Venezia ritrova il suo Gobbo. Riportata all’antico splendore la figura marmorea che sorregge la scaletta in pietra sita nei pressi della chiesa di San Giacomo di Rialto, che la tradizione ha ribattezzato Gobbo di Rialto per la particolare posizione della statua curva nello sforzo di sostenere la scala.

L’intervento di restauro è stato portato a termine nell’ambito del progetto “Veneziani per Venezia” promosso da Fondaco Venezia d’intesa con Comune e Soprintendenza per i beni Architettonici. Finanziatore dell’opera l’imprenditore Paolo Tamai, titolare de “Gli Orti di Venezia”. Hanno curato il restauro per conto di Lares s.r.l. Elisabetta Ghittino e Donata Cherido.

La struttura, realizzata nel 1541 dallo scultore Pietro Salò, veniva utilizzata per la lettura di bandi, proclami, ordinanze e condanne della Repubblica, trovandosi in una posizione strategicamente favorevole, ossia nel mercato di Rialto che all’epoca era frequentato da patrizi e mercanti per i loro affari e dal popolo per gli acquisti.

Per un certo periodo assunse un particolare significato per i condannati per furto. Questi ultimi per punizione venivano trascinati in catene da San Marco a Rialto e frustati lungo il percorso quale monito per la popolazione. L’arrivo in prossimità della scala rappresentava per loro la fine della punizione, per cui tutti iniziarono a baciare il Gobbo in segno di liberazione. Alfine di evitare che la statua diventasse una reliquia, il Senato decise qualche anno dopo di collocare lì vicino una croce insieme all’immagine di San Marco perché attirassero il “bacio della liberazione”.

Nelle prime cinque foto ci sono diverse angolazioni dell’opera restaurata.
Nelle altre due altrettante immagini della cerimonia d’inaugurazione presieduta dall’assessore comunale ai Lavori pubblici, Alessandro Maggioni, insieme con il finanziatore Paolo Tamai e il presidente di Fondaco srl, Enrico Bressan.

 
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Commenti (3)


  1. Molto bella la statua e significativa del peso che doveva sopportare quando “udiva” la lettura delle condanne!


  2. “dura lex, sed lex” dicevano i latini :-)


  3. Uhhhh mia figlia è a Venezia per visitare la Biennale.
    Farò presente questa “chicca”.
    ciao

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