Sarno, il movimento anti elezioni si riunisce a Sant’Antonio Abate
“Altro che elezioni serve una commissione d’inchiesta sui consorzi di bonifica!”...
Una scelta che non sorprende più di tanto il movimento anti elezioni – composto da politici e associazioni dei territori interessati – riunitosi in seduta plenaria, mercoledì scorso, al municipio di Sant’Antonio Abate per denunciare ancora una volta l’illegittimità delle elezioni e per chiedere una commissione d’inchiesta sugli utlimi vent’anni di gestione del consorzio di bonifica.
“E’ il caso di dire la telenovela continua – commenta Lello De Gennaro, consigliere comunale di Pompei e presidente del comitato cittadino “Progetto trasparenza” – Nulla di nuovo, visto che negli ultimi cinque anni è¨la quarta volta che accade, ed è per questo che ancora una volta con rammarico esprimiamo la nostra insoddisfazione e chiediamo alle istituzioni preposte che intervengano per garantire il rispetto della legge”.
Lo stesso De Gennaro insieme con Santa Cascone presidente dell’associazione “Territorio libero” ribadisce le richieste concordate con i comitati civici degli altri comuni coinvolti:
• che venga annullata la delibera commissariale 351 del 29/10/2010 (indizione delle elezioni consortili) perchè illegittima;
• che sia avviata un’ indagine sulla gestione del consorzio negli ultimi 20 anni;
• che vengano sospesi i ruoli illegittimi della contribuenza, con cui dal 2003 sono stati imposti i tributi e che hanno cagionato notevoli danni ai cittadini del comprensorio;
• che sia resa pubblica la proposta di riordino all’esame del consiglio regionale con una adeguata informazione, promuovendo, nel contempo, una discussione con le amministrazioni locali e i cittadini affinchè¨non si cancelli con un colpo di spugna quanto è avvenuto finora e si favorisca l’approvazione di una legge realmente utile alla gente del territorio.
A queste il movimento aggiunge un’ultima importante richiesta.
“Chiediamo – riprende De Gennaro – che tutte le parti un causa sollecitino presso il TAR CAMPANIA la trattazione del REFERENDUM popolare abrogativo, richiesto da 10 amministrazioni comunali in rappresentanza di oltre cinquantamila elettori. Lo stesso referendum, indetto con decreto del Presidente della Giunta Regionale della Campania nel gennaio 2008, era stato successivamente sospeso per opposizione al TAR Campania del commissario pro tempore del consorzio e assegnato alla I Sezione Civile TAR di Napoli, dove da oltre un anno non viene fissata un’udienza”.
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