L’apertura della compagnia sottostante alla Basilica di Santa Maria delle Carceri, capolavoro del Sangallo, in occasione del presepio, ha permesso ai visitatori di poter visitare una porzione delle vecchie prigioni.
Le antiche carceri erano sviluppate nel sottosuolo e si diramavano dalla basilica fino al Castello dell’Imperatore.

Questa infrastuttura, poco conosciuta anche dai pratesi stessi, tuttora esiste nella sua completezza, ma la sua chiusura ormai dagli anni ’50 ha indebolito tutto il cunicolo, stretto e angusto, tanto che recenti ispezioni per poterlo ridare alla cittadinanza ne hanno evidenziato la pericolosità, e finchè non vi saranno i denari sufficienti non inizieranno i lavori.

Il Comune di Prato, infatti, ha l’ intenzione di farne un tracciato turistico, ma sa bene che prima deve metterlo in completa sicurezza.
Si entra dalla Compagnia del Santissimo Sacramento, con ingresso da Via Cairoli (e soltanto quando è aperta), i visitatori possono rendersi conto di come venivano trattati i prigionieri, generalmente nemici di incursioni sotto il regno di Federico I di Svevia detto “Il Barbarossa” che volle il castello, unico nel suo genere nell’Italia centrale

Entrando dalle scalette della compagnia, si ha come un senso di claustrofobia nel vedere piccole celle ove ancora vi è la porta a sbarre in ferro: circa due metri per uno, ove i prigionieri dovevano vivere sotterrati, visto che nessuna di queste celle ha neppure un piccolo foro ove la luce può penetrare. Le porte hanno ancora il chiavistello e la chiave originale; inoltre un piccolo foro nella parete serviva affinché la sentinella passava il cibo in ciotole di ferro. Per dormire c’era soltanto il pavimento ed inoltre i prigionieri venivano soggiogati con grosse catene che partivano dal muro retrostante e bloccavano loro le caviglie delle gambe tramite un grosso anello stretto.

Una esperienza veramente inconsueta, che soltanto in occasioni così speciali è possibile vivere. Anche un modo per capire che la libertà è un valore primario da considerare.

Le foto del reportage:
Foto 1: targa commemorativa;
Foto 2-7: immagini interne del carcere;
Foto 8: la compagnia dove si ha accesso alle vecchie carceri;
Foto 9: le scale d’ingresso alla compagnia e alle carceri.

 
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