Il Lacrosse è un gioco di squadra con radici molto antiche, si parla del XV secolo, originario del Nord America è diffuso anche negli Stati Uniti, Australia, Inghilterra e in molti altri paesi; in Canada è lo sport estivo nazionale. Al gioco partecipano due squadre di 10 atleti ciascuna, con l’obiettivo di infilare la palla, tramite una particolare racchetta triangolare, nella porta avversaria. La porta è simile a quella dell’hockey mentre la palla ha una circonferenza di circa 20 cm. La durata della gara è di 80 minuti, divisi in quattro tempi da 20 minuti ciascuno, vince la squadra che realizza più reti.

In Italia esistono già delle realtà in cui si pratica il Lacrosse, come nelle regioni Lazio, Liguria, Piemonte, Lombardia, Umbria, Emilia-Romagna e Toscana. A Prato sono presenti due realtà sportive che praticano questa disciplina, i Grizzlies Prato e i Black Panthers Prato. I primi vedono la loro nascita nel 2013 mentre i secondi si sono costituiti in data più recente. I Grizzlies hanno partecipato nella stagione 2014/2015 al campionato italiano nella Lega di Promozione, classificandosi inaspettatamente al secondo posto.

Nell’anno successivo la società concentra tutta la sua attività nel progetto scuola Lacrosse, instaurando prolifiche collaborazioni con diversi istituti scolastici cittadini, grazie anche al Comune di Prato. Quest’anno la società, per scelta propria, non partecipa a nessun campionato, avendo preso un periodo di pausa per puntare in modo particolare alla divulgazione e alla crescita di questo sport, con l’intento di incrementare il numero degli iscritti soprattutto tra i più giovani. Attualmente esistono oltre alla squadra maschile, una squadra femminile e una scuola giovanile U14.

I Black Panthers si sono costituiti soltanto da qualche anno e sono nati da un gruppo di giocatori provenienti da altri club che si sono uniti con l’intento di strutturare una squadra forte e competitiva. Nel 2016 due suoi giocatori, Leonardo Luciano e Jacopo Tramagli, sono stati selezionati per partecipare con la Nazionale italiana di Lacrosse ai campionati europei che si sono svolti a Budapest. Luciano ricopre il ruolo di attaccante mentre Tramagli è utilizzato nel ruolo di portiere.

A settembre 2016 i Black Panthers hanno instaurato un rapporto di stretta collaborazione con la consolidata compagine dei Red Hawks di Merate, creando una squadra mista. Questa collaborazione è nata con lo scopo di incrementare ulteriormente l’esperienza e la tecnica dei giovani atleti pratesi, vista la presenza nella società lombarda di giocatori con esperienza in campo nazionale. Attualmente la squadra mista sta disputando il campionato nazionale ottenendo buoni risultati.

Le foto di questo reportage:
Foto 1 – Un arbitro di Lacrosse;
Foto 2 – Attrezzatura per la gara;
Foto 3 – Black Panthers;
Foto 4 – Grizzlies Prato;
Foto 5 – Gli arbitri della gara;
Foto 6 – Giocatori;
Foto 7 – Attrezzatura per la gara;
Foto 8 – Le particolari racchette da Lacrosse;
Foto 9 – Jacopo Tramagli;
Foto 10 – Leonardo Luciano

 
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Commenti (3)


  1. Grazie pert il bellissimo articolo, mi dispiace averlo visto solo ora…
    E’ bello vedere che si parla di lacrosse…
    Una precisazione I Black Panthers provengono tutti dai Grizzlies Prato..
    Lo so perchè ne sono il presidente e ciascuno l’ho portato io al lacrosse..sia attraverso le scuole sia attraverso il contatto personale. Solo un giocatore attualmente non proviene dal frutto del lavoro del reclutamento Grizzlies.
    Non lo dico per vantarmene, lo preciso perchè mi piace la verità e la trasparenza, soprattutto in ambito sportivo,…informazione che i BP in tutte le loro interviste hanno sempre nascosto. Colgo l’occasione di augurare buona stagione agli avversari pratesi.


  2. Grazie mille per la precisazione.


  3. Salve. Volevo informare che solo 4 dei nostri giocatori sono ex giocatori dei Grizzlies lacrosse. Il loro inserimento in squadra è dovuto alla volontà di giocare delle partite dato che con la precedente realtà, aldilà di tante promesse, non hanno mai potuto giocare. Non sono stati cercati ma hanno deciso liberamente anche per via di inevitabili problemi dovuti al comportamento del coach e della sua preparazione, nonché alla mancanza delle minime regole di sicurezza e preparazione atletica

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