L’Officina dell’Arte al Teatro “Cilea” di Reggio Calabria fa di nuovo centro e oltre a portare un altro successo a casa con standing ovation finale, trascina a teatro i giovani studenti del Liceo “Da Vinci” e “Volta”. Ieri sera, nella massima culla dell’arte reggina, il teatro “Francesco Cilea”, l’attore Peppe Piromalli e il suo affiatato team trainato dalla penna pungente e ironica di Patrizia Britti che ha riadattato il testo dell’umorista J.J. Smiters e dall’arguto regista Antonio Malaspina, è stata scritta un’altra bella pagina di arte con una pièce divertente, “Tre… il sequel”, la continuazione della prima commedia presentata ad inizio stagione scorsa.

Per due ore, sette attori, veri “cavalli di razza”, corrono su un palco diviso idealmente in due parti per raccontare la bigamia del protagonista Cesare Finocchio alle prese con figli avuti da donne diverse. Cesare i cui panni li indossa il maestro Piromalli, costretto per il suo vivere non molto limpido a cambiare città (da Roma all’hinterland milanese) e lavoro (da camionista a tassista), vorrebbe finalmente variare stile di vita. Ma la bigamia ed i guai che sorgono a causa della doppia vita parallela non lo lasciano in pace soprattutto, quando i suoi due figli tramite internet si conoscono e si innamorano. Accanto a Cesare, il suo fedelissimo amico squattrinato Alberto (bravissimo interprete Antonio Malaspina) con al seguito il padre fantasticamente delirante (la new entry Salvatore Neri) e le due mogli Barbara (Mariella Fortugno) e Maria (Patrizia Britti). Buon esordio per i giovani attori dell’Officina Lab, laboratorio sperimentale portato avanti dalla compagnia Officina dell’arte per dare linfa al teatro, nel ruolo dei figli adolescenti Vichy e Kevin (Fabiana Latella e Giuseppe Polimeno) davvero bravi a seguire i ritmi incalzanti di una commedia dove non sono mancati incredibili colpi di scena.

“Abbiamo deciso di fare un teatro per le nuove generazioni , coinvolgendo nuove leve, risorse artistiche del territorio e mettendo al centro temi quotidiani in grado di aiutare a comprendere meglio il presente, per poterlo governare e giudicare criticamente – afferma l’attrice Patrizia Britti – Insomma, vogliamo un teatro che si propone non come esibizione ma, piuttosto, come processo espressivo che cerca di dare senso al mondo”.

“Il teatro per ragazzi – prosegue il regista Malaspina – se fatto con qualità, può essere di grande utilità formativa, perché è un linguaggio interdisciplinare in grado di contenere dentro di sé la scrittura, il gesto, il movimento, il suono, l’immagine e il segno, elementi che concorrono a dare un senso e un significato alla vita di un individuo e di una comunità”.
E un primo importante segnale lo ha dato l’Officina dell’arte con il suo laboratorio sperimentale dove fin da subito, hanno partecipato con grande entusiasmo e senza alcun timore, tanti giovani studenti e non solo, alle attività proposte mettendosi in gioco completamente.

“Il coinvolgimento della scuola per far crescere il nostro teatro è fondamentale – aggiunge il maestro Piromalli – Per questo abbiamo instaurato una sinergia con i licei scientifici Da Vinci e Volta, e speriamo di estendere questa sinergia con altri istituti scolastici, perché la scuola deve favorire al massimo la partecipazione e la fruizione dell’esperienza teatrale, consapevole del suo grande valore formativo”.

 
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