Nell’ambito delle “Giornate Europee del Patrimonio 2013″, a Canosa di Puglia ha avuto luogo la sera del 28 settembre, dalle ore 20:30 alle ore 23:40 circa, l’evento culturale e turistico “Canosa…indietro nel tempo”, organizzato dalla Fondazione Archeologica Canosina ONLUS, in collaborazione con la società cooperativa Dromos.it, e facente parte del progetto “Puglia Open Days”, che prevede in tutta la regione, ed in determinati periodi, aperture straordinarie di beni culturali e naturalistici, ed anche la fruizione di itinerari enogastronomici, con visite guidate gratuite.

L’iniziativa “Canosa…indietro nel tempo” è consistita in una vera e propria passeggiata all’insegna della cultura, guidata da due valide e disponibili ragazze della suddetta fondazione archeologica che hanno condotto i visitatori alla scoperta delle principali bellezze monumentali della cittadina, dalle più recenti alle più antiche, vale a dire dal prolungamento ottocentesco e neoclassico della Cattedrale di San Sabino, con facciata e campanile, agli Ipogei Lagrasta, appartenenti alla civiltà dei Dauni e risalenti al periodo tra la fine del IV ed il I sec. a. C.

Durante la visita guidata alla Cattedrale di San Sabino, già dedicata ai SS. Giovanni e Paolo dalla fine dell’ottavo secolo d.C. al 1102, i visitatori hanno potuto ammirare e conoscere nei dettagli non solo il suo prolungamento neoclassico realizzato in seguito al terremoto del 1853, con il campanile e la facciata (che riprende quello che era prospetto originario dell’Ipogeo Lagrasta II, scoperto nel 1844), ma anche la parte altomedievale della medesima chiesa, suddivisa in tre navate con cappelle laterali seicentesche.

Nella zona presbiteriale l’attenzione dei visitatori è stata rivolta dalle due guide a due capolavori della scultura pugliese del secolo XI, finemente curati nei dettagli, vale a dire all’ambone realizzato dall’Acceptus intorno al 1050 per conto del presbitero Guitiberto ed alla Cattedra eseguita dallo scultore Romualdus su commissione del vescovo Ursone che resse la diocesi canosina dal 1078 al 1089.

Dopodiché i visitatori sono stati condotti all’esterno della chiesa, in corrispondenza della testata destra del transetto, rivolta a sud, dove hanno potuto ricevere notizie ed ammirare il mausoleo di Boemondo d’Altavilla, principe normanno di Antiochia e reduce vittorioso dalla Prima Crociata. Tale capolavoro di architettura romanica, accostato alla Cattedrale, venne realizzato in seguito alla sua morte, avvenuta nel 1111, e si presenta a pianta centrale quadrata con una piccola abside ad est. I suoi tre prospetti, sono rivestiti da lastre marmoree e ritmati da arcate cieche poggianti su lesene dai capitelli finemente scolpiti. Una tettoia troncopiramidale raccorda il corpo di tale edificio al tamburo della sua cupola che è a pianta ottagonale con sottili colonnine lungo gli spigoli e riporta iscrizioni in latino al di sotto della raffinata cornice che lo circonda lungo i lati e lo separa dalla calotta emisferica. L’unico ingresso del mausoleo, posto a sud, è chiuso da una raffinata porta bronzea avente due battenti asimmetrici e totalmente differenti tra loro per epoca di realizzazione, manifattura ed elaborazione delle decorazioni. Agli elaborati prospetti esterni di tale piccolo edificio fa riscontro un nudo interno, con la struttura ad archi perimetrali che, insieme a due robuste colonne con capitelli scolpiti, sorreggono la cupola tramite i quattro pennacchi angolari. Sul pavimento campeggia una lastra tombale con la scritta “Boamundus” in corrispondenza del relativo loculo.

Accanto al mausoleo è stato anche fatto notare ai visitatori il breve tratto superstite del coevo portico che fiancheggiava esternamente il lato destro della Cattedrale in cui, dopo il loro rientro, l’itinerario guidato indietro nel tempo ha innanzitutto interessato la campata destra e meridionale del transetto che mostra le strutture architettoniche originarie dei secoli VI-VIII tra cui risalta la suggestiva volta a cupola che la ricopre, recentemente riportata alla luce e caratterizzata da anelli concentrici ed alternati in pietra tufaceo-calcarea e mattoni, mentre tra gli affreschi che adornavano le sue pareti, oggi sopravvive in parte quello della Crocifissione. Risalendo a ritroso il corso dei secoli la visita della cattedrale canosina si è conclusa con l’illustrazione sia delle sei colonne monolitiche romano-imperiali di marmo verde con capitelli corinzi, che adornano la navata centrale, sia del reimpiego dei marmi proconnesi, già facenti parte del Tempio di Giove Toro (anch’esso di epoca imperiale romana), nella pavimentazione e sulle pareti della sua parte altomedievale.

La tappa successiva di questo tour guidato indietro nel tempo è stata quella dell’area archeologica di Colle Montescupolo, una delle sette alture occupate dalla Caniusium romana, che presenta i preziosi ruderi di una domus imperiale augustea (I sec. d.C.) completa di atrio con impluvio, cubicolo affrescato, triclinium con mosaico pavimentale ed ambienti destinati alla servitù. Il complesso di tale domus è fiancheggiato da ambienti destinati ad attività artigianali e produttive che, insieme ad un ipogeo dauno del IV secolo a.C., sono serviti da una strada basolata romana che continua in una scalinata che discende verso la base di tale colle.

Nel settecentesco Palazzo Iliceto, sede attuale del Museo Civico, i partecipanti al “walking tour” hanno dapprima assistito, nella sala convegni, ad un documentario di carattere storico-artistico su Canosa di Puglia e poi sono stati guidati nella visita alla mostra di reperti lapidei romani e medioevali, intitolata “La città di pietra e di marmo”, allestita nel piano rialzato. Ad essa ha fatto seguito nelle sale del piano superiore del museo, dai cui balconi si gode un bel panorama sul centro cittadino, la visita della mostra intitolata “Tu in Daunios”, contenente altri reperti archeologici quali vasi di diverse tipologie e decorazioni, elementi bronzei facenti parte di ornamenti femminili o di arnesi militari maschili, altri e vari oggetti domestici e di lavoro di uso quotidiano. Tutti i reperti esposti in questa mostra fanno parte dei corredi funerari di diversi ipogei della città pugliese e del suo territorio e risalgono al periodo antecedente all’età imperiale romana (dal VI al I secolo a.C.) durante il quale era fiorente la civiltà dai Dauni. La loro manifattura dimostra il vitale dinamismo di questo popolo e l’alto livello raggiunto, in termini tecnico-artistici e di originalità, dalle rispettive attività artigianali che li hanno realizzati.

L’itinerario guidato a ritroso nel tempo si è infine concluso con la visita del complesso archeologico dauno dei tre Ipogei Lagrasta (fine IV secolo – I secolo a.C.), scavati nel tufo. La visita guidata ha riguardato in particolare l’Ipogeo Lagrasta I, quello più grande e rilevante, che si sviluppa secondo uno schema planimetrico a croce latina che ha il suo asse principale nel dromos (corridoio) su cui prospettano cinque accessi, fiancheggiati ognuno da due semicolonne ioniche, i quali introducono in nove ambienti comunicanti tra loro e consistenti in camere funerarie e vestiboli. L’ipogeo Lagrasta II, di meno facile accesso, non è stato interessato da una visita guidata ravvicinata ma è stato comunque raggiunto da alcuni visitatori mentre l’ipogeo Lagrasta III, non accessibile per ragioni di sicurezza, è stato solo ammirato dall’esterno. Al termine della passeggiata culturale i visitatori hanno potuto facoltativamente compilare una scheda di gradimento del servizio offerto ed hanno ricevuto, sempre gratis, dalle due guide della Fondazione Archeologica Canosina degli opuscoli informativi sulle bellezze archeologiche, architettoniche ed artistiche della città e del territorio di Canosa di Puglia.

Il presente fotoreportage si correda delle sottostanti dieci immagini che raffigurano:
- la facciata ottocentesca della Cattedrale di San Sabino (foto n. 1);
- la navata centrale della medesima chiesa, nella sua parte altomedievale (foto n. 2);
- un momento della visita guidata alla Cattedra del vescovo Ursone (XI secolo), scolpita da Romualdus (foto n. 3);
- il tratto superstite del portico medievale, che era accostato al fianco destro della Cattedrale, ed il Mausoleo di Boemondo d’Altavilla (foto n. 4);
- la domus romana imperiale del I secolo d.C., facente parte dell’area archeologica di Colle Montescupolo (foto n. 5);
- un ipogeo dauno (IV secolo a.C.) insieme ad alcuni ambienti di epoca romana destinati ad attività artigianali e commerciali ed adiacenti alla suddetta domus (foto n. 6);
- reperti romani in mostra nel settecentesco Palazzo Iliceto, sede attuale del Museo Civico (foto n. 7);
- due teche del medesimo museo, nell’ambito della mostra “Tu in Daunios”, contenenti vasi di diverse tipologie e fattura, appartenenti alla civiltà dauna e risalenti al periodo tra il VI ed il IV secolo a.C. (foto n. 8);
- l’Ipogeo Lagrasta I (foto n. 9);
- l’Ipogeo Lagrasta II (foto n. 10).

 
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