddetta delibera ammetteva la proroga temporale alfine di consentire la riformulazione dell’elenco degli aventi diritto al voto, in base a quanto prescritto dalla Legge regionale 25.02.2003 n.4. La legge, come ricorda la stessa Cascone, oltre ad abrogare il vecchio “Consorzio di Bonifica dell’Agro Sarnese Nocerino”, di cui è diretto erede il “Consorzio di Bonifica Integrale Comprensorio Sarno”, ha sancito l’ingresso nel consorzio di nuovi Comuni e di nuovi cittadini in veste di soci con diritto di rappresentanza nel Consorzio.

Rispetto a tutto questo, denuncia l’attivista di Pompei, l’attuale reggenza del Consorzio decide di indire nuove elezioni omettendo qualsiasi tentativo di informare adeguatamente e coinvolgere i nuovi soci.
“Questi cittadini – recita la lettera – comprenderanno che sono soci solo tra tre anni quando riceveranno una cartella esattoriale per il pagamento del tributo della quota consortile e se proveranno ad opporsi riceveranno la solita risposta “approvato senza alcuna opposizione”. Si tratta dunque – prosegue più avanti il documento – di elezione illegittima, perché viene di fatto esclusa una parte consistente della platea elettorale, costituita da quelle persone che ignorano l’esistenza dell’Ente, a cui vanno aggiunti quanti si oppongono, rifiutando di pagare un tributo incomprensibile”.

Se da Palazzo Santa Lucia non dovessero arrivare risposte, la stessa Cascone annuncia sit in di protesta al seggio elettorale di Sant’Antonio Abate, dove i cittadini di Pompei dovrebbero recarsi a votare.

Ad appoggiare la stessa battaglia l’associazione “Progetto trasparenza” attraverso il suo rappresentante in consiglio comunale Lello De Gennaro. A firma di quest’ultimo una proposta di delibera, votata dall’assise di Palazzo de Fusco a gennaio di quest’anno, in cui denunciando anomalie e sperperi nella gestione del Consorzio, si chiedeva all’Amministrazione comunale di rappresentare presso la Regione Campania alcune istanze. Oltre all’annullamento delle elezioni consortili del 27 febbraio, si chiedeva tra le altre cose di avviare un’indagine sulla gestione del consorzio negli ultimi 20 anni e di sospendere i ruoli della contribuenza illegittimi.

Lello De Gennaro

“Ci sono tante famiglie – commenta il consigliere De Gennaroche per colpa delle cartelle esattoriali di Equitalia, dichiarate ormai illegittime, sono in condizione di non poter chiedere un mutuo o un semplice prestito, perché considerate alla stregua di evasori. Molti di quelli che hanno vinto il ricorso non possono chiedere il legittimo rimborso attraverso un’altra azione legale, perché costerebbe di più. Alla luce di queste considerazioni – conclude – le istituzioni locali e regionali hanno il dovere di essere al fianco dei cittadini in questa battaglia di civiltà e di democrazia”.

Iniziative simili arrivano anche dagli altri comuni interessati. A Sant’Antonio Abate l’associazione di volontari “Città attiva” ha inoltrato analoghe richieste al Sindaco e tutti i consiglieri comunali, cercando nel contempo di coinvolgere altri comuni come Boscoreale, Lettere, Santa Maria La Carità, Portici e Torre Annunziata. Della stessa associazione esiste un video di denuncia sullo stato dei luoghi interessati dalle attività di bonifica.

 
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